New York. Ops, ci siamo sbagliati. Sorry, ci dispiace molto. Non è vero che a Guantanamo il Corano viene profanato. Non è vero che le guardie americane lo gettano nel cesso per intimidire i detenuti. Ci scusiamo con le 16 vittime e con i cento feriti. Non è giusto che i fondamentalisti islamici abbiano approfittato di un nostro errore. E’ un gran peccato che un articoletto che conteneva notizie non confermate, quindi da non pubblicare, abbia prima messo a soqquadro mezzo mondo musulmano e poi in pericolo i soldati americani.
L’ultimo tonfo del giornalismo liberal americano è opera di Newsweek, il settimanale politico di proprietà del Washington Post. Sui blog di destra, il magazine è stato prontamente ribattezzato "Newsweak", "notizie debolucce", mentre ieri mattina la Casa Bianca, con una dichiarazione del portavoce Scott McClellan, ha preteso scuse ufficiali dal settimanale e ha chiesto alla direzione del giornale di ritrattare più decisamente l’articolo che ha provocato rivolte in tutto il mondo musulmano e una strage in Afghanistan. Nel numero in edicola ieri, Newsweek invece se l’è cavata con un ambiguo editoriale del direttore Mark Whitaker e con un articolo riepilogativo nelle pagine interne: abbiamo sbagliato a scriverne, ma non è detto che il fatto non sia mai accaduto. Due settimane fa, Newsweek aveva pubblicato un articoletto con cui dava notizia di un rapporto interno del Pentagono sugli abusi psicologici inflitti ai detenuti di Guantanamo. Nessuna tortura fisica ma un eccessivo uso della pressione psicologica per ottenere informazioni con pratiche in qualche modo autorizzate (ma oggi non più permesse) dai consiglieri legali di George Bush.
Secondo la fonte anonima citata da Newsweek, l’abuso più grave sarebbe stato di natura religiosa, una grave offesa al Corano: durante un interrogatorio una guardia avrebbe gettato il Corano nel water per provocare i detenuti. Un’accusa vecchia, peraltro. Erano stati cinque cittadini britannici rimpatriati dopo una lunga detenzione a Guantanamo a raccontarla, ma il Pentagono l’ha sempre smentita. Nel mondo islamico la notizia di Newsweek ha infuocato gli animi perché ha dato ufficialità a quell’abuso: ora lo ammette finanche il Pentagono. Solo che Newsweek s’è sbagliato.
La scintilla della rivolta islamica è stata accesa il 6 maggio con una conferenza stampa dell’islamista pakistano Imran Khan. L’ex leggenda del cricket anglo-pakistano ha letto pubblicamente l’articolo di Newsweek: "Ecco che cosa fanno gli americani a Guantanamo. Ingiurano il Corano". La notizia si è diffusa per radio e per televisione in tutto il Pakistan, in Afghanistan, a Gaza e in Indonesia. Ma era falsa. Newsweek ha ammesso l’errore, tanto più che la sua fonte anonima ha ritrattato la versione originale. Si è sbagliato: no, quella storia del Corano gettato nel gabinetto, nel rapporto non c’è.
Newsweek spiega la patacca in un modo confuso. Prima della pubblicazione ha inviato l’articolo a un altro funzionario dell’amministrazione militare, uno diverso da quello che aveva raccontato anonimamente la storia del Corano gettato nel gabinetto. Alla seconda fonte è stato chiesto se l’articolo fosse accurato e questi ha contestato solo un altro aspetto dell’articolo, cioè la veridicità della notizia su un generale ritenuto responsabile degli abusi a Guantanamo. Sul resto non ha detto niente. A Newsweek hanno pensato fosse un lasciapassare indiretto per la storia del Corano. Invece, semplicemente, quel funzionario non ne sapeva nulla.
Il presidente afghano Hamid Karzai ha tirato un primo sospiro di sollievo per il riconoscimento dell’errore, ma è consapevole che in Afghanistan ora si griderà al complotto, all’insabbiamento dello scandalo, a uno sporco trucco orchestrato dagli americani per occultare il fattaccio e continuare a oltraggiare il Corano. E sa che i fondamentalisti continueranno la campagna "Salva il libro sacro", invocando il jihad contro l’infedele americano. "Non ci caschiamo hanno subito fatto sapere alcuni mullah afghani alle agenzie internazionali L’ammissione dell’errore è chiaramente un’autoassoluzione e lo capisce anche un contadino analfabeta". L’incitamento alla guerra santa continua. Sia la Casa Bianca sia Karzai hanno espresso tutta la loro disapprovazione per i metodi e gli standard giornalistici di Newsweek. "Giornalismo irresponsabile", è la definizione usata dal Pentagono. L’autore dell’articolo è un veterano del giornalismo investigativo, Michael Isikoff, ex reporter del Washington Post ma soprattutto il cronista che per primo scoprì il Monicagate, cioè lo scandalo sessuale che portò alla procedura di impeachment nei confronti di Bill Clinton. A quel tempo Isikoff fu molto più accurato, tanto da subire una beffa clamorosa. Ci fu una fuga di notizie sulla sua inchiesta. La storia che lui stava indagando su Monica Lewinsky finì su Drudge Report, il sito internet che ha fatto la sua fortuna proprio grazie allo scoop rubato a Isikoff.
17 Maggio 2005