Camillo di Christian RoccaMissione Coppitto

Roma. Il primo giorno del G8 dell’Aquila si è concluso con la presentazione di quattro dichiarazioni dei leader del gruppo dei grandi paesi: una sull’economia globale, una sullo sviluppo in Africa, una sul cambiamento di clima e, in serata, una politica sull’Iran, sulla Corea del nord e sulla delicata questione nucleare.

Roma. Il primo giorno del G8 dell’Aquila si è concluso con la presentazione di quattro dichiarazioni dei leader del gruppo dei grandi paesi: una sull’economia globale, una sullo sviluppo in Africa, una sul cambiamento di clima e, in serata, una politica sull’Iran, sulla Corea del nord e sulla delicata questione nucleare. Le decisioni, anticipate già nei giorni scorsi, sono state adottate dopo mesi di lavoro comune e delicate trattative e mediazioni internazionali. Le preoccupazioni della vigilia – alimentate dall’articolo del Guardian di Londra dell’altro ieri che paventava un’esclusione dell’Italia dal G8 per manifesta incapacità di gestire i dossier e dall’editoriale del New York Times di ieri che invitava il presidente americano Barack Obama ad assumere la leadership del summit per evitare il fallimento – sono rientrate prima ancora dell’inizio del vertice. E’ stato proprio Barack Obama, ospite al Quirinale del presidente Giorgio Napolitano, a dire che “sulle questioni discusse al G8, dal cambiamento di clima, alla povertà mondiale, dalla crisi globale finanziaria, alla non proliferazione nucleare, il governo italiano ha già mostrato una leadership straordinaria e siamo grati di essere in grado, per molti anni a venire, di considerare amica l’Italia”. Il leader britannico Gordon Brown, invece, in un’intervista al Corriere della Sera ha riconosciuto il ruolo italiano nella formulazione delle regole finanziarie contenute nella prima delle dichiarazioni adottate ieri dal gruppo degli otto.
Il viceconsigliere per la Sicurezza nazionale per gli affari economici internazionali della Casa Bianca, Mike Froman, una delle menti più affilate dell’Amministrazione Obama, ha escluso categoricamente le notizie riportate dal Guardian e dal New York Times secondo cui avrebbe dovuto condurre riunioni d’urgenza con gli sherpa degli altri paesi per recuperare l’assenza di iniziativa italiana: “Non è vero”, ha detto Froman ai giornalisti confermando la versione data martedì in conferenza stampa da Berlusconi. “Io sono lo sherpa anche del processo del G20 – ha detto – Abbiamo organizzato una conference call sul summit di Pittsburgh circa una settimana fa, visto che guideremo quel vertice, ma non abbiamo convocato una riunione per il G8”.
L’uomo di Obama non ha voluto lasciare dubbi: “Fatemelo dire in modo più generale: penso che la presidenza italiana abbia fatto un lavoro fantastico nel preparare il summit. Sia nel senso fisico, visto che siamo qui in un posto che soltanto pochi mesi fa non avrebbe mai immaginato di ospitare un vertice di questo tipo, e hanno fatto un lavoro eccezionale nel costruire questa struttura e nel rendere possibile l’incontro dei leader in una località consona, considerato il terremoto. Ma anche sul programma. Credo che gli italiani abbiano definito in tempo un programma e abbiano lavorato meticolosamente fin da allora… Sono davvero sorpreso da questi articoli, penso che la presidenza italiana abbia fatto un lavoro molto buono nel preparare il vertice e penso che sarà un summit di successo”. Nel pomeriggio Obama, in maniche di camicia, ha visitato il centro dell’Aquila, accompagnato dal premier italiano, e ha confermato l’impegno americano in particolare nel settore universitario con borse di studio in campus americani, la costruzione di dormitori, aule, laboratori e biblioteche.
Subito dopo, Berlusconi ha portato il presidente russo Dmitri Medvedev a Paganica, per un altro tour delle zone terremotate. Mentre, in mattinata, il presidente del Consiglio aveva fatto un giro analogo con la cancelliera tedesca Angela Merkel a Onna, il paesino completamente devastato dal sisma di aprile.
(segue dalla prima pagina) Il primo documento approvato dai leader del G8 durante il primo pranzo è stato quello sulla crisi economica e sulle regole dei mercati finanziari, le cui linee erano state anticipate dalla dichiarazione di Lecce dei ministri finanziari. Il gruppo degli otto intravede segnali positivi, anche se la situazione resta incerta, rischiosa e instabile. I mercati, si legge nel documento, devono restare liberi e aperti, i grandi paesi non devono cedere al protezionismo. D’altro canto va mantenuta una certa sostenibilità fiscale nel medio termine, si deve lottare contro i paradisi fiscali e bisogna cominciare a pensare a una via d’uscita per il momento in cui la crisi finirà.
La seconda dichiarazione, approvata nella sessione pomeridiana, è l’accordo raggiunto tra gli otto per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica del cinquanta per cento entro il 2050, e dell’ottanta per cento per i paesi industrializzati. Cina e India, però, non hanno aderito alla proposta, anche perché accusano i grandi paesi di non aver rispettato l’impegno Onu del 2007 di aiutare finanziariamente e tecnologicamente i paesi emergenti. La scommessa era difficile, anche se gli americani speravano che Obama sarebbe riuscito a convincere Cina e India. Non è stato così e l’estremo tentativo che il presidente americano aveva preventivato di fare domani nell’incontro con i paesi più inquinanti difficilmente sortirà particolari effetti, visto che il presidente cinese Hu Jintao è rientrato precipitosamente a Pechino per gestire la crisi con la minoranza uiguri. Il G8 e gli altri, compresi Cina e India, hanno invece raggiunto un accordo per mantenere l’aumento della temperatura globale entro i 2 gradi.
E’ filato tutto liscio sull’Africa, sempre nel pomeriggio. Il G8 si è impegnato a stanziare altri dodici miliardi di dollari per una nuova “food security initiative” (dopodomani si conosceranno le cifre paese per paese) che intende investire i soldi donati per costruire nei paesi poveri fattorie agricole, sistemi produttivi, di sviluppo e di distribuzione, piuttosto che fornire semplicemente cibo. In serata, a cena, il vertice si è occupato di politica internazionale, e in particolare di Iran, di Corea del nord e di proliferazione nucleare.
Nella conferenza stampa finale, prima di cena, un Berlusconi raggiante ha promesso che entro l’anno l’Italia farà fronte agli impegni assunti nei confronti dei paesi poveri e ha annunciato che entro il 2009 organizzerà un altro G8 tematico, sempre all’Aquila, sui sistemi tecnologici più avanzati per affrontare le calamità naturali. I giornali presenti, interpellati, non hanno posto alcuna domanda.
    Christian Rocca

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