Mentre continuano le denunce sugli abusi nel carcere di Guantanamo e nelle strutture di detenzione in Iraq, l’Associated Press ha scoperto che un bel numero di detenuti islamici chiede agli americani di restare a Camp Delta e di non essere rimpatriato. Motivo? Nelle carceri dei loro paesi verrebbero torturati. Il prigioniero cinese di nome Mahmut, il quale due giorni fa è apparso davanti al Tribunale militare che lo sta giudicando, ha detto: “Non voglio essere rimpatriato, vorrei chiedere asilo politico”. La sua paura, ha scritto la Ap, è simile a quella di dozzine di altri detenuti dell’Uzbekistan, dello Yemen, dell’Algeria. Un siriano ha detto: “Avete detto ‘terroristi, terroristi’. Se torniamo, sia che abbiamo fatto qualcosa sia no, lì non ci sono diritti umani. Saremo uccisi immediatamente”. Gli Stati Uniti hanno già liberato 187 prigionieri e trasferito nelle carceri dei paesi d’origine altri 80 detenuti. Ora hanno annunciato di fare lo stesso con altri 123 prigionieri. Yasim, saudita, ha detto: “Io non posso tornare nel mio paese. Sono stato minacciato di morte”. Mahmut il cinese ha ribadito: “Se torno in Cina, mi tortureranno. Useranno cani, mi strapperanno le unghie”. Ora sta pensando di convincere i giudici della propria colpevolezza. In modo da restare a Guantanamo.
8 Marzo 2006