Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite l’America ha posto il veto e di fatto bocciato la richiesta della Palestina di diventare membro a pieno titolo dell’Onu. Un ulteriore no al riconoscimento di uno Stato palestinese, sul quale però hanno espresso parere favorevole dodici stati membri su quindici. Oltre al diniego di Washington si registrano le astensioni di Regno Unito e Svizzera.
Immediata la reazione di Hamas che ha pubblicato una nota severa contro la decisione: «Hamas assicura al mondo che il nostro popolo proseguirà nella sua lotta fino alla creazione di uno Stato palestinese indipendente e pienamente sovrano, con Gerusalemme come capitale».
All’Onu i funzionari americani speravano che Washington potesse evitare l’uso del veto, magari grazie all’opposizione di altri stati alla richiesta di una risoluzione che ammettesse il diritto della Palestina di diventare a tutti gli effetti uno stato membro delle Nazioni Unite. Ma a quanto pare lo sforzo di trovare alleati nel respingimento non è servito e a mitigare l’isolamento degli Stati Uniti. E sulla questione sono arrivate soltanto le due astensioni.
Del resto la posizione di Washington è sempre stata la stessa: pur favorevole ai “due stati”, l’America resta convinta che l’emergere di uno Stato palestinese debba essere il risultato di negoziati su tutti i punti critici che impediscono al momento la pace in Medio Oriente. «Questo voto non riflette l’opposizione alla creazione di una nazione palestinese, ma è piuttosto il modo per ribadire che questo progetto si potrà realizzare soltanto grazie a negoziati diretti tra le parti», ha dichiarato al Consiglio Robert Wood, vice ambasciatore americano alle Nazioni Unite.
Oltre all’indignazione delle autorità palestinesi, la scelta del veto ha suscitato rimproveri da altri stati della regione. Il ministero degli Esteri egiziano ha espresso rammarico di fronte all’incapacità del Consiglio di Sicurezza di procedere all’adesione dei palestinesi. Spiegando l’astensione del Regno Unito, l’inviata britannica all’Onu, Barbara Woodward, ha voluto chiarire: «Crediamo che tale riconoscimento dello Stato palestinese debba iniziare risolvendo immediatamente la crisi a Gaza». Da Israele il ministro degli Esteri Israel Katz si è invece detto soddisfatto della scelta compiuta dagli Stati Uniti, grazie alla quale «il terrorismo non sarà premiato».
I palestinesi attualmente godono dello status di osservatore non membro, concesso nel 2012 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La richiesta per diventare membro a pieno titolo e con diritto di voto deve necessariamente essere approvata dal Consiglio di Sicurezza e da due terzi dell’Assemblea. Si è espresso sul voto anche il Segretario generale Onu António Guterres, fautore di «uno Stato palestinese pienamente indipendente, vitale e sovrano». Secondo Guterres l’impegno di Tel Aviv per migliorare l’accesso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza ha avuto un impatto limitato o nullo, mentre le attuali tensioni impongono di sostenere la ricerca della pace, condizione necessaria affinché la realizzazione dello Stato palestinese sia presto approvata e porti finalmente stabilità nell’area. «In assenza di un accordo sui due Stati» ha aggiunto il Segretario, «non potrà che aumentare ulteriormente il rischio per milioni di persone nella regione di vivere sotto la costante minaccia della violenza».