Nelle centotrenta pagine del fascicolo I cento progetti realizzati, distribuito all’intera popolazione che risiede a Milano, il sindaco uscente Letizia Moratti illustra i progetti portati a termine nel suo mandato come amministratore della città. Dal traffico alla sicurezza, dallo sport alla salute, fino a Expo (cui il programma elettorale riserva, in verità, un esiguo paragrafo finale), il primo cittadino dispiega il suo operato negli ultimi cinque anni. Da pagina 35 parte il capitolo Una casa per tutti, dove si tocca il tema delle edificazioni popolari e dell’housing sociale. In tal senso, un ruolo di primo piano lo gioca l’Aler, l’ente che fa capo alla regione Lombardia. Ente al centro di un fascicolo d’indagine aperto dalla Procura della Repubblica di Milano nel 2009, per alcune vicende di abusi, e il cui stato – riferiscono fonti a palazzo di Giustizia – sembra essere avanzato.
In attesa degli esiti delle indagini degli inquirenti, è utile confrontare i dati esposti nel fascicolo della Moratti con quelli a disposizione de Linkiesta, basati su documenti interni dell’Aler oppure pubblicati sul sito del Comune. Tra i propositi enunciati nell’introduzione al capitolo Case compaiono 30mila nuovi alloggi da concludere entro il 2020 e, al contempo, la riqualificazione delle zone degradate. Strategia già contenuta nel piano di governo del territorio approvato a febbraio, dopo lunghi mesi di battaglie in consiglio comunale. Ma è su ciò che sarebbe già stato fatto che si possono fare verifiche.
Il progetto Abitare 1 che risale alla giunta Albertini, segnala in via Civitavecchia (Crescenzago) 109 alloggi realizzati in edilizia sociale, di cui 91 a canone sociale. Dai dati del comune di Milano, evidentemente non aggiornati, almeno nella migliore delle ipotesi, risulta che la fine dei lavori era prevista per il 31 dicembre 2008. Si trattava di 110 alloggi suddivisi in quattro edifici. Nella fase 9 del progetto (quella che subentra dopo la fine dei lavori) era prevista la disponibilità degli alloggi e l’assegnazione entro il 2009. Siamo nel 2011 e le abitazioni sono ancora da assegnare e i lavori non ancora del tutto conclusi. Ma andiamo avanti. Nel fascicolo della Moratti, tra i piani realizzati, si prosegue citando via Ovada (zona Barona) con 121 alloggi in edilizia sociale, di cui 90 a canone sociale. Data prevista di fine lavori: 2008; data di disponibilità e consegna: 2009. In realtà, i due edifici non sono mai stati consegnati, né i lavori conclusi.
Procediamo. Via Senigallia (Bruzzano): la Moratti parla di 110 alloggi di cui 90 a canone sociale. La consegna sarebbe prevista a maggio 2011 (in ritardo di due anni rispetto al piano originario). Oltre ad Abitare 1, è partita una seconda fase dell’edilizia popolare chiamata Abitare 2. Vediamo. Via Appenini (Gallaratese): la fine dei lavori era prevista per il 31 dicembre 2010 ed entro il 2011 la disponibilità degli alloggi. Otto edifici per 196 abitazioni. In realtà i lavori proseguono ancora, come è scritto nel fascicolo, ma non appare nessuna indicazione sulla prossima data di scadenza. Perché? Ancora: via Cogne (zona Nord). La Moratti scrive che è in corso l’iter procedurale per la sottoscrizione del contratto che prevede la realizzazione di 48 alloggi. Nel piano originario la data della conclusione dei lavori era il 31 dicembre 2010 e la disponibilità entro il 2011. In realtà, nell’area, non c’è niente. Il bando di gara per l’appalto reca la data del 2009. Chi risponde di questi ritardi? C’è poi una stranezza per queste ultime edificazioni. Dalle carte risultano due progetti diversi (cioè gli stessi alloggi per Abitare uno e anche per Abitare due). Si tratta però delle stesse edificazioni. Perché farle apparire come due piani differenti? Moltiplicazione delle iniziative residenziali?
Sempre in zona Crescenzago c’è il progetto di via del Ricordo. Nel fascicolo della Moratti si legge: «È in corso l’iter per la pubblicazione del bando di gara per 71 alloggi a canone sociale». Nel piano originario la data prevista per la fine dei lavori era 31 dicembre 2010, con disponibilità alloggi e spazi entro il 2011. Il bando di gara, in realtà, reca la data di giugno 2010. Protocollo 90/2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ancora: via Giambellino. Nel fascicolo morattiano c’è scritto: «Realizzati 164 alloggi in edilizia sociale». La data di consegna era il 2010, la disponibilità entro il 2011. Risultato? Non esiste il cantiere. Non ci credete? Andate a dare un’occhiata al bando di gara 7/2011. La gara è prevista per il luglio di quest’anno. Mancano tre mesi. Non c’è nessun alloggio, al contrario di ciò che si legge.
Una terza controprova è contenuta nella relazione previsionale programmatica 2011-2012-2013, in possesso de Linkiesta. Alla voce “Giambellino” si legge: «Gli interventi del nuovo complesso abitativo sono stati suddivisi in due lotti. Sono stati approvati i relativi progetti definitivi, inoltre per il primo lotto è stato avviato l’iter tecnico amministrativo per l’affidamento dei lavori». Altro paragrafetto: i contratti di quartiere. Nel fascicolo della Moratti si spiega cosa sono: «Programmi innovativi, finalizzati al recupero edilizio, economico, e sociale di aree critiche della città». I quartieri interessati sono: Gratosoglio, Mazzini, Molise Calvairate, Ponte Lambro e San Siro per un importo totale di 240 milioni di euro.
Peccato che la Moratti non ricordi ai suoi cittadini che dovevano essere pronti per il 2010. Sono slittati al 2013: tre anni di ritardo. In ultimo: non una parola sugli edifici da ristrutturare. Il perché è presto spiegato. Su un totale di 4925 alloggi inagibili di proprietà Aler Milano, ne risultano 522 in ristrutturazione (su un primo lotto di 622) e 70 su cui procedere, questo per l’anno 2011. Per il 2012, invece, dalla carte interne dell’Aler risulta che su un lotto di 1238 abitazioni, 12 sono da aggiudicare, 589 in appalto entro il 31 luglio di quest’anno e 637 da ristrutturare a data da destinarsi (nel senso che non è indicata). E sarebbe questa, “La Milano del fare”?