Camillo di Christian RoccaIl Kagan cattolico spiega perché il laicismo uccide l'Europa

New York. Chiunque si sia appassionato al dibattito avviato da Robert Kagan sugli europei-che-vengono-da-Venere e gli americani-che-arrivano-da-Marte, si prepari a un’altra metafora, a una nuova lettura cristianocentrica della divisione transatlantica. L’autore è George Weigel, teologo conservatore americano nonché biografo di Karol Wojtyla. Weigel ha appena pubblicato negli Stati Uniti un libro, "The Cube and the Cathedral ­ Europe, America and politics without Gods" (Basic Books), con il quale prova a completare la tesi di Kagan sulla differenza di visione strategica tra America ed Europa. Secondo il teologo cattolico, l’attuale frattura non è soltanto il prodotto della grande disparità economico-militare tra i due continenti, come suggerisce Kagan. La frattura è più profonda. Detto in due parole: l’America crede in Dio, l’Europa no.
Weigel spiega la sua tesi con la metafora della Cattedrale e del Cubo. Una volta c’era la Cattedrale, ora c’è il Cubo a rappresentare il passato, il presente e il futuro dell’Europa. La Cattedrale è Notre Dame di Parigi, il simbolo dei 1500 anni di civilizzazione cristiana dell’Europa inopinatamente cancellati dalla nuova Costituzione dell’Unione. Il Cubo è l’Arc de la Defense, il monumento ai diritti dell’uomo e alla laicità voluto da François Mitterrand e che oggi rappresenta l’umanesimo laico e la voglia di modernità dell’Europa. La differenza è tutta qui, argomenta Weigel. L’Europa che si ispira all’illuminismo e che rifiuta di menzionare le radici cristiane, cestinando la sua stessa storia e la sua stessa origine, è un continente debole, molle, in crisi d’identità, in difficoltà economica, che non fa figli, che sta letteralmente morendo. L’America, invece, cresce e prospera proprio perché crede che la morale religiosa sia alla base della propria civilizzazione e, soprattutto, perché pensa che senza Dio non ci possa essere una vera politica centrata sul bene comune né un’autentica difesa della libertà.
Weigel si chiede quale tra le due culture, la laica e la religiosa, sia meglio attrezzata per difendere la democrazia e per proteggere i diritti umani: la cultura che ha progettato questo razionale e geometricamente preciso Cubo oppure quella che ha costruito le due torri e la navata di Notre Dame? Weigel non ha dubbi e, citando San Tommaso, Sant’Agostino nonché filosofi e teologi contemporanei, elenca tutto ciò che la nostra civiltà, l’Europa e la stessa democrazia devono al cristianesimo. La tesi di Weigel è che l’illuminismo non sia stato un superamento completo della tradizione cristiana. Anche perché, avverte Weigel, senza una dimensione religiosa l’impegno per la libertà umana risulta attenuato, debole, vago. Gli europei credono nella libertà e nella democrazia, ma non fino a mettere in gioco il proprio sistema di vita nel caso altrove, come in Jugoslavia o in medio oriente, ci sia la necessità di difendere quei valori.
Secondo il biografo di Wojtyla, il problema non è solo europeo, riguarda anche gli americani, perché se è vero che l’Europa è in crisi adesso, l’America potrebbe esserne risucchiata in breve tempo. Gli europei, e in particolare gli intellettuali e i politici, credono che per rimanere liberi e moderni si debba essere radicalmente laici. "Una società laica che non ha altro fine se non quello della propria soddisfazione è una mostruosità, una crescita cancerogena che finirà per distruggere quella società", ha scritto Christopher Dawson. L’Europa è cristofobica, aggiunge Weigel. Lo è perché pensa che il genocidio degli ebrei sia stato la logica conseguenza dell’antigiudaismo cristiano e quindi ritiene che per costruire un’Europa tollerante sia necessario cancellare il cristianesimo. Ci sono altri elementi che giustificano questa paura europea: il Sessantotto, per esempio, cioè il movimento giovanile antiautoritario che fu anche ribellione contro la tradizionale identità cristiana dell’Europa. Ma anche la rivoluzione democratica del 1989 nell’est europeo, influenzata da Giovanni Paolo II. Infine il crollo dei partiti democristiani: in Europa si discute in termini di destra e di sinistra, identificando la destra con lo schieramento cristiano, ma anche xenofobo, razzista, intollerante, bigotto e nazionalista.
La morte di Wojtyla e l’entusiasmo intorno al nuovo Papa potrebbero suggerire il contrario, ma secondo Weigel l’Europa sta morendo perché oggi viverci da cristiano praticante è una condizione di cui quasi ci si vergogna. E’ lecito essere un praticante, ma in privato. Lo è un po’ meno rivendicarlo pubblicamente, come è successo a Rocco Buttiglione.

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