La settimana scorsa abbiamo raccontato che Barack Obama, al di là delle dichiarazioni pubbliche, ovviamente più caute, è tentato dal non considerare più “inaccettabile” un Iran nucleare, come aveva detto durante la campagna elettorale. La Casa Bianca è convinta che un intervento militare americano o israeliano per distruggere i siti nucleari degli ayatollah possa risolversi in un disastro e crede che l’arma della deterrenza resti la più efficace per evitare uno scontro nucleare. Ora Obama dice apertamente che l’Iran ha il diritto a dotarsi di tecnologia nucleare, ma solo a scopo civile. I primi segnali di questa nuova strategia, però, non sono incoraggianti. L’ayatollah Ali Khamenei non si è affatto addolcito e ha ribadito che “il mondo odia gli americani dal profondo del cuore”. Nei giorni scorsi l’Onu ha reso pubblico un rapporto dell’Agenzia atomica secondo cui l’Iran ha già una quantità sufficiente di centrifughe e di combustibile nucleare per costruire due bombe l’anno (e ha confermato che il bombardamento israeliano del 2007 in Siria ha colpito un sito nucleare segreto). Gli esperti dell’Onu spiegano che da oltre un anno non hanno più accesso ai siti nucleari iraniani e che Teheran non risponde alle domande dell’Agenzia, imposte da diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Le aperture all’Iran hanno inoltre ringalluzzito il regime nordcoreano, impegnato in test atomici e missilistici che hanno convinto l’Amministrazione a confrontarsi con la realtà e a cambiare politica. Almeno riguardo a Pyongyang.
9 Giugno 2009