Nuovo MondoIl nuovo Signore degli Anelli è brasiliano

Il nuovo signore degli anelli viene dal paese che non ti aspetti, non l’Italia dello statuario Yuri Chechi, né dalla Russia del gelido pluricampione Vitaly Scherbo o dalla Cina dei nuovi talenti, m...

Il nuovo signore degli anelli viene dal paese che non ti aspetti, non l’Italia dello statuario Yuri Chechi, né dalla Russia del gelido pluricampione Vitaly Scherbo o dalla Cina dei nuovi talenti, ma dal Brasile dove la ginnastica è uno sport giovanissimo, poco conosciuto e per ragazze.

Sì, perché in Brasile chi non sfonda nel calcio (o nel beach soccer) o è abbastanza alto da ricalcare le orme di Oscar Schmidt, il primo giocatore di basket del paese ad entrare nella Hall of Fame o deve ripiegare su pallavolo e nuoto che negli ultimi tempi hanno dato grandi soddisfazioni ad atleti e rispettive federazioni, ma è difficile vedere un maschio volteggiare al cavallo o stendersi agli anelli.

Arthur Zanetti, 21 anni, 60 kg e 1,56 metri, invece ha iniziato sin dall’età di 7 anni, quando a San Caetano do Sul, piccolo centro nello stato di S. Paolo, Mark Goto notò che era molto piccolo ma anche molto elastico e con allenamenti mirati ed una buona preparazione psicologica sarebbe potuto diventare un buon ginnasta. Così iniziarono i sacrifici del papà Archimede, discendente di italiani, carpentiere e di sua moglie Roseane contabile in una multinazionale, della nonna Neide che lo ha accompagnato nelle dure sedute al Centro Sportivo Santa Maria e che ancor prima di partire per Londra ha rifornito di dolci il nipote e la squadra di ginnastica brasiliana e lo ha visto trionfare in tv.

È arrivato a Londra senza l’appoggio tecnico ed economico del Comitato Olimpico, ma con quello del suo club di Ginnastica, della sua città che gli ha fornito anche uno psicologo di fiducia che gli stesso ha rivelato essere una delle armi vincenti a Londra. Nonostante i numerosi fondi per i club destinati dal Governo, fino a tre mesi fa Zanetti non disponeva neppure degli anelli ufficiali, ma usava quelli che gli preparava il padre nella sua officina, diventata oggi un punto di riferimento per molti ginnasti e il Comitato gli ha pagato unicamente soggiorno e viaggio, anche perché ha scelto di allenarsi lontano dal Centro ipertecnologico di allenamento allestito dai brasiliani a Cristal Palace.

Alla fine è arrivata la vittoria più importante, dopo l’argento ai giochi panamericani ed ai campionati mondiali, ecco l’oro olimpico, il primo della disciplina e la 500° per l’America Latina davanti agli occhi di mamma e papà che hanno vinto problemi economici e paura dell’aereo per volare a Londra, sconfiggere il male più grande per ogni brasiliano, la saudade, e dare le giuste motivazioni al ventiduenne ginnasta che ha superato il campione olimpico di Pechino Chen Yibing e l’azzurro Matteo Morandi, con la speranza che la ginnastica non sia più solo uno sport per femminucce- Sarà più facile visto che c’è chi lo ha già proposto come portabandiera del paese alle Olimpiadi di Rio nel 2016.

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