Milano. Avviso ai Verdi e ai Pecorari Scani di tutto il mondo: i neo-con sono diventati neo-ecol, credono che l’ambientalismo garantisca la difesa e la sicurezza degli Stati Uniti, almeno quanto il corpo dei marines. E’ successo che un gruppo di neoconservatori di primo piano, dall’ex direttore della Cia clintoniana, James Woolsey, fino a Frank J. Gaffney, entrambi membri del Project for a New American Century che fin dal 1998 invocava il cambio di regime a Baghdad, ha fondato un nuovo gruppo di pressione ambientalista che si chiama "Set the America Free". L’obiettivo è convincere Washington a puntare su energie alternative a quelle petrolifere provenienti dal medio oriente. L’idea è quella di rivoluzionare il settore dei trasporti, usando però tecnologie esistenti, già usate e commercializzate, e non affidandosi a ipotesi o speranze future ancora da esplorare, come l’idrogeno. L’America, spiegano i neo-ecol, consuma un quarto delle riserve petrolifere mondiali, dispone soltanto del 3 per cento delle risorse, è costretta a importare più del 60 per cento del fabbisogno e la sua dipendenza dal medio oriente cresce di anno in anno. Tutte le iniziative volte a ridurre i consumi, diversificare le fonti petrolifere e migliorare le riserve strategiche sono state neutralizzate dalla crescita della domanda.
Non c’è solo un problema di reperibilità delle risorse, il punto è che la maggior parte del petrolio mondiale è controllato da paesi instabili od ostili agli Stati Uniti, per cui questa dipendenza petrolifera diventa una questione di sicurezza nazionale, come già in campagna elettorale aveva provato a dire John Kerry. Scrivono i neocon: "A livello strategico, è pericoloso comprare petrolio per miliardi di dollari da nazioni che sostengono o sono alleati con gli islamisti radicali che fomentano l’odio contro gli Stati Uniti. I petrodollari che forniamo a queste nazioni contribuiscono in modo grave alle minacce terroristiche che stiamo affrontando". C’è il problema della Cina, le cui importazioni petrolifere lo scorso anno sono aumentate del 30 per cento fino a trasformare il paese asiatico nel secondo consumatore dopo gli Stati Uniti. Affrontare questi problemi dunque riguarda la sicurezza dell’America e, particolare da non trascurare, anche la salvaguardia dell’ambiente e della salute.
Il Congresso sta discutendo una legge che consente la trivellazione dell’Alaska, mentre ieri il New York Times ha pubblicato tre editoriali proprio sulle alternative energetiche. I neo-ecol hanno elaborato un piano d’azione e un’articolata proposta per un’Amministrazione oil-oriented abituata ad affrontare la questione semplicemente cercando di produrre più petrolio. "Un nuovo progetto nazionale" e "un modello per la sicurezza energetica" sono i titoli dei due documenti di Set America Free. "Nel 1942 si legge il presidente Roosevelt lanciò il Manhattan Project per costruire una bomba atomica entro il 1945, contro le minacce all’America e per esplorare il futuro della fissione nucleare. Il costo a prezzi odierni fu di 20 miliardi di dollari, ma ottenne la fine della guerra con il Giappone e l’avvio di nuove tecnologie nucleari per l’energia, per la medicina e per molti altri settori". Vent’anni dopo toccò a John Kennedy lanciare il "Progetto uomo sulla Luna" per replicare allo strapotere sovietico sullo spazio. Il costo superò i 100 miliardi di dollari, ma il risultato fu notevole.
Il progetto "ibrido"
Ora c’è la questione energetica. Set America Free costerebbe 12 miliardi di dollari nei prossimi 4 anni. Il progetto si basa su soluzioni tecnologiche esistenti e sull’utilizzo di infrastrutture già pronte per l’uso. In dettaglio consiste nel processo di sostituzione delle attuali automobili con vetture dai motori di tipo ibrido, metà elettrico metà a abenzian, come quelli montati sulla Toyota Prius. Come ha raccontato ieri sul New York Times il neuropsichiatra Oliver Sacks, queste macchine sono già in in vendita, consumano un litro di benzina ogni 21 chilometri e si trovano già nei garage dei neo-ecol. Queste vetture possono essere caricate anche come un telefono cellulare, e se a questa tecnologia si aggiungesse il "carburante flessibile" che già consente ad alcune auto di funzionare con un mix di benzina, etanolo e metanolo le strade potrebbero essere piene di macchine che consumano un solo litro di carburante ogni 212 chilometri. Se entro il 2025 tutte le auto fossero di questo tipo, gli Usa potrebbero ridurre dell’80 per cento l’importazione di petrolio. Il piano dei neocon ecologisti prevede 4 miliardi di dollari di incentivi alle aziende automobilistiche per coprire metà dei maggiori costi di produzione, 2 miliardi di incentivi ai consumatori per comprarle, 1 miliardo per ammodernare i distributori di benzina e 3 per costruire 25 piattaforme per dimostrare la fattibilità della capacità produttiva a pieno regime.