Questo post non lo condivideranno molti amici, poiché molti di loro, tutti riformatori e liberali, sognano. E questo e’ un brutale esercizio di realismo. Sento e leggo spesso in giro che siano meglio 5 anni di governo Bersani piuttosto che votare Monti(e soprattutto Finì e Casini). Meglio la sconfitta che il compromesso con la propria coscienza(quella che nel passato li ha fatti sempre votare Berlusconi). Ovviamente le scelte si pagano e con una forza montiana debole per astensionismo o manie da bipolarismo, cinque anni di maggioranza sotto ricatto di Vendola, Fassina, giovani turchi e CGIL non ce li leva nessuno, così come qualche bella controriforma ed un debito pubblico in via di consolidamento. L’accordo Renzi-Bersani sarà anche buono strategicamente per il primo, ma ha aggiunto la S al PD. E questo i simpatizzanti renziani dovrebbero capirlo. Votare Monti significa votare un programma, che Pdl e affiliati non hanno, significa votare Europa, significa fermare un centrosinistra molto antagonista allo sviluppo e alle riforma del mercato del lavoro, significa poter inficiare il potere di veto dei sindacati ed evitare che il regime pensionistico torni ad essere esempio di sperequazione generazionale. Tapparsi il naso e votare Berlusconi, che non ha speranze di vittoria ne’ di contenimento ne’ ha più un impianto ideale e programmatico, significa consegnare per 5 anni il Paese alla conservazione e allo statalismo senza freni. Stesso discorso per chi si astiene o si ostina a votare forze ultra minoritarie. O Monti o il duo Bersani-Vendola con tutta la loro squadra per un’intera legislatura. E anche se l’Agenda Monti non è il bastione della purezza liberale e Fini-Casini puzzano di vecchio, considerato lo scenario elettorale e le difficoltà del Paese, oggi più che mai dovrebbe valere il principio per il quale se non si può fare il meglio, si può almeno cercare di evitare il peggio.
5 Gennaio 2013