Credo che in questi giorni il Partito radicale, nelle sue varie forme, stia dimostrando tutta la sua capacità di lotta e quale sia la differenza, in politica, tra il dire ed il fare, tra il chiacchierare di troppi politici ed il lottare di pochi militanti.
Quanti politici se interpellati, a partire da quelli del Movimento 5 Stelle, si troverebbero d’accordo su parole come democrazia diretta, ecologia e diritti civili? Quanti fanno qualcosa di concreto? A Roma i Radicali sono tra i principali promotori del Comitato Roma Sì Muove che sta raccogliendo le firme per 8 referendum cittadini su traffico, mobilità, testamento biologico, rifiuti, consuno di suolo, etc.
Quanti politici se interpellati sono perennemente disgustati dalla situazione illegale e disumana delle nostre carceri? Quanti consiglieri della Regione Piemonte sono d’accordo sul fatto che sia venuto tempo di nominare il garante dei diritti dei detenuti, che doveva essere nominato per legge nel 2010? Quanti fanno concretamente qualcosa? Ieri mattina l’avvocato radicale Antonio Polito ha illustrato l’ultima iniziativa intrapresa dall’Associazione Aglietta per ottenerne la nomina: un atto di diffida stragiudiziale sia al Presidente del Consiglio Regionale Cattaneo sia al Presidente della Giunta Cota, affinché nominino entro 90 giorni dalla ricezione della diffida il garante.
La particolarità della diffida è che è stata presentata per conto e nell’interesse di cinque cittadini detenuti nel carcere di Quarto d’Asti, che hanno firmato apposita delega e si sono iscritti all’Associazione radicale Adelaide Aglietta. Altri settanta detenuti del carcere di Asti hanno sottoscritto la lettera che abbiamo inviato al difensore civico regionale, affinché intervenga per ripristinare la legalità violata.
Voglio rendere pubblico una parte di quanto mi hanno scritto questi detenuti:
… Non tutti comprendono che se niente si fa, nulla si muove. Ovviamente sappiamo che alla fin fine il garante può fare ben poco; è una conoscenza che abbiamo vissuto in altre regioni. Il punto non è poi questo, quanto in verità, il rispetto delle regole e delle leggi da parte delle stesse istituzioni che fanno la voce alta quando si tratta di noi …
Ma quanti tra i politici di turno si direbbero sicuramente a favore della trasparenza, dalla riduzione dei “costi della politica”, etc.? Il caso Er Batman ci corre in aiuto… due consiglieri regionali radicali (gli unici in tutta Italia) hanno mandato in crisi la partitocrazia della Regione Lazio attuando su di sè stessi uno dei punti del programma della Lista Bonino-Pannella:
- Ridurre i costi della politica con l’anagrafe pubblica degli eletti.
- Pubblicare anche su Internet ogni momento della vita istituzionale: attività, assenze, compensi, interessi degli eletti e dei nominati.
È bastato questo per mandare in tilt l’intero sistema partitocratico della Regione.
Chissà quanti polici, poi, sono a favore degli Stati Uniti d’Europa, della messa al bando delle mutilazione genitali femminili o addirittura sulla ricerca della verità sulla guerra irachena ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il Partito Radicale.