E bravo Giulio Tremonti. Mentre l’Italia mediatica continua a sfornare paginate e paginate di soft-porno e stabilisce che le sorti della nostra repubblica sono appese alla decisione di un gip di Milano, il superministro dell’Economia si sfila, esce anzitempo dal Consiglio dei ministri, e lancia la sua personalissima campagna elettorale. In perfetto stile americano, il politico meno estroverso della seconda repubblica si confonde tra la gente e prende di mira l’uomo più odiato dai viaggiatori italiani: Mauro Moretti, numero uno di Trenitalia.
Ha ragione Dario Di Vico, che affida a Twitter poche ma sentite righe: «La foto che ritrae Tremonti assieme a Bonanni e Angeletti in treno verso Sud è un manifesto post-berlusconiano». E non solo per un’immagine che richiama l’alleanza dell’uomo delle partite Iva coi sindacati del pubblico impiego. Ma proprio perché quella foto simboleggia un altro modo di governare l’Italia, di interessarsi al Paese. Niente auto blu né donnine da mettere in lista, bensì un italiano come gli altri, in mezzo agli altri. In treno, in seconda classe. E quando riceve la telefonata del signor Trenitalia, non indugia nemmeno un secondo e vendica un popolo di pendolari: «Tanto bene non stiamo, Manca l’acqua in tutti e due i bagni della carrozza. Se ci fosse sarebbe meglio». Ovazione.
Alzi la mano chi non ha goduto nel leggere quella frase. Era più di un anno che i viaggiatori aspettavano che qualcuno impartisse una lezione a Moretti. Da quando, con treni e passeggeri fermi al freddo e al ghiaccio sui binari, si distinse raccomandando che la prossima volta, prima di mettersi in viaggio, i clienti avrebbero fatto meglio a munirsi di coperta e panino. E quanti viaggiatori hanno invano cercato di ottenere un rimborso per quaranta minuti di ritardo perdendosi nella maglie inestricabili della burocrazia delle nostre Ferrovie.
Sarà stata una trovata politica quella di Tremonti, non lo mettiamo in dubbio. Ma, vivaddio, che trovata. Roba da Stanley Greenberg, guru della comunicazione politica di Clinton. E ieri, di ritorno dal viaggio, il ministro ha rincarato la dose: «I treni che vengono dal Nord hanno i moscerini spiaccicati sui finestrini. Quelli che vengono dal sud no. Al sud sono più veloci i moscerini dei treni». Che dire, signor ministro? I viaggiatori sentitamente ringraziano. Se poi l’amministratore delegato volesse prendere atto che l’azionista unico non è contento del suo operato, non sarebbe male.