Corruzione, la vera riforma è elettorale

Ddl corruzione o meno la vere riforme per sconfiggere le piaghe di corruzione, non trasparenza della politica e sprechi sono quelle elettorali. Fintamente distratto da tutt'altro questo Parlamento ...

Ddl corruzione o meno la vere riforme per sconfiggere le piaghe di corruzione, non trasparenza della politica e sprechi sono quelle elettorali.
Fintamente distratto da tutt’altro questo Parlamento produrrà nuovamente una controriforma elettorale o, al meglio, ci farà tornare a votare col Porcellum, infatti il tempo è ormai scaduto almeno a quanto consiglierebbe il Consiglio d’Europa nel suo vademecum per la buona condotta in materia elettorale.
L’unico spiraglio che si vede, tuttavia, non è dei più rassicuranti: il Pdl rivuole le preferenze come Casini ed un po’ tutti (Radicali a parte) guardano con nostalgia al proporzionale stile Prima Repubblica.
Le preferenze sarebbero il modo migliore per conservare lo status quo: i politici che possono spendere soldi in una campagna elettorale per le preferenze (manifesti, volanti, cene, feste, aperitivi, etc.) sono coloro che già hanno la poltrona calda, le preferenze non hanno mai garantito la qualità del politico, vedi alla voce Fiorito, ma i partiti potranno dire, senza molti torti: “che colpa abbia noi? Sono stati votati dai cittadini!”, le preferenze sono quasi sempre il miglior sistema per garantire le clientele, le nomine nelle aziende partecipate, i favori, etc.
Il Pd pare non volerle (ma non si capisce ancora bene cosa voglia), Matteo Renzi sul tema dice poche cose ed in maniera approssimativa con tanto di strafalcioni…

Adottiamo per il livello nazionale un modello istituzionale che consenta ai cittadini di scegliere chi governa, come già accade nelle nostre città, dove l’elezione diretta dei sindaci ha prodotto ottimi risultati. I deputati devono essere scelti tutti direttamente, nessuno escluso, dai cittadini.
Allo stesso tempo, i cittadini devono poter scegliere un leader messo in condizione di governare per l’intera legislatura e di attuare il programma proposto alle elezioni, come in Gran Bretagna o in Spagna, dove non a caso i governi durano a lungo, i primi ministri entrano in carica abbastanza giovani e dopo al massimo dieci anni passano la mano ed escono di scena.

Renzi evidentemente non si ricorda come è diventato Primo Ministro Gordon Brawn… Il sindaco di Firenze non si esprime neanche tra maggioritario o proporzionale, tra collegi uninominali o preferenze. Una cosa è certa però: la sua difesa delle preferenze nell’ultima puntata di Porta a Porta di cui è stato ospite non lascia ben sperare.
E gli anticasta per eccellenza? Grillo urla abbastanza periodicamente contro le riforma elettorale che, dice, si starebbe progettando per tenere fuori il Movimento 5 Stelle. Ma quel è la proposta elettorale del Movimento? Secondo i grillini c’è già: vedere alla voce primo V-Day. In sostanza ne uscirebbe un Porcellum con le preferenze, senza condannati e con il limite di mandati. Della serie… I Fiorito d’Italia ringraziano.
Allora?Allora sono necessarie riforme elettorali a tutti i livelli: nazionale, regionale, provinciale e comunale sull’esempio anglosassone del maggioritario con collegi uninominali.
Oggi la legge elettorale comunale, anche se piace tanto a Renzi, non è per niente ottimale anzi, soprattutto nei piccoli centri, permette di controllare l’elettorato in maniera capillare: grazie alle sezioni elettorali viene quasi meno la segretezza del voto. Sarà un caso che, anche nei Consigli comunali, più o meno ci sono sempre gli stessi?
Il maggioritario uninominale è l’unico sistema elettorale che consente un efficace controllo dell’eletto, del suo operato e della sua trasparenza; inoltre abbasserebbe drasticamente il costo delle campagne elettorali. Noi radicali lo chiediamo da tempi non sospetti e la chiesero gli italiani con un referendum, sarà per questo che nessuno, Grillo compreso, lo vuole.

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