Il criminale di guerra serbo Ratko Mladic è stato arrestato in Serbia. La conferma arriva dal presidente Boris Tadic. Mladic è ricercato dal Tribunale dell’Aja con l’accusa di genocidio. Il boia di Srebrenica è stato arrestato a Lazarevo, un paese a 80 km da Belgrado, dopo 16 anni di latitanza.
Latitante dal 1996, era stato accusato dal Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia di genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità, insieme a Radovan Karadzic. Oltre a questo, si aggiunge anche l’accusa per il massacro di Srebrenica.
Il suo curriculum di sangue comprende l’assedio di Sarajevo, cominciato nell’aprile 1992 e durato 43 mesi. Mladic e i suoi ufficiali bloccarono la città, sparando su chi usciva ed entrava. La città venne bombardata e tenuta sotto tiro dai cecchini.
I meriti acquisiti sul campo portarono Mladic a una fulminante carriera, che lo fa diventare Capo di Stato Maggiore nel 1992 e Colonnello Generale nel 1994, al comando di 80.000 uomini.
Su di lui pendono le accuse di crimini perpetrati dal 1992 al 1995: stupri etnici, violenze, costruzione di campi di concentramento. Su tutti, appunto, il ricordo di Srebrenica. L’11 luglio 1995 l’esercito serbo-bosniaco riesce a rompere la protezione della città, garantita dall’Onu. Entrati nella città, gli uomini di Mladic compiono un vero e proprio massacro. Che ha portato alla morte oltre 8.000 civili.
Al termine della guerra, Mladic decide di fuggire e darsi alla latitanza. Ora, però, è stato preso e, al termine di un’operazione coordinata e attenta. Come dice il presidente Tanic, una pagina dolorosa della storia serba può essere chiusa, e la Serbia può guardare avanti, avendo dato un importante segnale all’Unione Europe a alla Corte dell’Aja.