Dai tavoli internazionali e le cattedra universitarie ai talk show e le dichiarazioni lampo. Dai grafici del tecnico ai manifesti del politico. Il salto scelto da Professor Monti è molto lungo. Eppur se la sua è, con espressione efficace, una “salita in politica” il percorso è impervio ed accidentato. Chi vive tutti i giorni lontani dai palazzi lo spirito della politica inizia ad avvertire le prime sensazioni della trasformazione del profilo umano. Assodato che la coalizione Monti difficilmente vincerà è tuttavia incerto quanto possa essere il potenziale elettorale ancora inespresso da Professore e, considerato l’impegno del PD per perdere voti in campagna elettorale, i risultati di Scelta Civica e alleati saranno determinanti tanto nei possibili futuri equilibri di Governo quanto nella nascita di un movimento politico riformatore che sappia guardare all’Europa sulla base dei principi di libertà e sussidiarietà.
Primo errore da evitare è appiattirsi sulla campagna di Berlusconi. L’IMU è una tassa piccola, odiosa all’italiano che costruisce il fulcro della propria sfera pubblica facendolo coincidere con quello privato. Berlusconi lo sa e la retorica fluviale della tassa sulla “casa come valore fondamentale” colpisce un popolo stanco e allo stesso tempo totalmente disabituato alla visione di lungo periodo. Se la mettiamo sulla pancia, Professor Monti, Berlusconi è un cuoco eccezionale e lei rischia di apparire l’impiegato del fast food Europa. Lei modifica l’IMU? Lui l’abolisce e restituisce i soldi agli italiani. E sappiamo bene che una parte consistente di questi se la berrà come ha fatto negli ultimi vent’anni. Provi a spostare il dibattito pubblico su altro. Sia libertario sulle imposte che stritolano davvero il Paese: IRAP e IRPEF su tutte le altre. L’IMU è solo una goccia dell’oceano ed il sistema fiscale incide pesantemente sulla vita del Paese, ma non primariamente con l’imposta sulla casa. Massacri Berlusconi ed il PD sulla riforma del mercato del lavoro mai affrontata, così come quelle delle pensioni. Non giochi in difesa sulle promesse altrui, ma esplori nuovi orizzonti del dibattito politico. Non dia fiato al disco rotto. O rischia di subire l’effetto che la sinistra subisce da vent’anni.
Secondo modesto suggerimento: alzi la voce sui provvedimenti del suo Governo. E’ vero il lavoro è incompiuto, ma finalmente si è tornati a governare sulle proposte. Pensioni, spending review, lavoro, evasione fiscale, agenda digitale, anticorruzione, liberalizzazioni. Spesso sono state riforme azzoppate in Parlamento dai partiti, ma almeno si è rotto l’impasse dell’ultimo anno causato dal binomio Berlusconi-giustizia penale. Perchè non ricordiamo agli italiani che prima che si ritornasse a parlare seriamente di riforme dal momento del suo incarico, mentre la finanza pubblica sprofondava, Pd e Pdl erano solo intenti a parlare delle prostitute che popolavano la casa del Presidente del Consiglio. Non si tratta di moralismo, ma del semplice dato di fatto che tutto il dibattito politico italiano a destra come a sinistra fosse incentrato su argomenti lontani da qualsiasi afflato governativo e riformatore. Insomma, prima di lei, c’erano solo il “magistrati comunisti” da un lato ed il petulante “Berlusconi si deve dimettere” dall’altro. E loro, i protagonisti, sono gli stessi che oggi promettono rinnovamento.
Terzo, ultimo e più complesso suggerimento: offra una visione. E’ il più difficile perchè significa entrare in sintonia con una larga fetta del Paese. La sensazione è che lei sia riconosciuto dall’elettore come tecnico anche nel momento in cui ha deciso di impegnarsi in politica. Traduca la sua eccellente capacità di spiegazione dei fenomeni economici in un racconto politico. Come sarà la società italiana se si riuscisse ad applicare in toto l’Agenda Monti? Come immaginare la trasformazione di questo Paese? Non abbia paura degli aggettivi. Sarà un ‘Italia più veloce, dinamica, trasparente, flessibile, leggera, forte nel mondo. Provi a sottoporre agli italiani, senza false promesse, un esercizio d’immaginazione. Provi a scavare con le immagini l’Italia che lei vorrebbe. Bene le tabelli, ottimi i grafici, eccellente l’utilizzo dei numeri, ma ora il Paese chiede speranza e una scossa di coraggio. Non si fermi a questa campagna elettorale: vada oltre. Scelga i colori con cui dipingere il Paese nei prossimi dieci anni. Offra ai giovani, agli indecisi, agli sfiduciati una prospettiva in cui credere. Realizzi un progetto Italia che sia fatto d’idee ampie e traspiranti prima che di numeri e tabelle. Ha scelto di accettare una sfida controvento senza alcun vantaggio personale. Sfrutti le proprie armi, giochi in attacco. Insomma, appaia meno ecumenico, meno Professore e più Margaret Thatcher. Passi dal “per non tornare indietro” al “per andare ancora avanti.” Lasci i panni dell’accademico e del mittleuropeo per indossare quelli della persona seria, competente, ma allo stesso tempo capace di dare visione ad un orizzonte che solo con lei è possibile costruire. Meno timidezza, meno gesso, più coraggio ed anche emozione. Sia italiano tra gli italiani, sia riformatore duro ed inflessibile, ma deciso e fautore di un cambiamento immaginabile. In poche parole, faccia sfiorare ai cittadini cosa potrebbe essere quella che lei chiama un’Italia europea.