L’informazione quotidiana sensibilizza i giovani ed è necessaria una conoscenza degli accadimenti internazionali. Il progetto Imun Middle School vuole insegnare proprio ai ragazzi under 14 la politica internazionale, le crisi tra gli Stati, le guerre, gli armamenti o addirittura le crisi ambientali.
Durante le giornate di lavoro, previste dal 7 al 9 maggio 2018 a Roma, i delegati discutono il topic in agenda sostenendo la posizione del paese rappresentato per arrivare alla stesura di una risoluzione che sarà votata dai partecipanti durante la Seduta Plenaria che sancisce la chiusura dei lavori.
Imun Middle School è un Model United Nations realizzato dall’associazione United Network con l’obiettivo di avvicinare i giovani italiani alle Istituzioni internazionali. I Model United Nations sono simulazioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite oppure di altri multilateral bodies, nelle quali gli studenti approfondiscono e si confrontano sui temi dell’agenda politica internazionale, indossando i panni di ambasciatori e diplomatici.
Nel rivestire questo ruolo, i delegati svolgono le attività tipiche della diplomazia: tengono discorsi, preparano bozze di risoluzione, negoziano con alleati e avversari, risolvono conflitti ed imparano a muoversi all’interno delle committees, adottando le regole di procedura delle Nazioni Unite. Ogni delegato è chiamato ad approfondire i più importanti aspetti del paese che rappresenta in veste di ambasciatore. Lo studente deve conoscere la storia, la geografia, la cultura del paese rappresentato e, più in generale, ogni aspetto utile rispetto al compito impegnativo cui è chiamato.
Studenti italiani, italiani di seconda generazione, figli di immigrati e di rifugiati politici, provenienti dal nord e dal sud, dal centro e dalla periferie: Imun Middle School è un mosaico di culture, storie, colori e identità che rispecchia pienamente la scuola italiana di oggi. Così come tante sono le storie delle scuole e degli Istituti che partecipano con i loro ragazzi, scuole spesso molto diverse tra loro, che raccontano ognuna e a modo proprio uno spaccato di vita scolastica del nostro Paese e delle stesse città, paesi, quartieri in cui si trovano.
Per conoscere l’iniziativa e scoprire le peculiarità didattiche soffermiamo l’attenzione su alcuni aspetti con Riccardo Messina, presidente di United Network, l’associazione che da organizza i MUN Model United Nations, in Italia e all’estero.
Che ruolo svolge la scuola quando insegna ai ragazzi la politica e le Istituzioni?
L’apprendimento da parte degli studenti delle principali nozioni del diritto internazionale e, quindi, la conoscenza dei meccanismi di funzionamento delle Istituzioni e delle logiche che li presidiano, ovvero la politica, delineano un ruolo fondamentale della scuola: quello di accompagnare gli studenti nel percorso di formazione della personalità individuale e sociale che contraddistingue l’adolescenza.
Come sensibilizzare i ragazzi a quella che un tempo di chiamava educazione civica?
I ragazzi quest’oggi sono base e terminale di un immenso flusso di informazioni e sollecitazioni culturali. Si tratta, quindi, di svolgere un ruolo pedagogico multi-livello: in grado cioé di adattarsi a strumenti, linguaggi e contesti assai diversi. In ciascuno occorre porre in evidenza, isolare, l’aspetto civico, stimolando attorno ad esso la riflessione. Lo si può fare in molti modi, il migliore probabilmente é quello che mette a valore il momento ludico, combinando quindi apprendimento e divertimento.
Simili iniziative come vengono accolte dai ragazzi e in che modo sono spiegate nel loro significato?
I ragazzi, come é ovvio che sia, riproducono l’ambiente socio-culturale di cui sono espressione. In questo momento storico prevale nella nostra società una forte disaffezione per le Istituzioni, con forti nervature anti-politiche. Le nostre iniziative interrompono questo grave cortocircuito, riavvicinando – per il tempo necessario – i ragazzi alle Istituzioni. Solidarietà e cooperazione sono i valori cui sono improntati gli organismi che simuliamo: su di essi, tanto nel momento della didattica frontale quanto nel momento della simulazione, facciamo leva. Lo slancio ideale, così marcato in questo momento della vita, é del resto un volano fondamentale per accrescere i propri interessi attorno alla realtà circostante e alle sue problematiche.
Aprire la scuola a simili temi è interessante. Il XXI secolo come stravolge la didattica per inseguire le nuove esigenze sociali?
La scuola é un presidio democratico importantissimo, il cui valore apprezziamo probabilmente proprio in una fase di grandi incertezze e turbolenze qual é quella che attraversiamo in questo momento. Trattandosi di un corpo vivo, animato da professionisti che ancor prima sono cittadini, ha dimostrato in questi anni una capacità adattiva straordinaria, coniugando standard formativi tradizionali e nuove esigenze sociali. Spesso cioé le scuole e i suoi docenti si rivelano maggiormente ricettivi e “innovatori” di quanto non si presuma. Bisogna ulteriormente valorizzare queste capacità , riuscendo a generalizzarle: una sfida da raccogliere e rilanciare.
Gli insegnanti come si rapportano con i loro ragazzi?
Il ruolo degli insegnanti non si esaurisce nella formazione: é molto di più. Costoro supportano gli studenti a 360 gradi, li stimolano, li assistono e li incoraggiano in ciascuna tappa del percorso di crescita e definizione della personalità individuale. Questo particolare processo é tutto fuorché lineare ma sono proprio le incertezze e la conseguente necessità di superarle il momento in cui ciascuno studente acquisisce consapevolezza e fiducia nei propri mezzi. Gli insegnanti in questo senso rappresentano il mezzo in grado di trasformare lo smarrimento in crescita.
Francesco Fravolini