Mondo del lavoroJobless Society Forum, ecco lo Stato del lavoro nel 2019

Rosanna Prevete presenta i temi dellala quarta edizione del Jobless Society Forum #JSFmilano che si terrà il 12 giugno alla fondazione Feltrinelli di Milano. Tra gli ospiti il professore Robert Wade della London School of Economics

Fondazione Feltrinelli

Economia globalizzata, lavoratori precari, sindacati disorientati e imprese timide. Quattro sfide del mondo del lavoro di oggi sempre più alla ricerca di uno Stato responsabile che aiuti a creare occupazione e tutelare i lavoratori Serve un patto sociale per ritrovare un baricentro attorno al quale organizzare alleanze per un progresso inclusivo. Questo è l’obiettivo de “Lo Stato del Lavoro”. la quarta edizione del Jobless Society Forum #JSFmilano che si terrà il 12 giugno alla fondazione Feltrinelli di Milano. L’incontro pubblico più importante sui temi del lavoro curato dalla Fondazione Feltrinelli per discutere i risultati, le riflessioni e gli approfondimenti condotti quest’anno dall’Osservatorio permanente sul futuro del lavoro. Per una giornata intera la fondazione feltrinelli di milano ospiterà talk intervallati da tavoli di lavoro multi-attoriali in cui esponenti del settore privato e pubblico, insieme al mondo della ricerca e dell’attivismo politico, si confrontano per ripensare il ruolo dello Stato nello sviluppo economico. « La fondazione è un’istituzione culturale abituata a porre grandi domande nel dibattito pubblico. Starà agli speaker che si alterneranno sul palco e ai partecipanti dei tavoli lavoro trovare delle risposte. Non partiamo mai da una soluzione preconfezionata, ma abilitiamo il dibattito attorno a questioni centrali per la società». spiega Rosanna Prevete, coordinatrice dell’area di ricerca dedicata al “futuro del lavoro”.

Prevete, qual è l’obiettivo del forum?
Vogliamo rispondere alla domanda. quale sarà il nuovo patto sociale tra gli attori del mercato del lavoro? Esistono ancora le politiche industriali? E quali potrebbero essere. Ma soprattutto vogliamo capire se lo Stato può contribuire a rendere il mercato più responsabile e a promuovere un equilibrio tra Stato, mercato e società. Ed è quello che vogliamo capire con questo evento.

Come sarà strutturata la giornata?
I tre assi di ragionamento attorno ai quali abbiamo costruito l’iniziativa sono: Lo Stato che investe, Lo Stato che abilita, Lo Stato che protegge. Oltre ai talk sul palco affronteremo macro-temi al centro dei tavoli di lavoro: politiche industriali e dell’innovazione; intelligenza artificiale; politiche educative; disuguaglianze territoriali; nuove economie urbane; lavoro e diversity; re-intermediare il conflitto; salute e qualità del lavoro.

Parliamo della prima parte del forum: lo Stato che investe
Abbiamo scelto di aprire con due lecture dell’economista ed ex sottosegretaria al ministero dell’Economia Laura Pennacchi e Robert Wade, professore della London School of Economics. Wade ci porterà un’analisi comparativa di politiche che impattano sul lavoro tra Paesi anglosassoni.

E l’economista Pennacchi?
Nel suo intervento cercherà di capire quali riforme e quali politiche possono essere utili per affrontare la disoccupazione strutturale in Europa e per evitare di andare verso a una società senza il lavoro. La sua tesi è che c’è bisogno di uno Stato come datore di lavoro rifacendosi alle recenti proposte del Partito Democratico gli Stati Uniti.

La fondazione è un’istituzione culturale abituata a porre grandi domande nel dibattito pubblico. Starà agli speaker che si alterneranno sul palco e ai partecipanti ai tavoli dei lavoro trovare delle risposte. Non partiamo mai da una soluzione, ma cerchiamo sempre un tema da cui partire


Rosanna Prevete

Nella seconda parte, “Lo Stato che abilità”, avete invitato a parlare Julie Froud, dell’Università di Manchester.
Froud fa parte del collettivo di ricerca internazionale foundational economy. Ci parlerà del punto di vista di questo collettivo di ricerca il cui lavoro parte da un concetto: l’importanza dell’economia nel garantire ai cittadini di fruire di beni e servizi quotidiani, rispettando l’ambiente. Subito dopo Nicola Countouris dello University College di Londra ci parlerà della società tecnologica. Come cambierà il lavoro, le prospettive di sviluppo positive legate alla trasformazione tecnologica. Secondo lui la tecnologia non eroderà i posti di lavoro ma ne garantirà di nuovi.

Ci saranno anche otto tavoli di lavoro incentrati su dei macro-temi legati a mercato e lavoratori. Quali argomenti avete scelto?
Sono dei temi del percorso di ricerca “Stato Responsabilità pubblica” che abbiamo portato avanti nel corso di “Stagione capitale”, l’agenda di iniziative scientifiche e culturali realizzate dalla fondazione a cavallo tra il 2018 e il 2019. Un tema riguarda le politiche industriali e l’innovazione, ma anche l’intelligenza artificiale. Naturalmente la Fondazione Feltrinelli non lo affronta da un punto di vista dell’aumento della produttività delle imprese. Ci interessa capire come lo Stato e la società nel suo complesso possano evitare che le forme di intelligenza artificiale escludano i lavoratori o creino forme di disuguaglianza.

In uno dei tavoli di lavoro si parlerà di Diversity. Cioè?
Nel tavolo diversity si discuterà del modo in cui si può accompagnare questa questa positiva trasformazione dei luoghi di lavoro in una società sempre più multiculturale che permette l’ingresso di soggetti finora esclusi o sottorappresenati nel mondo dell’occupazione. Uscire dalla logica aziendale del più forte e concentrarci anche sugli stranieri, chi ha una disabilità. Ma parleremo anche di economie urbane: modelli di sviluppo basati su innovazione sociale ed economie a base comunitaria che hanno favorito l’inclusione di nuovi soggetti alcune parti della citta considerate periferie.

Il Forum del 12 giugno arriva alla fine del ciclo Jobless society lecture, quattro incontri dove si è parlato molto di disuguaglianze territoriali.
E se ne parlerà in uno specifico tavolo di lavoro. Disuguaglianze tra contesti urbani e non urbani, concentrazione di capitale della conoscenza, confronto tra Paesi e ricchezza tra varie regioni. In questo momento è un tema decisivo: basta guardare quello che sta succedendo ai lavoratori di Napoli e Taranto. Il mondo delle imprese in Italia deve occuparsi di contesti socialmente ed economicamente complessi. Bisogna lavorare anche sulle comunità non territoriali come ad esempio i lavoratori da remoto sempre più soli e disorientati. Si è perduta la dimensione dell’impegno civile delle imprese. Forse spetta allo Stato responsabilizzare, lo scopriremo al forum.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter