Questo è un articolo del nuovo numero di Linkiesta Magazine, con gli articoli di World Review del New York Times. Si può comprare già adesso, qui sullo store, con spese di spedizione incluse. E dal 25 novembre anche in edicola a Milano e Roma e negli aeroporti e nelle stazioni di tutta Italia.
Stiamo vivendo la più grande stagione elettorale della storia. Entro la fine del 2024, quasi la metà della popolazione mondiale si sarà recata alle urne. E, nel giugno scorso, anche l’Unione europea ha tenuto le sue elezioni in quello che è stato uno dei più grandi esercizi multinazionali di democrazia che si siano mai visti al mondo. Milioni di europei provenienti da ogni angolo del continente hanno votato per eleggere un nuovo Parlamento europeo che deciderà la direzione in cui procederà l’Europa nei prossimi cinque anni. Queste elezioni sono un’espressione di speranza e una ripresa degli ideali democratici. E sono anche una cruciale prova di resilienza per le democrazie di tutto il mondo.
Quando, quasi tre anni fa, ho assunto l’incarico di presidente del Parlamento europeo ho incentrato il mio discorso di insediamento sui pericoli che incombevano sulla nostra società e sulle nostre istituzioni democratiche. In quella occasione, parlai di come le persone, in tutta Europa, avrebbero guardato al Parlamento europeo aspettandosi da esso una capacità di leadership e di guida e di come altri, sia all’interno sia all’esterno dei nostri confini, avrebbero continuato a testare i limiti dei nostri valori e dei nostri principi. Non potevo immaginare quanto quel test sarebbe diventato brutale nel momento in cui, il 24 febbraio 2022, i carri armati russi sono entrati in Ucraina. Quello è stato un campanello d’allarme che ci ha ricordato come ci sia ancora qualcuno per il quale la semplice esistenza dell’Unione europea – un progetto fondato sulla pace, la libertà, la democrazia e la giustizia – rappresenti una minaccia.
Quell’invasione ha anche messo in evidenza la pericolosità della manipolazione delle notizie e della disinformazione, che costituiscono ormai una delle armi più potenti per quelli che cercano di dividere le nostre comunità – e che farebbero di tutto per creare sfiducia, false aspettative e confusione. Per la politica, la diffusione di bugie e verità parziali non è una novità. Ma mai come oggi il contesto è stato così favorevole a chi cerca di seminare dubbi nei nostri processi democratici. Oggi i progressi tecnologici consentono a chi vuole minare la democrazia di amplificare e distorcere le legittime paure dei comuni cittadini per aumentare la polarizzazione e la violenza politica.
Nell’attuale epoca di incertezza economica, le persone temono che il loro lavoro possa essere svolto dalle macchine o possa essere delocalizzato in mercati più competitivi. Si preoccupano di perdere i propri diritti e del futuro del pianeta. E ora a questi timori si aggiunge quello di una guerra estesa nel continente europeo. In questo contesto, si è tentati di cercare conforto in quelle risposte facili a domande complesse che vengono propinate dai propagandisti. E, in effetti, abbiamo visto come le strategie di propaganda e disinformazione abbiano portato a quel tipo di cinismo e di isolazionismo che favorisce l’autoritarismo.
Quelli fra noi che credono nei valori della democrazia devono opporsi alle false narrazioni del populismo, del nazionalismo e dei fautori di una politica identitaria. Tutti noi condividiamo questa responsabilità, ma di essa devono farsi carico, in particolare, le istituzioni democratiche come il Parlamento europeo. I leader politici devono dimostrare che la democrazia merita di essere sostenuta. Dobbiamo continuare ad ascoltare – anzi, dobbiamo ascoltare ancora di più – le preoccupazioni dei nostri elettori, dobbiamo perseguire le nostre priorità politiche e legislative e dobbiamo migliorare la qualità della vita nelle nostre comunità.
Non intendo dire che dobbiamo puntare a rendere tutti uguali. Il nostro obiettivo è invece quello di garantire che tutti abbiano le stesse possibilità di raggiungere il loro pieno potenziale e possano godere delle stesse opportunità. Offrendo loro delle possibilità di crescita e una speranza per il futuro potremo evitare che i nostri cittadini si abbandonino alla comodità di un cinismo facilone e all’indifferenza – o, peggio ancora, che si rassegnino a ritirarsi silenziosamente ai margini della politica. Non è un compito facile, ma l’obiettivo di avere una democrazia vitale merita questo sforzo.
Prima delle elezioni di giugno, mentre facevo campagna elettorale in tutti i Paesi dell’Unione europea insieme ai miei colleghi, ho incontrato una persona che mi ha chiesto se la mia passione per la politica si fosse affievolita durante i miei undici anni come deputata al Parlamento europeo. Sono orgogliosa di dire che non è così. Anzi, la mia esperienza in Parlamento ha rinvigorito questa passione perché, se c’è una cosa che abbiamo imparato negli ultimi anni, è che non possiamo mai dare per scontata la democrazia. E che dobbiamo continuare a difenderla ogni giorno.
La costruzione dell’Europa forte e unita di oggi ha richiesto un enorme coraggio e un enorme sforzo politico. Le generazioni che ci hanno preceduto hanno lottato strenuamente per questo. Nel corso degli anni, l’Europa unita ha dimostrato come la cooperazione possa far progredire la società. E ha anche dimostrato che la democrazia offre ancora a tutti le migliori opportunità per raggiungere i propri obiettivi. Ora più che mai è il momento di riconquistare quel senso di speranza e di possibilità offerto dal progetto europeo, di rinnovare il nostro impegno nei confronti dei nostri valori condivisi e di difendere il nostro stile di vita.
È il momento di opporsi a quelli che cercano di minare le nostre convinzioni e di riflettere criticamente su quali siano le informazioni di cui possiamo fidarci, soprattutto tra quelle che reperiamo online. Il progetto europeo, perfino in questa sua forma ancora imperfetta, è una prova di quello che possiamo ottenere tutti insieme. Sono convinta che, rimanendo uniti e resistenti, possiamo superare le forze che puntano alla divisione. E che possiamo costruire un futuro più luminoso e prospero per tutti gli europei e mostrare al mondo che cosa sia capace di fare la democrazia.
© 2024 THE NEW YORK TIMES COMPANY AND ROBERTA METSOLA
Roberta Metsola è una politica maltese che milita nel Partit Nazzjonalista. Da circa tre anni presiede il Parlamento europeo.
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