L’ultimatum scade il 26 febbraio. La giornalista americana Jill Carroll è in mano ai terroristi islamici e ai nostalgici di Saddam che il 7 gennaio l’hanno rapita a Baghdad. Avrete certamente sentito parlare di Jill e di quel suo strano giornale, il Christian Science Monitor. Il nome della testata non deve trarre in inganno. Non è un giornale confessionale, è laico. Non è il quotidiano di una bizzarra setta, è molto serio. Il Monitor è un piccolo, ma autorevolissimo, quotidiano di Boston. E’ stato fondato nel 1908 da una donna, Mary Baker Eddy, ai tempi in cui le donne non avevano ancora il diritto di voto. E’ edito dalla “First Church of Christ, Scientist”, la chiesa scientista fondata dalla Eddy per diffondere l’idea che la guarigione arriva attraverso la preghiera. Per volere della sua fondatrice, il Monitor pubblica ogni giorno soltanto un articolo di tema religioso e oggi è un quotidiano universalmente apprezzato per la qualità dei suoi servizi internazionali. La sua caratteristica è quella di non pubblicare notizie d’agenzia, ma di affidarsi alle cronache di prima mano dei suoi giornalisti sparsi in 11 paesi del mondo. Il Monitor ha fin dalla sua fondazione un solo obiettivo: “Non danneggiare nessuno, render felici tutti”. Ma non pensate che sia il motto di un giornale supino con i potenti, è vero il contrario. E’ un giornale indipendente che “antepone i principi ai profitti”, nato in seguito a una battaglia legale tra Mary Baker Eddy e l’establishment editoriale di New York, guidato dal mitico Joseph Pulitzer, che le voleva sottrarre il controllo del suo patrimonio. Al processo ha vinto la Eddy e nel corso degli anni il Monitor ha vinto sette volte il premio giornalistico più importante del mondo che, ironia della sorte, è proprio quello dedicato all’antico rivale Pulitzer. Ora spera di vincere di nuovo con il ritorno a casa di Jill.
23 Febbraio 2006