La notizia rimbalza da qualche giorno in tutti i maggiori siti d’arte e d’informazione del pianeta. Yayoi Kusama, icona mondiale dell’arte contemporanea, definita da The Art Newspaper l’artista più famosa del mondo e conosciuta al grande pubblico soprattutto per le sue opere a pois, aprirà a Tokyo il proprio museo che raccoglierà le sue collezioni.
L’intervista – Per rendere omaggio a una delle più grandi artiste giapponesi, permettetemi di riproporre qui la mia intervista “Moda non è vestirsi ma creare opere d’arte” realizzata per Il Messaggero nel 2012 in occasione della collaborazione con Luis Vuitton. L’intervista, sempre attualissima, racconta il suo rapporto con la moda ma anche e soprattutto il messaggio di pace di Kusama Yayoi. http://www.stefaniaviti.com/wp-content/uploads/2012/10/12.pdf
«Ogni forma di violenza può essere combattuta con l’arte e l’arte andrebbe considerata come un’arma».
Il Museo – L’edificio, a cinque piani, sarà inaugurato il prossimo 1 ottobre nel quartiere di Shinjuku e ospiterà le opere dell’artista ormai 88enne e altri documenti relativi alla sua vita. Gestito dalla Yayoi Kusama Museum Foundation, il Museo sarà diretto da Akira Tatehata, già presidente della Tama Art University di Tokyo e che è anche a capo del museo d’arte moderna nella città di Saitama. Il Museo Yayoi Kusama sarà un vero e proprio centro culturale ed ha in programma l’organizzazione due mostre all’anno e numerose conferenze. Parallelamente alla permanente, il 1 ottobre aprirà la mostra temporanea “Creation is a Solitary Pursuit, Love is What Brings You Closer to Art” che si concluderà il 25 febbraio. Dal 28 agosto in avanti sarà possibile prenotare i biglietti dal siito http://www.yayoikusamamuseum.jp
Breve Bio – Nata a Matsumoto nella Prefettura di Nagano nel 1929, Kusama si trasferisce a New York nel 1957 dove frequenta Andy Whorol e le avanguardie dell’epoca. È in questa fase che crea i suoi primi lavori della serie Infinity Net, grandi tele lunghe quasi una decina di metri. La necessità di ricerca e di interpretazione della realtà portano però Kusama a misurarsi anche con altre forme d’arte come performances con il corpo e installazioni. L’Italia ha ospitato le sue opere in varie occasioni, 2009 al PAC di Milano, alla Biennale di Venezia nel 1993, fino alla sua prima partecipazione nel 1966. Dal 1977, vive in un ospedale psichiatrico dal quale quasi quotidianamente si reca a dipingere nel suo studio a Shinjuku. Nonostante l’età Kusama non finisce di stupire e lavorare, tanto che nel 2016 ha illustrato una nuova edizione della Sirenetta prodotta in collaborazione con il Louisiana Museum of Modern Art di Copenhagen.