In tutta Italia si potrà uscire solo con la bocca e il naso coperti. Il governo si prepara a rinnovare tra oggi e domani il Dpcm del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio 2021. Oggi il ministro della Salute Roberto Speranza illustra alle Camere il nuovo provvedimento, che prevederà l’obbligo della mascherina all’aperto. Le uniche eccezioni riguardano i viaggi in macchina da soli, gli spostamenti in bici o in moto e le passeggiate in luoghi isolati.
Il Comitato tecnico scientifico ieri ha consegnato al governo le indicazioni per fronteggiare la «seconda ondata» dei contagi. Con una raccomandazione stringente sulla movida, sulle feste private e il divieto di ballo.
Il limite per le feste di private è di 200 persone, che dovranno comunque osservare tutte le precauzioni. Resta in vigore il divieto di assembramento. Il provvedimento punterà a evitare le aggregazioni anche occasionali nelle ore serali e nei fine settimana. Una puntualizzazione rivolta ai giovani, che spesso sono asintomatici e possono contagiarsi, portando poi il virus a casa.
Per coloro che non rispettano le regole sono previste multe, così come è accaduto nei mesi del lockdown. Le sanzioni potrebbero andare da 550 a 3mila euro per chi non indossa la mascherina. Sarà la polizia locale a effettuare le verifiche.
Almeno per ora il governo non fisserà orari anticipati di chiusura per bar e ristoranti. Saranno le Regioni a decidere, sulla base dell’andamento dei contagi provvedimenti più restrittivi. Così come ha già fatto la Campania con l’obbligo di chiusura alle 23.
Il nuovo decreto prevede che siano effettuati i tamponi anche a chi arriva da Regno Unito, Olanda e Belgio.
Gli scienziati del Comitato tecnico scientifico hanno tracciato comunque quattro scenari in caso di crisi. Nel primo c’è una bassa circolazione, con focolai sporadici e con un Rt costantemente sotto all’1 e le precauzioni di protezione da prendere sono quelle più soft. Nel secondo scenario, quello in cui si trova l’Italia, la circolazione nazionale è più sostenuta, con tanti focolai in aumento, ma il sistema sanitario è in grado di gestire la situazione. Le restrizioni in questo caso si fanno “locali” prendendo misure più severe.
Il terzo scenario c’è quando l’Rt sale e aumentano i casi. In questo caso potrebbero essere decise anche chiusure di attività sociali e culturali, come discoteche, bar e palestre. Infine c’è il quarto scenario, che scatta quando l’Rt resta stabilmente sopra all’1,5, per almeno tre settimane, e c’è una «criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo».