What’s the matter with Dust in the Wind?
Stasera al BB King Blues Club c’è un concerto dei Kansas, e io sono commosso.
30 aprile
E’ pronta per Rep.
Maureen Dowd oggi ha davvero toccato il fondo. Il suo editoriale su Chalabi nelle prime dieci righe contiene altrettante falsità. Non perché lo chiami “il ladro di Baghdad” o “il ciarlatano” o perché scriva altre fesserie tipiche degli editoriali sul Cav. No, ha scritto proprio cose false. Alla prima riga fa una battuta: “The iraqis has thrown us another curveball”. Ma non è soltanto un’immagine presa dal baseball. E’ un’altra cosa. Nei mesi scorsi la Cia ha fatto intendere che l’informatore sulla presenza delle armi in Iraq fosse un iracheno nome in codice curveball. Per mesi tutti hanno scritto che Curveball era Chalabi.Bene. Solo che non era vero. E lo ha stabilito il rapporto di 600 pagine della commissione indipendente Robb-Silberman:
“Despite speculation that Curveball was encouraged to lie by the Iraqi National Congress (INC), the CIA’s post-war investigations were unable to uncover any evidence that the INC or any other organization was directing Curveball to feed misleading information to the Intelligence Community. Instead, the post-war investigations concluded that Curveball’s reporting was not influenced by, controlled by, or connected to, the INC”.
E poi: “In fact, over all,” the Robb-Silberman report concluded, “CIA’s postwar investigations revealed that INC-related sources had a minimal impact on prewar assessments.
Ce ne sono molte altre di stupidaggini nell’articolo (qui un articolo di Max Boot mette insieme tutti i miti contro Chalabi).
Dowd continua. E scrive che Chalabi ha fornito prove false. Il rapporto bipartisan dice che non è vero. E peraltro spiega che Curveball non era in mano americana, ma una fonte dei servizi tedeschi. Ma Dowd fa finta di niente. Ripete altre accuse mille volte spiegate e smentite e scrive che “gli Stati Uniti hanno pagato milioni di dillari il condannato amico dei neocon per dire a Bush quello che Bush voleva sentire”, ma non dice che i soldi a Chalabi li ha dati Bill Clinton con l’Iraqi Liberation Act. E così via.
30 aprile
“Chalabi non ha alcun seguito in Iraq”
Vi ricordate il vecchio mantra in voga a sinistra, al dipartimento di stato, alla cia e molto popolare anche tra i blog e sui giornali italiani? Bene: era una minchiata, come qui è stato scritto centinaia di volte. Ahmed Chalabi è il nuovo vicepremier dell’Iraq democratico nonché il Ministro a interim di una sciocchezzuola come il Petrolio.
30 aprile
Il rivoluzionario
Bush è in difficoltà sulla Social Security, ma ora usa un’idea di sinistra per convicnere l’America a privatizzare le pensioni.
30 aprile
The Pajamas Media Cospiracy
E’ nata un’aggregazione di blog guidata dai più potenti bloggers americani per accaparrare pubblicità. Aperta l’adesione ai blog stranieri. E’ un consiglio per Tocqueville.
30 aprile
Il Galles è il nuovo Ohio
Monmouth come Clark County, fantastica presa per i fondelli della ridicola campagna del Guardian in occasione del voto americano.
30 aprile
Non ho mai visto un’idiozia simile (e ne ho viste parecchie)
La Festa dei Vicini di Casa, organizzata dal sindaco Walter Veltroni.
(Il Foglio ne scrisse dieci giorni fa)
30 aprile
Comunità delle democrazia
La riunione a Santiago. L’approfondimento del bravissmo Federico Punzi di Radio Radicale. (grazie a Fabrizio)
30 aprile
Il pessimista col sorriso
Il miglior articolo sul contributo di Irving Kristol alla politica e alla cultura americana è stato scritto da Charles Krauthammer sul Washington Post. (Il Foglio ne ha scritto qua, a margine del testo di Kristol scritto in chiusura di The Public Interest)
29 aprile
Ho visto e-mail che voi umani
E-mail, bugie e manovre intorno al caso Bolton
28 aprile
Come Bordin, però telematico (Link CORRETTO)
La newsletter-rassegna stampa quotidiana di Notizie Radicali è un vero e proprio giornale, ed è imperdibile. Il direttore è Gualtiero Vecellio, con la funambolica presenza di Daniele Capezzone.
28 aprile
Passeggiate washingtoniane
Patriot Duck
Assembramento davanti alla Casa Bianca, lato giardino delle rose. Persone, polizia, due file di transenne. Mi avvicino. C’è un’aiuola. Con un cartello: “Attenzione, un’anatra sta facendo il suo nido. Non datele da mangiare. Non spaventatela”.
Free Refill
A differenza di New York (eccezion fatta per i cinema Loews), a Washington quando finisci il bicchiere di coca cola te ne danno subito un altro. Quindi fate attenzione: il cameriere che si avvicina quatto quatto e come Arsenio Lupin vi sottrae il bicchiere con quel bel fondo di coca e quel ghiaccio con il quale ancora pensavate di fare “ussrr-ussrr” con la cannuncia, non è un avversario: è un amico.
Taxi, tell it
A Roma i tassisti ascoltano le radio dei fondamentalisti roma-lazisti, a Washington ascoltano Charlie Parker. A volte sembrano loro stessi Charlie Parker
i-Badge
Manhattan la riconosci perché tutti indossano le cuffiette bianche dell’iPod, Washington dai badge degli edifici federali che tutti, ma proprio tutti, portano al collo.
Annuncio
Cartello davanti all’Fbi: “Il Palazzo non potrà essere visitato prima del 2006”.
Let’s go Nats
A Washington sono diventati matti per il ritorno in città, dopo 34 anni, del baseball. Sono andato a vedere la partita dei Nationals in uno degli stadi più brutti, ma gloriosi, d’America: il RFK. Risultato: 2 hot dog, un cappellino, una maglietta. Poi sono uscito, stremato, al sesto inning.
Liberalizzazione senza freni
I treni superveloci Acela dell’Amtrak, quelli che collegano New York e Washington, sono stati ritirati. Avevano tutti i freni rotti. E la società che li aveva prodotti non esiste più.
28 aprile
Neanche Jimi Hendrix
La cantante canadese Caroline Marcil avrebbe dovuto cantare l’inno americano (e poi quello canadese) in diretta tv prima dell’inizio di una partita di hockey Usa-Canada. Ha cominciato, ma s’è dimentica le parole. Ci ha riprovato, ma non ce l’ha fatta. Allora è corsa in camerino a prendere un foglio con il testo. Tornata di corsa sul campo è scivolata ed è finita per terra, dove per alcuni lunghi secondo è rimasta immobile. Fattasi una certa ora, le due squadre hanno iniziato a giocare facendo a meno dell’inno.
28 aprile
In Your Honor
Il nuovo singolo dei Foo Fighters spera di avere maggiore successo della persona in onore del quale è stato scritto: John Kerry
28 aprile
Augustus Imperator Square
Lunghissimo articolo del New Yorker su Rutelli, Veltroni, Sgarbi e la battaglia decennale per l a risistemazione di Piazza Augusto Imperatore in Roma
28 aprile
Se non ora, quando
Caso Calipari, martedì, Carlo Bonini, su Repubblica: “Ora è finita per davvero”
Caso Calipari, mercoledì, titolo di Repubblica: “Indagine ancora in corso”.
27 aprile
“Non la chiamerei un’assoluzione”
Paul Volcker sulla sua inchiesta e le critiche a Kofi Annan. Sul Foglio di oggi un’anticipazione di questo libro. Non l’avete ancora comprato? Ordinatelo qui, specificando: Camillo
27 aprile
Novità: libri, film e piece teatrali affrontano la vita al tempo della clonazione
Romanzo di Ishiguro, produzione di Hollywood e spettacolo a Broadway: ma allora non è una fissazione del Foglio
26 aprile
Non ditelo alla Bignardi
26 aprile
A giugno arriva la Coca Cola Zero, poi la Diet Coke with Splenda (che non so cosa sia)
Dopo i grandi successi della New Coke, della Coca alla vaniglia, della C2, della Diet Coke with Lime, della Diet Coke with lemon eccetera, ecco pronte le nuove bevande avveniristiche che ricordano l’Inter di Orrico.
26 aprile
Charles Krauthammer cerca assistente. Help Wanted
Contributing editor Charles Krauthammer is seeking a research assistant. Send a résumé to [email protected].
26 aprile
MaDo
Maureen Dowd ha fatto due cose nel weekend. Una molto bella, una un po’ così. Quella bella è la lunga recensione del libro e delle peripezie di Jane Fonda. Esilarante. L’ultima riga spiega tutto: “Se solo Henry Fonda l’avesse abbracciata” tutto questo non sarebbe successo. La seconda è centrata su un plagio. Ha scritto una column sciocchina sul nuovo Papa, definendolo il Dick Cheney, ma senza citare la fonte (che non è Il Foglio, ma il New York Observer) PS
In realtà forse è una vendettina con l’Observer che mercoledì ha pubblicato un articolo sulla riorganizzazione della pagina degli editoriali del Times. A Maureen hanno tolto il giorno migliore, cioè la domenica. E, peraltro, mettendola al sabato (il giorno peggiore) le hanno pure affiancato il nuovo editorialista, John Tierney (il conservatore libertarian che ha preso il posto di William Safire). Ebbene, scrive pettegolo l’Observer, Tierney è l’ex fidanzato di Maureen…
25 aprile
Una boiata pazzesca
L’amministratore della Pbs (la rispettata – e noiosa – tv pubblica americana) smonta il mito del proprio telegiornale, News Hour with Jim Lehrer: “Yes, Lehrer is good, but I don’t watch a lot of broadcast news. The problem for me is that I do the Internet news stuff all day long, so by the time I get to the Lehrer thing . . . it’s slow. I don’t always want to sit down and read Shakespeare, and Lehrer is akin to Shakespeare. Sometimes I really just want a People magazine, and often that is in the evening, after a hard day”. E non ascolta neanche l’amatissima (dai liberal) radio pubblica Npr: “No. I do not get a lot of public radio for one simple reason. I commute to work on my motorcycle, and there is no radio access”. Ora pensate che cosa sarebbe successo in Italia se queste cose le avesse detto il direttore generale della Rai di turno.
25 aprile
Liberazione
25 aprile
Oltre l’Onu
23 aprile
Powell contro Bolton
Torna (forse) la dialettica falchi-colombe
23 aprile
Michele Oriancoulter Serra
Incredibile ma vero. Su Repubblica Michele Serra, once in a lifetime, esce dal coro del fighettismo, scrive una cosa “scorretta”, difende chi vuole trasmettere il film di Van Gogh, critica l’Europa, i pacifisti e la sinistra e – zumpa-pà-pà-zumpa-pà-pà – dice che la Fallaci rischia di avere ragione… (Deve aver fatto un giro allo zoo dell’orrido sito, comunque complimenti sinceri). “L’integrismo musulmano non sembra limitarsi a protestare. Minaccia di uccidere e uccide. Terrorizza. Ma allora la domanda è, e non può che essere: basta un rischio infinitamente più grave, un ricatto così odioso ed esiziale, a giustificare il penoso arretramento del coraggio democratico? O non è piuttosto proprio la gravità della sfida, l’intollerabilità di un bavaglio imposto a fil di coltello, a suggerire di rialzare la testa, di organizzare una risposta politica e culturale all’altezza? Oppure quanto più violenta è la reazione dell’oscurantismo, quanto più flebile e impaurita dev’essere la risposta? Se gli europei pacifici e aperti confondono la remissività (specie su principi non sindacabili come la libertà) con la tolleranza, la debolezza con il dialogo, diventa poi ridicolo lamentarsi quando nel campo abbandonato della lotta civile trovano ampio spazio le pattuglie xenofobe e i radicalismi “neocristiani”. (…) Ma come diavolo si può partecipare a quel dibattito (e a qualunque altro) se si trascurano del tutto le più elementari incombenze del proprio campo? Forse che non esistono più «umili lavoratori della vigna della libertà>, disposti anche a rischiare qualcosa pur di battersi per la dignità e la sicurezza dei cittadini europei? Che sia questo il famoso “relativismo etico”, questo posporre i principi alla convenienza, l’orgoglio della libertà alla paura, la difesa dell’integrità fisica e intellettuale delle persone a un malinteso (molto malinteso) “dialogo con l’islam”? Ma allora, scusate, rischia di avere ragione la Fallaci quando inveisce contro l’Occidente “senza palle”. (…) A meno di voler credere, e sarebbe la peggiore delle ipotesi, che l’argomento stesso di Submission (la liberazione e la dignità del corpo femminile) sia ancora, perfino per gli illuministi rinati dell’Europa moderna, un dettaglio così trascurabile da non meritare urti indesiderati con il già minaccioso estremismo musulmano”.
Chissà nello zoo…
22 aprile
Seymour Hersh, il grande giornalista liberal che rivendica il diritto alla bugia
22 aprile
Cose che voi umani
Oggi ho ricevuto da un ufficio stampa la seguente e-mail:
“In occasione della pubblicazione del suo nuovo singolo ” IL VIAGGIO” e per festeggiare il suo compleanno TERRY SCHIAVO
ti aspetta Giovedi 5 Maggio al Cafe’ Real, via Merlo 1
R.S.V.P.
Ricordati di stampare questa mail per l’ingresso”
22 aprile
Problemi dell’informazione
Ennio Caretto, ieri, sul Corriere: “A nome dei suoi più accesi sostenitori, i Neocon, ha parlato Tom DeLay, il capogruppo repubblicano alla Camera” (segnalato da Umberto)
Arturo Zampaglione, oggi su Repubblica, “Bolton, un falco neocon”
21 aprile
Il nuovo Papa? Il Cheney del Vaticano
I giornali americani e Benedetto, Dick, XVI
21 aprile
“Bolton, un falco neocon”
Arturo Zampaglione, oggi su Repubblica.
21 aprile
Giacinto l’Unico
Ci siamo presi pure Pannella
21 aprile
Tovarich Condi, si candida a presidente?
Da…Niet, niet, niet,niet, niet, niet, niet
Condi Rice fa un po’ di casino rispondendo in russo a un’intervista con una radio di Mosca.
21 aprile
Mio cugino
Quest’anno l’Inter è pronta a tutto, davvero a tutto, pur di far vincere ai cuginetti sia Coppa sia campionato
21 aprile
Il Cubo e la Cattedrale
George Weigel, il Kagan cattolico, spiega perché il laicismo uccide l’Europa
20 aprile
Ratzy
Dopo Wolfowitz alla Banca Mondiale e Bolton all’Onu mi pare che Joseph Rumsfeld in Vaticano sia una scelta perfetta.
19 aprile
Mi chiedo
Perché spendere milioni e milioni in sondaggi quando è sufficiente un euro per comprare Il Foglio del giorno prima?
19 aprile
Soggetto non identificato s’aggira tra i cowboy. S’ispira a Tocqueville e viene preso a sputi
Negli Usa pochi riconoscono Bernard-Henry Lévy, la sua camicia bianca e i suoi capelli perfettamente spettinati. Cronaca di un viaggio in America sulla scia del grande predecessore francese
19 aprile
I neocon hanno vinto, ecco perché laloro rivista può chiudere
Sul Foglio l’ultimo articolo di Irving Kristol su The Public Interest
19 aprile
L’umoralista
Non essendoci in giro articoli della Fallaci, oggi Michele Serra vomita addosso ad Ann Coulter. E’ fatto così, l’umoralista republicones: è convinto in quanto ex comunista di essere superiore antropologicamente a ogni altro essere umano non ex, post, neo-comunista. Potranno piacere o no, le cose che dice la simpatica Ann. A me, per esempio, non piacciono. Ma se fossi stato comunista, un comunista convinto, e se oggi fossi uno spretato inacidito perché tutto quello in cui ho creduto è fallito e ha creato soltanto miseria e morte, cioè se fossi come Michele Serra, be’ avrei un po’ di pudore ad accusare gli altri per le loro balzane idee. Quantomeno terrei il freno a mano tirato, ecco. Perché per quanto balzane o mostruose possano essere le idee altrui, se fossi l’umoralista dovrei sapere che non c’è pensiero più balzano e più mostruoso di quello in cui io-Michele-Serra ho creduto.
19 aprile
Neo Ann, same Rep
Ann Coulter come sa chiunque abbia mai letto un suo articolo, un suo libro, una sua dichiarazione non è affatto una neocon (“No, sono gentile” – rispose lei con battuta un po’ antisemita al New York Observer). Però siccome è cattiva, Rep ha sentito il dovere di titolare: “Il simbolo sexy dei neo-con”.
Stavolta il Corriere si è astenuto.
19 aprile
Assumi pose inesplose*
Ann Coulter s’è incavolata col fotografo di Time. Time però ha scelto quel fotografo e quella posa che ad Ann non è piaciuta perché sono lo stesso fotografo e lo stessa posa… be’ guardate voi.
* Ignoranti: è una citazione di una delle più belle canzoni di Battisti, periodo Panella naturalmente.
19 aprile
I non-azzurri
Mi pare che ci sia in giro una squadra che canta vittoria prima ancora dell’inizio del campionato. Non è l’Inter.
19 aprile
Quei fascisti di Time…
Si permettono di mettere Ann Coulter in copertina
19 aprile
Riunione di condominio
C’è una co-op dell’East Village dove abitano Chloe Sevigny, il chitarrista degli Smashing Pumpkins, lo scultore Robert Gober e l’attrice Parker Posey.
19 aprile
No, “Perlasca” al New York Times non è piaciuto
“It is sad that his memory has fallen victim to inept filmmaking and that his story has been rendered so curiously unmoving”. La critica del New York Times fa a pezzi storia, regia e recitazione di Perlasca.
17 aprile
Ma allora è un complotto!
Riccardo Muti ha diretto la Filarmonica di New York, dopo le dimissioni alla Scala. Ha chiesto silenzio e di non applaudire tra un pezzo e l’altro, ma poco prima del finale ha cominciato a suonare un telefonino.
17 aprile
Fede e giustizia
La guerra culturale apre il fronte politico-giudiziario: i liberal provano a bloccare i giudici di Bush
16 aprile
“Sort of Chrissie Hynde meets Toni Braxton”
La nipote newyorchese di Bin Laden, Wafah, ama l’America e descrive così la sua musica.
14 aprile
Signor giudice della Corte Suprema, do you sodomize your wife?
Antonin Scalia ha preferito non rispondere.
14 aprile
Capisci a me
Brigitte Nielsen ha partecipato a un talkshow londinese e ha preso a male parole la conduttrice. In italiano.
14 aprile
Let’s go out to Capitol Hill
Oggi debuttano i Washington Nationals Il baseball torna nella capitale con un una squadra nuova di zecca. Il Washington Post di oggi dedica all’evento un centinaio di articoli. E il primo editoriale.
14 aprile
Ci sono ancora le stagioni di una volta
Sono tornati i Matt Bianco
14 aprile
Martin Amis e Ian McEwan giù le mani da Saul Bellow
Strana invettiva anti inglese del direttore del New York Observer, James Kaplan: “Bellow è nostro, non provate a toccarlo”.
14 aprile
24 meets Desperate Housewives
Eva Langoria nella realtà ha lasciato il giocatore di basket dei San Antonio Spurs, Tony Parker, e si è fidanzata con Butch Klein, l’agente Eric Richard di 24.
14 aprile
Disperate
Le ragazze si odiano, specie Teri Hatcher e Marcia Cross. Teri arriva
sempre sui set fotografici in anticipo e ruba i migliori vestiti e non
vuole mai essere fotografata in mezzo alle altre. Su Vanity Fair
americano (ma forse anche quello italiano) c’è l’esilarante
cronaca della seduta fotografica (sono sulla copertina di maggio).
14 aprile
The Character Assassination of John Bolton
Di Bill Kristol
14 aprile
Io l’avevo detto
che è una squadra scarsuccia. Però, almeno, non usa fumogeni
13 aprile
Intervista a Oriana Fallaci
Sul Foglio di domani, mercoledì, una luuunga intervista a OF a partire dal caso di Terri Schiavo. Per una volta non metterò online così sarete costretti a comprare Il Foglio
12 aprile
My Sharona
Bush sul suo iPod sente My Sharona di The Knack
11 aprile
Rivoluzione al New York Times
Dopo 35 anni cambiano le pagine degli editoriali e, scandalo, cambia anche il programma di uscita delle columns(David Brooks ora c’è il giovedì e la domenica). Martedì debutta il sostituto di Safire, John Tierney.
10 aprile
It is important
“But it is important to realize that most of the worst post-Sept. 11 abuses did not stem from the Patriot Act”. Il New York Times, tre anne e mezzo dopo scrive un lungo editoriale con cui spiega che il Patriot Act non è perfetto (e va modificato) ma non c’entra niente con Guantanamo, le torture, le violazioni dei diritti civili eccetera. Le accuse al Patriot Act, leggete, sono ridicole. Chissà se quelli che mi avevano dato di fascista quando avevo scritto questo e altri articoli simili cambieranno idea ora che glielo dice la loro Bibbia liberal.
10 aprile
Il prossimo Bush, anzi i prossimi due
7 aprile
Ci sono, ci sono
Non sono sparito né abbattuto per la batosta al Cav, anzi. Penso, come Pannella, che a voler seguire i Follini e i Buttiglioni si finisca così. Sono a New York. Dalla settimana prossima riprendo.
6 aprile
Dichiarazione di (non) voto alle Regionali in Lombardia
Non voto per i preti né per i comunisti né per i fascisti di ogni genere e colore, tantomeno voto per chi ha sostenuto il regime di Saddam. Non voto, quindi.
3 aprile
Gadget ravvicinati del terzo tipo
Le grandi iniziative di Panorama
Dall’8 aprile in dvd “Spielberg collection”, film del regista americano (Schindler’s list, Salvate il soldato Ryan, Always, Prova a prendermi, Il colore viola)
Il grande spettacolo dell’Espresso
Dall’8 aprile in dvd “I capolavori di Spielberg”, film del medesimo regista americano (Amistad, Duel, Jurassic Park, Lo Squalo, Minority report, Incontri ravvicinati del terzo tipo)
Forse stanno esagerando.
1 aprile
La strategia pro democracy di Condi Rice
Un rapporto del Dipartimento di Stato e un progetto di legge bipartisan per esportare la libertà
1 aprile