All’ultima direzione Pd Bersani ha lanciato le primarie per la selezione del candidato premier dei “progressisti e dei democratici” lasciando la porta aperta a due opzioni: primarie del Pd o primarie del centrosinistra. In ogni caso c’è qualcosa che non va: il centrosinistra non si sa bene, ad oggi, cosa sia, quale sia il suo programma e le forze politiche che lo compongono; il Pd, da statuto, prevedede che il candidato premier sia il segretario per cui le primarie di partito sono previste in ambito congressuale ergo Renzi si dovrebbe candidare alla segreteria e il Pd dovrebbe fare un congresso.
In ogni caso, in puro stile italico, si dovrà chiudere un’occhio di fronte a qualche regola e persino di fronte alla Costituzione ed infatti l’ articolo 92 dice chiaramente che è il Presidente della Repubblica a nominare il Presidente del Consiglio de ministri e non ci sono primarie che tengono. Inoltre contro l’ipotesi di riforma presidenzialista Bersani si è già espresso, perché la Costituzione non si modifica in fretta e furia, giustamente, però si può contraddirla in maniera palese, evidentemente. Anche se è “la più bella del mondo” come ama ripetere il segretario.