Premiare Oriana a New York
Lunedì sera a New York è stato consegnato
l’Annie Taylor Award a Oriana Fallaci. Sul Foglio il testo (in inglese)
dello speech di accettazione.
30 novembre
I quattro miti ammazza-liberal smontati da Bill Galston, il prof che fece vincere Bill Clinton
30 novembre
Tocqueville illiberale
Altre idiozie si sono aggiunte alle prime, e ancora
più gravi. Idiozie e banalità che peraltro non entrano
nel merito di ciò che ho scritto, ma parlano d’altro. Avrei
voluto ampliare il mio breve post di ieri, ma meglio di quanto potessi
fare io ha fatto il sempre più bravo Jim Momo.
La grazia non c’entra con le stupidaggini che si sono lette su Sofri
chez Tocqueville. E neanche la colpevolezza, l’età, la
responsabilità di Sofri. Nemmeno la condanna passata in
giudicato o la gigantesca quantità di stronzate totalitarie che
i lottacontinuisti dicevano illo tempore. C’entra che le motivazioni,
le parole e le cose che si sono lette su Tocqueville non stanno in
piedi, in alcuni casi sono false, campate in aria e sono tipiche di
fascistelli brufolosi a cui si è rotta la Playstation.
Certo se il contradditorio fosse con Andrea Mancia di The Right Nation,
mai avrei scritto di idiozie o illiberalismo. Quella si chiama
differenza di opinioni. In un PS, Andrea scrive che “Nell’America che
ci piace tanto, Sofri non sarebbe mai stato condannato. Ma non sarebbe
mai neppure passato per martire”. Ma a parte il fatto che Sofri
è martire solo per pochi italiani, infatti né il
centrosinistra né il Polo l’hanno graziato, è comunque
vero: Sofri in America non sarebbe stato condannato, e non sarebbe
passato per martire. Il punto che sfugge ad Andrea è che da noi
è “passato per martire” proprio perché è stato
condannato.
30 novembre
Niente sarà più come prima
Anche Bellasio ha un blog: Danton
29 novembre
Procedo sempre lento e non rispondo alle mail (che leggo) per motivi tecnici. Sorry. Non stiamo lavorando per voi
29 novembre
Il New York Times sul fosforo bianco di Falluja
Un serio ed equilibrato editoriale del Times sulla questione
fosforo bianco a Falluja. Non dice che tutta l’impostazione di rainews
non stava in piedi, ma riconosce che si tratta di un’arma legale
che sarebbe molto meglio che gli Stati Uniti non usassero.
29 novembre
Il marine di Rainews 24 smentisce e accusa la tv italiana di averlo citato fuori dal contesto
Risulta da questo articolo del Denver Post, segnalatomi da Fabio.
29 novembre
Quei cinque minuti alla Camillo
Il New York Sun recensisce tutte le scorrettezze
professionali di Frank Rich del New York Times. (Il titolo di questo
post è infigardo: è vero il contrario, la recensione di
Rep. nasce dal sito smatertimes.com curato dall’attuale vicedirettore
del Sun Ira Stoll.
29 novembre
Idiozie su Tocqueville
La malattia di Adriano Sofri ha scatenato alcuni bloggers di
Tocqueville a scrivere idiozie imperdonabili indegne di un’aggregazione
sedicente liberale. Non sto dicendo che chi è contrario alla
grazia a Sofri è illiberale. Sto dicendo che è illiberale
chi continua a volere in galera un signore di 60 anni (anche prima
della malattia) condannato sedici anni dopo i fatti sulla base di
un’unica testimonianza di un pentito e con una serie rocambolesca di
condanne seguite da assoluzioni seguite da condanne e terminate in una
detenzione che dura da sette anni. L’America che tanto piace ai
tocquevillisti avrebbe risolto il caso alla prima assoluzione,
ché con un sentenza tale non si sarebbe mai più potuto
condannare “al di là del ragionevole dubbio”.
29 novembre
Indovina chi l’ha detto?
“Questi neocon sono pazzi. Sono matti. Sono ebrei fanatici,
estremisti, non sono gente normale”. Di chi è questa frase, e
molte altre, sul male assoluto rappresentato dai neoconservatori
responsabili di una guerra ideologica e per il bene di Israele? E’
uscita su Repubblica? Su qualche cronaca del Corriere? E’ di Diliberto?
Di Luttazzi? Della sinistra estrema? Oppure di Colin Powell, Frank
Rich, Cindy Sheehan?
No, è di David Duke, l’ex deputato nazi della Luisiana, in
visita ufficiale in Siria per omaggiare il regime fascista di Assad.
29 novembre
Camillo è lento (anche questa settimana)
29 novembre
“Bush was right”
Fenomenale parodia rock della cocciutaggine della destra americana. Che però, secondo me, were right.
29 novembre
C’eravamo tanto armati
La grande bugia sulla guerra in Iraq è quella di chi
dice che Bush ha ingannato il paese sulle armi di sterminio di Saddam
26 novembre
La sinistra che chiede un regime change in Iran
Con molte più parole e in modo molto più
confuso e facendo mille premesse e aprendo cento parentesi e fornendo
decine di excusatio non petite (al punto da sembrare Gad Lerner),
Timothy Garton Ash dice le stesse cose che Michael Ledeen predica da
anni.
24 novembre
Sam Tanenhaus è un genio
Il capo della Book Review del New York Times, aka il nostro
uomo sulla 43esima strada, ha dato da recensire il libro di Maureen
Dowd a una scrittrice che la Dowd aveva massacrato in ben due
occasioni. La scrittrice si è vendicata.
24 novembre
Il solito straordinario M. Ledeen
24 novembre
I did declare him guilty, before I declared him not guilty
John Kerry è stato chiamato a fare il giurato a un processo.
24 novembre
Hillary e Biden non vogliono sentir parlare di ritiro dall’Iraq
23 novembre
Non stiamo lavorando per voi
Camillo sarà aggiornato saltuariamente nei prossimi giorni.
23 novembre
“Sì, è vero: ho preso soldi da Saddam”
L’ex ambasciatore francese all’Onu nonché
special advisor di Kofi Annan confessa. (Francia, ambasciatore Onu, Oil
For Food, Saddam)
20 novembre
Nadagate (da Newsweek)
“If Armitage was the original leaker, that undercuts the argument that
outing Plame was a plot by the hard-liners in the veep’s office to
“out” Plame. Armitage was, if anything, a foe of the neocons who did
not want to go to war in Iraq. He had no motive to discredit Wilson”.
Insomma, Nadagate, se viene confermata l’ipotesi Armitage.
Qui, su Camillo, è stato scritto il 16 luglio, poi ogni giorno. Poi sul Foglio il 20 luglio. (Ma per il Times di Londra la fonte è Stephen Hadley)
20 novembre
Infelice
“La freddezza cinese non è dovuta
all’infelice invito rivolto da Bush a Hu perché adotti il mdello
Taiwan di democrazia”
Ennio Caretto, un ciccinin infelice, oggi sul Corriere della Sera
20 novembre
E a casa
Roma Roma Roma
core de ‘sta Città
unico grande amore
de tanta e tanta ggente
che fai sospirà.
Roma Roma Roma
lassace cantà,
da ‘sta voce nasce n’coro
so’ centomila voci
ciai fatto ‘nnamorà.
Roma Roma Roma,
t’ho dipinta io
gialla come er sole
rossa come er core mio
Roma Roma Roma
nun te fà ‘ncantà
tu sei nata grande
e grande hai da restà
Roma Roma Roma
core de ‘sta Città
unico grande amore
de tanta e tanta gente
m’hai fatto ‘nammorà
19 novembre
Il mondo capovolto
19 novembre
403 a 3
La Camera dei Rappresentanti di Washington boccia il ritiro delle
truppe dall’Iraq. Una intelligente iniziativa dei repubblicani per
chiamare il bluff dei democratici. (Anche il deputato Murtha che in
questi giorni ha avuto titoloni ha votato contro)
19 novembre
Io mi vergogno per loro/2
In un articolo iper
giustizialista sull’arresto in Austria del professore negazionista
dell’Olocausto (non revisionista, come scrive facendo confusione il
suddetto articolo), Andrea Tarquini riesce a scrivere la seguente
frase: “E’ anche, se non soprattutto, l’estrema
liberalità delle leggi della “comunità anglosassone”
esaltata da George W. Bush e Tony Blair in materia di libertà
d’opinione, ad aver consentito a Irving, da decenni, di sfruttare
la sua fama di storico per diventare la più influente voce della
propaganda neonazista nel mondo”.
La colpa delle idiozie
propagandate da Irving, per Rep è di Bush e Blair e della loro
leggi troppo liberali che i due, sfrontati, vorrebbero anche esportare
nel mondo.
Tre pensieri: Quando c’è da mandare qualcuno in galera, Rep. è sempre in prima fila.
Per Rep, la colpa è comunque di Bush e di Blair: se “esaltano”
leggi troppo liberali, aiutano a propagandare tesi naziste. Se fanno il
Patriot Act sono loro stessi nazisti.
Per Rep, arrestare uno che nega uno sterminio di 60 anni fa è
giusto, invece fermare uno che nega quello attuale e propaganda e
incita e recluta allo sterminio degli ebrei e dei crociati qui e ora,
signora mia, non è multiculti-chic.
18 novembre
Mister Hu, butta giù quella Muraglia
La dottrina democratica di Bush alla prova del colosso cinese e dei dossier gepolitici di Pechino
18 novembre
Io mi vergono per loro
Titolo
del quotidiano comunista Il Manifesto a pagina 10 di oggi: “Katrina,
una scusa per fare pulizia etnica”. Leggete bene: “Katrina, una scusa
per fare pulizia etnica”. Cioè, secondo i comunisti italiani
l’Amministrazione Bush ha usato Katrina come pretesto “per fare pulizia
etnica”. Non so se vi rendete conto: “Pulizia etnica”. La cosa
incredibile, oltre all’idiozia in sé, è che lo stesso
autore dell’articolo riconosce che tutto il caos di violenze, stupri,
uccisioni e saccheggi di cui tutti i giornali (tranne uno) hanno
parlato erano falso, non è mai accaduto. Eppure, Bush ha usato
Katrina come “scusa per fare pulizia etnica”. E questo viene dagli
stessi giornalisti comunisti che si sono battuti perché gli
angloamericani (e D’Alema) non fermassero la pulizia etnica nei Balcani
e in Iraq, quella vera.
18 novembre
La cosa certa
L’unica persona che in tutta la complicata vicenda Ciagate Nadagate
è assodato abbia mentito più volte e fin dall’iniziosi chiama Joe Wilson.
18 novembre
Mentre
il Nadagate affonda, si scopre che il faccendiere Abramoff ha
finanziato il leader dei democratici Harry Reid più del
“corrotto” repubblicano Tom DeLay
18 novembre
Mentre il Nadagate affonda, a Chicago Fitzgerald incrimina Lord Conrad Black
18 novembre
Camillo vale (soltanto) 128,150.58 dollari
- Wittgenstein 242,752.20 dollari
- Repubblica.it 2,527,445.58 dollari
- Drudgereport 4,690,762.86 dollari
- Tocqueville 164,281.14 dollari
- Emmebi 0 dollari
- Project for a New American Century 0 dollari
(grazie a Guido G.)
PS
Per 100 mila dollari, Camillo è vostro.
17 novembre
Modelli Americani/2
Brian Lamb per Claudio Petruccioli
Style – Il Corriere della Sera, novembre 2005
Votare in Iraq
La svolta di Al Sistani. Le nuove alleanze politiche e tutto quello chje c’è da sapere sulle elezioni del 15 dicembre
17 novembre
Perché aver dismesso l’esercito di Saddam è stata una scelta saggia
Un
bushiano e un clintoniano spiegano che era l’unica cosa da fare.
Intanto perché l’esercito, alla caduta del regime, si era
già disciolto da sé. Poi, perché un nuovo Iraq non
sarebbe mai potuto nascere con i baathisti alla guida delle forze
armate.
17 novembre
Sòla profonda
Insomma se il primo giornalista ad aver saputo di Valerie Plame
è stato Bob Woodward, e non lo ha saputo da Lewis Libby ma da un
altro al momento anonimo (e non è Karl Rove), mi pare che questo
procuratore Fitzgerald è un investigatore sòla.
16 novembre
Il Senato americano dice no al ritiro, ma chiede a Bush di spiegare come si vince in Iraq
Bocciata la richiesta dei democratici. I repubblicani vogliono un piano per
porre fine alla guerra, John McCain vuole più truppe
16 novembre
Quando Bush esporta la democrazia pacificamente, i paesi “arabi moderati”, la sinistra italiana e anche Gianfranco Fini latitano
15 novembre
Gli esperti sul fosforo bianco
Andrea Nativi e John Pike (sul Corriere). Non è un’arma chimica, non è
illegale, brucia anche i vestiti, le immagini di Rainews non dimostrano
niente, semmai il contrario e, soprattutto, averla usata “per uccidere”
non ha alcun senso logico, strategico e militare. Glauco Maggi, su
Libero, racconta perché New York Times e Bbc non hanno dato
spazio allo scoop di Rainews. Uno scoop, ricordiamolo fatto da chi
durante l’attacco a Falluja non era presente, al contrario di 200
giornalisti americani (certamente non filo Bush) che non hanno visto
nessun uso di armi chimiche.
15 novembre
Tramonto zapateriano
E’ uscito il nuovo numero di Ideazione. Leggetevi, specie voi – cari compagni radicali, il formidabile saggio breve del grande Enzo Reale (alias 1972)
e riflettete sul vostro slogan Blair-Fortuna-Zapatero. Il generale Zap
non è roba da liberali. Secondo me, Daniele Capezzone lo sa
benissimo. (il testo non è ancora online)
14 novembre
Andrew Sullivan goes mainstream
Il suo blog sarà ospitato da Time.com. Se qualcuno volesse comprare Camillo, sappia che Camillo è in vendita.
14 novembre
L’idiozia della settimana
Il
centrosinistra alla perenne ricerca di una idea seria e credibile
sull’Iraq (ma anche solo di un’idea punto e basta), ora s’è
infatuata di questa stupidaggine: sostituire le truppe occidentali con
quelle dei paesi arabi moderati. Sono dei geni. A parte che vorrei
sapere quali sono i paesi, cioè i governi, arabi moderati, ma
vorrei segnalare l’assurdità di far difendere la nascente
democrazia irachena da eserciti di paesi dittatoriali, cioè di
governi che sperano che la democrazia irachena vada in fumo.
14 novembre
Altra idiozia della settimana
Piero
Fassino ha chiesto al governo di riferire in aula il caso
Falluja-fosforo bianco. A parte le smentite sul caso, che diavolo
c’entra il governo italiano? Secondo: Fassino è sicuro di questa
frase: “Immagini di corpi e volti sfigurati dai gas chimici usati a
Falluja…”. Gas? Il Fosforo è un gas? Chimici? Ma di che parla?
Ma i comunisti una volta non erano seri?
14 novembre
Il prossimo (possibile e probabile) presidente degli Stati Uniti
Major speech di John McCain sull’Iraq. McCain è il repubblicano
più amato dai liberal, perché indipendente, bipartisan e
moderato. La sua proposta è: aumentare le truppe in Iraq e non
farsi illusioni sugli aiuti della comunità internazionale.
14 novembre
La regola dei vent’anni si accorcia
Max D’Alema, già premier che fece una guerra ideologica, geopolitica e senza l’Onu, dialoga con Ledeen, Perle e Kagan.
(l’articolo di cronaca sul convegno di Firenze era ieri sul Foglio)
13 novembre
Il Giornale ricostruisce la Niger-connection
13 novembre
The New Italy
Editoriale di Giuliano Ferrara sul New York Sun
12 novembre
Fosforo bianco o rosso?
Wellington spiega la storia del fosforo bianco a Falluja.
Qui i blog americani contro Rainews24
12 novembre
“I neocon puniti nel voto americano”
Non ci sono più parole per l’informazione del Corriere della
Sera sull’America (tranne Style, ovviamente). Il titolo del pezzo di
Caretto sulla riconferma di due governatori democratici in Stati
governati da anni da due democratici è fenomenale. Ma questa
enfatizzazione del risultato in fondo è solo propaganda. Il
resto è pura follia. I neocon non esistono. Sono quattro
intellettuali. Non sono un partito. Non si candidano alle elezioni. E
quando lo hanno fatto, sono stati eletti tra i democratici (Scoop
Jackson e Moyhan). Quindi chi sono ‘sti neocon puniti da Dio e da
Caretto? Dov’è il partito neocon? Dove sono i parlamentari
neocon? E i candidati neocon che sarebbero stati “puniti”?
Ma di che parlano? Caretto poi scrive che i neocon amano le tre G, God,
Guns, Gay. Io, davvero non ho parole. Anzi qualche altra ce l’ho
ancora: è lo stesso articolo di Caretto a spiegare che il
candidato della Virginia vincitore è un democratico centrista,
attento ai valori della famiglia, Dio eccetera. Lo scrive Caretto,
ripeto. Quindi, al massimo, se la logica carettiana ha un senso, i
neocon sarebbero stati premiati, visto che per vincere i democratici
sono costretti a rincorrere valori, Dio e centrismo. O no, cari
corrierones?
11 novembre
Robert Fisk e i blog
Domanda di Gary Rosen from Commentary magazine. Mr. Fisk,
you’ve achieved a degree of immortality in the blogosphere, where
[for] these online commentators the verb “to fisk” now
means to take a piece of journalism and to respond to it point-by-point
for its ideological biases and factual unreliability. I’m
wondering, do you — do you take pride in this coinage? Does it
fill you with indignation? What are your thoughts on it? Is it
justified?
FISK: I don’t waste my time with blogs, I don’t use the Internet, and I don’t use e-mail. I work.
Thank you. (Laughter.)
11 novembre
Prodi e la Niger-barzelletta
Una gaffe internazionale, poi il leader dell’Unione conferma al Foglio che l’Italia non c’entra nulla col dossier-truffa
10 novembre
The King of the Conflict of Interests
Bloomberg vince stravotato dai liberal, ai quali del conflitto di’interesse non frega niente
10 novembre
Il blog di Judith Miller
Con la lettera d’addio al New York Times, una risposta al public edito del giornale e un lisciabusso a Maureen Dowd.
10 novembre
Bush riceve il Dalai Lama nonostante le proteste di Pechino e dieci giorni prima del suo viaggio in Cina
10 novembre
Sciopero dei giornalisti
Ogni
volta che c’è uno sciopero, alcuni giornali, tra cui il mio,
escono ugualmente. Bene. Noto però che quasi tutti i giornali
che escono si vergognano un po’ e pubblicano sempre un articoletto di
adesione alle ragioni dello sciopero seguito da patetiche e ipocrite
scuse burocratiche per cui, pur adeendo, non scioperano. Lo fa il
Manfesto, lo fa il Riformista, lo fanno altri. E’ ridicolo. Se
aderisci: sciopera. Se non aderisci: taci e lavora, no? Il Foglio,
ovviamente, non si giustifica se decide di uscire. A Libero sono dei
geni. La proprietà concede già ai suoi redattori la cifra
che il sindacato cerca di ottenere con lo sciopero, in cambio
dell’uscita del giornale.
PS
Ricevo da Dario Colombo,
caporedattore di Linea Edp: “Si puo’ fare come si fa noi: si sciopera,
ma si lavora. Cioe’ si devolve la giornata al fondo di
solidarietà”.
10 novembre
Accorato appello dell’Onu a restare in Iraq
I centrosinistri se ne fregheranno anche questa volta delle richieste dell’Onu? Leggete
cosa dice la risoluzione Onu approvata ieri all’unanimità
(compresa la Francia) dal Consiglio di Sicurezza Onu.
PS.
Il prossimo che di John Bolton dice che non è un diplomatico è assunto al Bagaglino.
10 novembre
Team America ora e sempre
Prime
timide ammissioni al New York Times sul fighettismo degli attori
engangé anti-Bush: “Who do they think they are? Why should we
care what these people – whose faces lure us into buying magazines,
whose clothes and hairstyles we imitate, whose private lives we take to
be our business – have to say about AIDS in Africa or the war in Iraq?
How dare they presume to tell us how we should vote?”
(Dall’anticipazione dell’articolo di A.O. Scott sul New York Times del 13 novembre)
10 novembre
Chalabi
Uno
dei grandi errori americani in Iraq è stato quello di gettare
alle ortiche Ahmed Chalabi, il leader laico, democratico e liberale
iracheno. A un certo punto Cia e Dipartimento di Stato (e giornali
liberal) gli hanno fatto una guerra che se solo avessero speso
metà delle energie altrove, Zarqawi sarebbe al gabbio da tempo.
Vi ricordate le bufale su di lui pubblicate sui giornali, su velina
della Cia e degli uomini di Powell? Era un leader di cartapesta, senza
seguito e disprezzato. Be’, è stato il politico che ha messo su
la lista sciita che ha vinto le elezioni. Ha scritto la Costituzione.
E’ vicepremier eletto democraticamente e varie altre cose (tra cui la
tregua tra il nuovo Iraq e gli uomini di Moqtada). Ora Washington lo
riceve con grandi onori. Quanto a tutte le accuse contro di lui
sulle intelligence false fornite agli americani, suonano come il
Nigergate. E lo dicono il rapporto sulle armi di distruzione di massa, e quello bipartisan sull’intelligence.
PS
Mi spiace che anche Paferrobyday, l’ottimo Paferrobyday, sia caduto nella trappola e continui – naturalmente senza argomenti – a scrivere fantasie su Chalabi.
10 novembre
L’Ambasciata americana contro Rainews24
Fosforo o non fosforo? (grazie a mario sechi)
9 novembre
L’Onu resta in Iraq
Accordo per estendere di un anno il mandato militare (e risposta a Prodi)
9 novembre
I guai di Bush e i tre lunghi anni che gli restano per risolverli
9 novembre
Per quelli che la dottrina Bush è finita
Bush
cambia la Cia, ora dovrà esportare la democrazia. Il documento
strategico sull’intelligence presentato da John Negroponte
8 novembre
Bufala di Rai24news?
Io non so niente di armi, ma in America si fanno grandi risate sullo scoop
italiano sul fosforo bianco usato a Falluja. Come scrive The Right Nation:
“Peccato che questa terribile arma chimica sia usata da decenni per
illuminare le postazioni nemiche di notte. Come scrive Ace of Spades
(via My Vast Right Wing Conspiracy): “Il prossimo scoop sarà su
una super-arma degli americani capace di iniettare capsule di piombo
tossico direttamente nei corpi dei nemici, attraverso una tecnologia”.
8 novembre
El Baradei a Repubblica: “Sull’uranio del Niger avevo ragione”.
E’ vero, l’Aiea il 7 marzo 2003, dopo averli ricevuti dagli americani,
disse che i documenti patacca erano falsi. Chi ha torto, come è
noto, è Repubblica (che ormai è ridotta a fare giochetti
da bambini della terza elementare)
8 novembre
Parla Nucera
Il Giornale, dipo aver intervistato Rocco Martino, parla con l’ex agente che aiutò l’autore del falso dossier. Interessante
6 novembre
Fenomenologia di Rep
Sono fatti così, a Largo Fochetti. Qualche giorno la
notizia dell’Fbi che esonerava l’Italia dalla fabbricazione del falso
dossier sul Niger, su Rep. è stata definita una vergognosa
e falsa e depistatoria velina del Sismi. Poi l’opposizione ha letto la
lettera originale e autografa del direttore dell’Fbi e il caso
s’è chiuso, con perdite per Rep. Oggi l’Fbi ha confermato di
aver inviato quella lettera che smentisce in toto la so-called
inchiesta di Rep, ma Rep. pensa che i suoi lettori siano scemi e prova
a usare la doppia smentita alla propria so-called inchiesta per
continuare a difendere l’indifendibile fantascoop che vanta più smentite nel mondo. In un paese civile, lettori,
politici e associazioni e ordini giornalistici chiederebbero il conto a Rep.
(tra l’altro aspettiamo ancora una correzione sull’incredibile caso
Lupis di un paio di anni fa). Ma il nostro è un giornalismo alle vongole, in gran
parte a causa di Rep. Protesterebbero anche in Niger, credo. Da noi no.
5 novembre
Unfit to read Italy
Così come è il miglior giornale punto
per capire l’America, l’Economist è assolutamente ridicolo
quando si occupa di Italia. Sul numero in edicola questa settimana, tra
le altre stupidaggini, si legge che prima dell’arrivo di Celentano in
tv era scomparsa la satira.
5 novembre
Le nuove Presidential Medal of Freedom
Mohammed Alì, Robert Conquest, Aretha Franklin, Jack Nicklaus, il generale Richard Myers e altri
4 novembre
Anche il Pentagono fa podcasting
4 novembre
La Niger-barzelletta
L’opposizione riconosce che il Sismi non c’entra con il dossier truffa (che forse è stato creato all’estero)
4 novembre
La battuta (involontaria) del decennio
L’ha riportata ieri Guia Soncini sul Foglio. Durante
la trasmisione “Campioni”, alla domanda“Chi prese il potere in
Russia dopo lo Zar?”, uno dei calciattori ha risposto,
seriamente, “John Lenin”
3 novembre
Gioco, partita, incontro
“Gli scoop di Repubblica sono fantasiosi”
Senatore Luigi Malabarba (Rifondazione comunista) all’uscita dell’audizione del Comitato parlamentare di controllo sui Servizi
3 novembre
Io sono sionista
Stasera, ore 21, la fiaccolata meticcia per Israele
3 novembre
Un anno fa, la Niger-barzelletta fu cestinata dalla Cbs
3 novembre
I mullah di Ahmadinejad in protesta davanti alla nostra ambasciata in Iran
2 novembre
Michael Ledeen smonta punto per punto le favole da 007 di Repubblica
Dati, nomi, alleanze, uomini, stanze. Tutti gli errori sulla spy story di Largo Fochetti
2 novembre
Dunque: L’Unità, il Manifesto, Liberazione, Europa e il Riformista smentiscono la bufala Nigergate di Rep. Ci sarà un motivo, no?
Qui
Liberazione (titolo del paragrafo: “il Ciagate è vero, il
Nigergate falso”). Ieri l’Unità, un’intera pagina di Andrea
Purgatori demolitoria del cosiddetto scoop di Bonini-D’Avanzo, con la
notizia – tra le altre cose – che l’Fbi dopo 2 anni di indagini ha
esonerato l’Italia da ogni ruolo nella vicenda. Il Manifesto e il
Riformista quasi ogni giorno.
2 novembre
L’Unità, dico l’Unità, smonta punto per punto il Nigergate di Rep.
1 novembre
Mai parlare di cose che non si sanno, specie di Star Trek
Zucconi aveva scritto che i Vulcans di Bush si
chiamavano così “ricordando i guerrieri invincibili di Star
Trek”. Se l’è inventato, come ho scritto domenica. Solo che ora
ho ricevuto diverse mail di startrekkiani i quali sostengono che
Zucconi ha pure confuso i personaggi della serie. Seguono estratti da
queste mail: “Lo sbaglio è doppio: i Vulcans di Star Trek non
sono invincibili guerrieri, ma razionalissimi pensatori che hanno nella
logica la loro guida assoluta”. “I
Vulcaniani erano tutt’altro che dei guerrieri, erano dediti alla
repressione dei propri sentimenti in nome della “logica”
(=razionalismo tout-court) ed erano generalmente versati nell’arte
dipolomatica? Le “razze guerriere” in Star Trek erano quelle dei
Klingon e dei Romulani, e comunque più i primi dei secondi. In
pratica Zuccopycat prende due cantonate con un’idiozia sola (credo sia
un piccolo record anche per uno come lui!): non solo dimostra di citare
Star Trek a sproposito, ma ammette implicitamente che i neocon siano
estremamente razionali, nonchè molto bravi in diplomazia”.
1 novembre