La magistratura dovrebbe essere un organo costituzionale indipendente, escludendo a priori quelle porte lasciate aperte verso le stanze della politica. Il giudizio deve essere sereno e sempre al di sopra di ogni sospetto quando un giudice pronuncia la sua sentenza di condanna. La storia della magistratura cambia drasticamente nel giorno in cui un gruppo di magistrati scelgono di appendere la toga per indossare il vestito del politico: è sempre più difficile mantenere questa indipendenza. Il pedigree del nuovo magistrato è comunque blasonato ma la presenza di autorevoli colleghi negli scranni del Parlamento può minare questa credibilità.
Tutto comincia con la caduta della credibilità della classe politica avvenuta negli anni Novanta, quando aumenta l’inefficienza della Pubblica amministrazione; si registra l’insofferenza della moderna classe sociale e imprenditoriale rispetto a un potere politico ormai completamente inadeguato. Sono questi fattori politici, sociali, economici e istituzionali a trovare quel giusto e opportuno riscontro nelle diverse élite culturali, presenti nella comunicazione, nella magistratura e nei settori strategici della Pubblica amministrazione; diventano oggetti di una forte insofferenza popolare accompagnata da un generale malcontento della società civile contro la cosiddetta società politica.
A interpretare questa esigenza furono in modo particolare e decisivo alcuni settori della magistratura, soprattutto quelli impegnati nelle indagini sulla corruzione dei partiti e del sistema politico italiano. Il bisogno del nuovo sembrava crescere in ogni settore della vita politica e sociale italiana e, tra le elezioni politiche del 1992 e quelle del 1994, prese forma e sostanza questo forte e diffuso desiderio di cambiamento a lungo coltivato. È bene ricordare che l’intreccio tra politica ed economia, imprese e partiti degli anni Ottanta richiese un vigile intervento della magistratura, organo e potere autonomo dello Stato, nel quale si stava affermando una nuova figura di pubblici ministeri.
Non mancarono diversi dibattiti e numerose polemiche politiche dove la magistratura venne duramente attaccata nella sua indipendenza. Fu un prezzo alto da pagare a danno della maggioranza delle toghe che svolgeva il lavoro in modo autorevole e nelle prerogative attribuite dalla Costituzione. Il limite che separa attualmente la magistratura dalla politica diventa sempre più stretto, pertanto è bene ridefinire i due ambiti operativi per garantire ai cittadini una giustizia equilibrata.
Francesco Fravolini