Milano. Le farneticazioni anti israeliane e negazioniste dell’Olocausto pronunciate dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad hanno provocato qualche contraccolpo politico negli Stati Uniti. Condoleezza Rice, segretario di Stato, ha subito bollato come “vergognose” quelle frasi, ma la senatrice Hillary Clinton ha lanciato un attacco bipartisan alla Rice, criticandola per non aver risposto in modo sufficientemente robusto ai commenti antisemiti di Ahmadinejad. Il Senato, due giorni fa, ha approvato una risoluzione di condanna, resa però più fiacca da un intervento in extremis dei senatori democratici, ovvero proprio dai colleghi di partito della Clinton.
Tutto è cominciato quando il presidente iraniano ha detto di voler cancellare Israele dalla cartina geografica. Alla dichiarazione è seguita un’indignazione generale che ha fatto il giro del mondo, ma che si è fermata alle soglie del Palazzo di Vetro dell’Onu. L’8 dicembre scorso, infatti, dentro la sede delle Nazioni Unite e alla presenza di Kofi Annan si è tenuta una conferenza di solidarietà con il popolo palestinese. Alle spalle del segretario generale, e accanto alle bandiere palestinese e dell’Onu, c’era una grande mappa della Palestina senza Israele: il sogno di Ahmadinejad con il bollino delle Nazioni Unite.
Successivamente il presidente iraniano ha detto che l’Olocausto è solo un “mito”, ricevendo un’altra valanga di critiche da tutto il mondo, tranne che dai Fratelli musulmani. Il leader dei fondamentalisti egiziani, Mohamed Mahdi Akef, giovedì ha ribadito che l’Olocausto è soltanto un “mito” dell’occidente. L’editorialista del New York Times, Thomas Friedman, ieri ha ricordato che se c’è un mito, questo è quello secondo cui l’Iran sarebbe una democrazia e Ahmadinejad un presidente eletto, mito riproposto nei giorni scorsi anche da Magdi Allam sul Corriere della Sera. Piuttosto, ha scritto il liberal Friedman, Ahmadinejad è “uno scià con il turbante”. Anche in questo caso, Condi Rice ha fatto sentire la sua voce, ma Hillary con una lettera pubblica ha chiesto al segretario di Stato di “mettere gli Stati Uniti in prima linea nel pronunciare una condanna forte, unita e non ambigua da parte della comunità internazionale”. Gli analisti americani hanno subito interpretato la lettera anti Iran della senatrice di New York come un’ulteriore conferma del fatto che, in vista delle elezioni presidenziali del 2008, Hillary voglia costruirsi una credibilità sui temi della sicurezza nazionale. Alcuni repubblicani, come il falchissimo senatore del Minnesota Norm Coleman, hanno fatto sapere di condividere in pieno la lettera di Hillary, così come la necessità di usare un linguaggio più forte contro il regime di Teheran. Rick Santorum della Pennsylvania e Sam Brownback del Kansas, due conservatori molto impegnati a sostenere i movimenti democratici in Iran, hanno presentato una risoluzione di condanna delle parole di Ahmadinejad ma sono stati costretti ad ammorbidire i toni per l’intervento dei senatori liberal, i quali hanno preteso che venisse tolto dal documento ogni riferimento a un eventuale sostegno americano all’autodeterminazione del popolo iraniano. La risoluzione originale impegnava gli Stati Uniti ad appoggiare il referendum nazionale sul regime che l’opposizione iraniana chiede da un anno. Santorum, in aula, ha presentato il testo epurato e, una volta incassato il voto, ha criticato non solo le parole di Ahmadinejad ma anche quelle dei colleghi che si sono opposti a una condanna più decisa: “Non abbiamo potuto adottare una risoluzione che dicesse agli iraniani che noi sosteniamo i loro sforzi di autodeterminazione e di potersi esprimere in un referendum libero e giusto”. I repubblicani hanno accettato di ammorbidire il testo perché era “importante condannare le frasi di Ahmadinejad ma – ha aggiunto Santorum – davvero non capisco perché qualcuno si sia opposto a due frasi che dicevano che noi stiamo dalla parte della libertà e della democrazia di tutti i popoli, compreso quello iraniano”. Nessuna dichiarazione, questa volta, da parte di Hillary Clinton.
24 Dicembre 2005