José Manuel Durao Barroso, 48 anni, portoghese, è il nuovo presidente della Commissione dell’Unione europea. Per accettare la carica, fin qui ricoperta da Romano Prodi, si è dimesso da premier del suo paese, aprendo a Lisbona una crisi politica inaspettata. Non capita tutti i giorni, infatti, che un presidente nel pieno delle sue funzioni lasci la propria posizione di potere per trasferirsi tra i burocrati di Bruxelles. <Il Portogallo deve molto all’Europa e se l’Unione chiede un contributo al nostro paese non le si deve dir di no>, ha detto Barroso. Ma un’altra spiegazione potrebbe essere rintracciata nella sonora sconfitta del suo governo alle elezioni europee. Viene così in mente il caso di Franco Maria Malfatti. Era il 1970 quando il politico Dc fu nominato presidente della Commissione Cee, primo italiano ad occupare la poltrona più importante d’Europa. Due anni dopo Malfatti però si dimise, perché preferì diventare ministro della Pubblica istruzione in uno dei tanti governi Rumor, piuttosto che guidare la Commissione. Oggi succede il contrario, segno che forse l’Europa probabilmente comincia a contare qualcosa. La scelta di Barroso è uno smacco per francesi e tedeschi, i quali puntavano sul premier belga Guy Verhofstadt. Barroso è un conservatore con un passato di militante comunista, addirittura maoista. Piace molto a Tony Blair, è stato aiutato da Silvio Berlusconi ed è nelle grazie dei paesi della nuova Europa appena entrati a far parte dell’Unione. Il successore di Prodi, dicono gli avversari, è più filoamericano che filoeuropeo. Fu lui, tra l’altro, a organizzare l’anno scorso, nell’arcipelago delle Azzorre, il vertice con Bush, Blair e Aznar che diede poi inizio alla guerra in Iraq.
15 Luglio 2004