Vent’anni di solidarietà e musica: Salvatore Ranieri, conosciuto in tutta Italia come Il Cantante della Solidarietà, festeggia i suoi primi due decenni di carriera con l’uscita del nuovo cofanetto dal titolo “Ricomincio da 20”, contenente un CD con dieci brani inediti ed un DVD con i ricordi e le immagini delle donazioni.
Nel nuovo album, scritto e prodotto con l’Autore e Compositore Francesco Sottili, sotto la Direzione Artistica di Mariarosaria Della Martora, Salvatore Ranieri racconta in parole e musica la vita della gente, affrontando temi a lui più cari come l’amore, l’amicizia, la famiglia e il volontariato.
Il ricavato della vendita sarà devoluto a un nuovo progetto per i centri pediatrici e all’acquisto di carrozzine per ospedali e case di riposo. Salvatore Ranieri è l’unico artista in Italia ad avere legato sin dal primo momento e in modo indissolubile, la propria attività artistica a un costante impegno sociale. La sua vita e la sua carriera sono da vent’anni dedicate alle associazioni di volontariato, soprattutto a quelle più piccole che non hanno molti aiuti economici.
Con Salvatore Ranieri cerchiamo di comprendere il ruolo sociale della sua attività musicale e le nuove frontiere dell’economia da valorizzare proprio mediante la creatività.
Le esigenze sociali del nuovo secolo e l’economia. Quali le differenze con il XX secolo?
Le nuove esigenze sociali sono dettate esclusivamente da uno sviluppo capitalistico ormai senza freni dove l’interesse economico prevarica su tutto. Questo comportamento fa perdere di vista quei valori che esistevano e resistevano nel secolo scorso. Anche le nuove generazioni si adattano a questa prospettiva cambiando completamente il loro modo di porsi e proporsi nella società. Non sentono la necessità di comunicare sensazioni ma solo trovare il mezzo e il modo più veloce per fare guadagni e apparire al di sopra della media, come se fosse la loro unica meta. D’altronde queste sono le conseguenze della mancanza di prospettive dovute alle politiche dei governi. La differenza con il secolo scorso? Troppo veloce l’evoluzione, un esagerato benessere e un eccessivo divario tra le classi sociali. Le nuove generazioni medio alte non hanno sofferto più di tanto e quindi non capiscono, non vedono; quelle al di sotto della media sono ormai rassegnate e si adattano a questa realtà che non sono in grado di cambiare.
Quali criticità sono da superare?
Penso che le criticità siano intrinseche in una riflessione più ampia dello stato dei fatti e purtroppo credo che il superamento di queste sia sempre più arduo.
La musica come aiuta i processi di cambiamento?
Sappiamo tutti che il nostro cervello ha una facoltà di ricezione particolare per tutto ciò che il nostro udito è in grado di percepire e la musica ha sempre avuto un ruolo dominante nell’evoluzione della specie umana. Sono convinto che c’è sicuramente una parte musicale che ci influenza sempre, sia in positivo sia in negativo. Basta ricordarsi a come la musica è stata utilizzata durante il periodo nazista come mezzo per incutere terrore o rendere le persone emotivamente instabili, permettendone un più facile controllo. Non dimentichiamo l’utilizzo di essa come mezzo subliminale per meri scopi induttivi. Potremmo parlare per ore sulla famosa accordatura a 432 Hz e il relativo effetto fisiologico sull’essere umano. La musica ha un ruolo fondamentale nei processi di cambiamento, che poi possa essere d’aiuto o meno è ancora da vedere, tutto dipende da chi e da come la vuole utilizzare.
La creatività come favorisce i nuovi paradigmi economici?
Le novità fanno ormai parte del nostro quotidiano. Come dicevo prima, in merito all’evoluzione e al benessere, ormai siamo sopraffatti e aggrediti costantemente da miliardi di oggetti e di informazioni che alimentano sempre di più la nostra sete di diversità. Credo che questa esigenza sia proprio intrinseca nella mente umana. Tutto questo spinge le persone a creare sempre di più e in modo più veloce possibile qualcosa di nuovo e, spesso, a discapito della qualità. Ma questo non interessa, l’importante è essere i primi ad averlo fatto, gli unici ad averlo creato o inventato. La creatività è parte fondamentale della vita stessa. Che sia arte o ingegneria poco importa, è una necessità dell’essere. Ovviamente, purtroppo, sono proprio poche le volte in cui queste creazioni hanno solo un fine puramente artistico e culturale, la maggior parte nascono in maniera forzata esclusivamente per ricavarne un guadagno. Direi quasi sia il contrario. Sono i modelli economici che dettano le regole e i tempi della creatività. Peccato. Nel mio piccolo ho sempre cercato di combattere ed andare contro tutti gli stereotipi di indifferenza ed egoismo che ormai sono radicalizzati nei nostri modelli sociali; non mi interessa se sono visto come un marziano e questo, purtroppo, accade molto frequentemente. Vado avanti nella mia strada con i valori che mi sono stati tramandati e insegnati dai miei genitori. Cerco di aiutare nel miglior modo possibile quelle persone che intorno a noi non vengono più viste, forse proprio per colpa delle esigenze che dettano di conseguenza i paradigmi economici. Svolgo la mia azione per mezzo di una forma artistica, la musica. Sento il bisogno di ricambiare tutti quelli che mi sostengono e contribuiscono nei miei progetti donando le mie sensazioni, i miei pensieri più intimi. Non voglio essere la star che scala tutte le classifiche, non canto brani costruiti per essere in linea alla moda del momento. Canto canzoni che raccontano storie o valorizzano quei valori dove mi identifico in prima persona. Per questo motivo sono sicuro di arrivare a toccare l’anima di chi mi ascolta. Quante volte mi hanno detto che alcuni miei brani musicali non sono radiofonici. Bene, allora vuol dire che sono riuscito nel mio intento perché sono al di fuori dalla massa. Sono e continuerò a essere il Cantante della Solidarietà, unico caso in Italia, perché credo in questa mia attività musicale interpretata e vissuta con il cuore.
Francesco Fravolini