Negazionisti alle vongoleNon chiamatelo maltempo primaverile, serve subito un decreto salvaclima

Giornali come Libero e Il Tempo parlano di piogge primaverili. Ma non bisogna confondere il meteo con il clima. La verità è che tutt’Italia è a rischio frane e alluvioni. E il clima dei prossimi anni non ci aiuterà. È ora di intervenire. Subito

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«Gentili colleghe e colleghi, quello che è accaduto in questi giorni nel nostro Paese non è maltempo. Per favore non chiamatelo più maltempo. L’Italia, il nostro Paese, è in piena emergenza climatica e sarebbe ora che la politica se ne rendesse conto e iniziasse a dare risposte adeguate».

Questo il senso del mio intervento l’altro giorno in Aula mentre le deputate e i deputati delle zone colpite dai nubifragi delle ultime ore intervenivano chiedendo aiuti e fondi per rispondere alla drammatica situazione dei cittadini dell’Emilia Romagna, in piena emergenza alluvione causata dalla rottura degli argini dei fiumi. Due giorni fa a Lavinio, una cittadina costiera laziale, un’incredibile grandinata ha stravolto il territorio: le immagini sono impressionanti, un enorme blob di ghiaccio ha invaso vie e case.

In Italia erano 30 anni che non si registravano temperature così rigide in questo periodo dell’anno e davvero fa tanta rabbia pensare a chi continua ad ironizzare e a confondere strumentalmente il meteo con clima: piove e fa freddo – si dice dalle pagine di Libero e de Il Tempo – quindi il riscaldamento globale semplicemente non esiste. Fa rabbia sì, perché quello che stiamo saggiando è solo il principio del nostro futuro. Abbiamo 12 anni per invertire la rotta o meglio per rallentare il mutamento climatico ed invece dobbiamo immediatamente mettere in campo azioni per la mitigazione degli effetti e per adattarci ad un clima sempre più ostile che rischia di trasformare le future generazioni italiane in profughi ambientali.

Fa tanta rabbia pensare a chi continua ad ironizzare e a confondere strumentalmente il meteo con clima: piove e fa freddo – si dice dalle pagine di Libero e de Il Tempo – quindi il riscaldamento globale semplicemente non esiste

Siamo in ritardo, drammatico, basti pensare che il 2018 ha registrato sul nostro territorio 148 eventi metereologici estremi, con 32 vittime, 66 allagamenti e 20 esondazioni fluviali. Il 2019 ha già segnato un altro record: in questi primi 5 mesi abbiamo registrato 175 eventi straordinari: grandine, tornadi, piogge intense, valanghe. Insomma qui di straordinario c’è solo il ritardo in cui siamo mentre tutto questo sta invece diventando la “normalità”: di mutamento climatico abbiamo già iniziato a morire; davvero questa è una questione di sicurezza nazionale.

C’è bisogno immediato di investire risorse pubbliche che rendano i fiumi italiani non un pericolo ma una risorsa da tutelare. Dobbiamo avviare una grande manutenzione per ponti, porti, strade ed autostrade. Dovremmo averlo imparato ormai che in Italia ci sono 6 milioni persone esposte a rischio di alluvioni e frane; che nel nostro fragile Paese il territorio è a rischio per oltre 7.200 Comuni, più del 91% del totale. E in alcune Regioni non c’è zona che non sia sotto pericolo: in Calabria, Liguria, Umbria, e Toscana per esempio il 100% delle aree è sotto la minaccia costante di alluvioni e frane. E poi ci sono le nostre città; che devono essere ripensate e rigenerate togliendo asfalto e cemento, rinaturalizzando quante più aree possibili, che siano in grado di assorbire l’acqua e contrastare le bolle di calore estive quando i nostri anziani muoiono di solitudine e afa urbana.

In Calabria, Liguria, Umbria, e Toscana per esempio il 100% delle aree è sotto la minaccia costante di alluvioni e frane

Serve subito un decreto Salvaclima che ci costringa ad agire: altro che SbloccaCantieri e Crescita! Qui si tratta di stabilire quali cantieri servono per quale crescita economica.

Siamo in piena emergenza climatica ed è ora che l’Italia, dopo l’Inghilterra e l’Irlanda, lo dichiari pubblicamente ed ufficialmente: la mozione che lo sancisce è stata depositata a mia prima firma pochi giorni fa ed è a disposizione del Governo qualora volesse farne un atto collettivo e trasversale. Sarebbe la dimostrazione che la Politica capisce e si assume una responsabilità davanti alle generazioni future, che ora non votano ma ci guardano e sapranno giudicarci.

Ah! Se avete voglia di ciliege, fatevela passare! Quest’anno i raccolti delle migliori qualità hanno avuto qualche problema, piegati da freddo, pioggia e grandine, come se non fosse bastato – qualche mese prima – un inverno siccitoso (sono cadute un terzo delle precipitazioni in meno rispetto al periodo di riferimento), quale preludio di un’estate a rischio incendi.

Agiamo ora, prima che davvero sia troppo tardi.