Rimpasto di Governo, atto secondo. Mentre si alzano i toni per le ultime giornate della campagna elettorale per le amministrative di domenica prossima, in Parlamento c’è ancora chi scalpita per una poltrona da sottosegretario. I posti a disposizione sono una decina, come ha assicurato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la scorsa settimana. Le nuove nomine potrebbero arrivare entro poche settimane.
L’unico ostacolo è rappresentato dalla legge Bassanini che fissa un tetto al numero dei membri dell’Esecutivo. Per aggirare il problema, il premier avrebbe già preparato un disegno di legge che sarà presentato in uno dei prossimi Consigli dei ministri. «Un ddl e non un decreto – chiarisce un fedelissimo del Cavaliere – accortezza legislativa che metterebbe al riparo da un nuovo scontro istituzionale con il capo dello Stato». I tempi di approvazione dell’Aula saranno brevissimi. Qualcuno assicura che il progetto di riforma sarà pronto entro l’estate. Ma c’è persino chi azzarda una data. «Il premier ha preso un impegno preciso – chiarisce uno dei pretendenti ad un posto di sottosegretario – Entro la fine di maggio sarà tutto fatto».
La lista dei futuri sottosegretari è in continuo aggiornamento. Tra i pochi certi della designazione c’è il leader dell’Alleanza di centro Francesco Pionati. Il grande escluso dalla precedente tornata di nomine. «Io sono uno snob, non mi metto mai in fila – aveva commentato con ironia la settimana scorsa – preferisco cedere il posto agli assatanati e aspettare».
Tanti, tantissimi Responsabili. Nel gruppo guidato da Luciano Sardelli il derby si gioca tra le componenti Noi Sud e Popolari Italia Domani. Da questo punto di vista saranno decisive le elezioni amministrative. Al movimento che avrà dimostrato di pesare di più in termini consenso, andrà il maggior riconoscimento (sotto forma di poltrone). Al ballottaggio per un incarico di governo restano i deputati Elio Belcastro, Arturo Iannaccone, Antonio Milo, Michele Pisacane e Giuseppe Ruvolo.
Sistemazione quasi certa per Giuseppe Galati, esponente dei Cristiano Popolari e uomo dell’ex Udc Mario Baccini. La reazione più dura all’indomani della prima tornata di nomine era stata proprio la sua: «Prendiamo atto che gli impegni assunti dal presidente del Consiglio non sono stati mantenuti» aveva commentato gelido. Difficile che il Cavaliere gli neghi un ruolo nel Governo anche stavolta.
L’atipico Responsabile Giancarlo Lehner (Pdl prestato al gruppo di Sardelli) lancia la volata al presidente della Commissione Lavoro Silvano Moffa. «È uno dei deputati più valenti e capaci del nostro gruppo parlamentare – racconta – non ha avuto alcuna richiesta né pretesa, so che proprio per questo potrebbe essere premiato».
Ma la vera novità del toto sottosegretari si chiama Gerardo Soglia. Parlamentare del Pdl che qualche mese fa si è trasferito tra i banchi dei Responsabili per garantire al gruppo il numero di deputati necessario. «Certo che vorrei entrare a far parte del governo – spiega -. A chi non piacerebbe?». La sua non è una semplice aspirazione: «A suo tempo ho fatto con grande responsabilità quello che mi è stato chiesto dal partito – racconta – adesso vediamo che succede. Io sono uno che sa aspettare». Insistendo un po’, conferma: «Ammetto che qualche contatto c’è stato, qualcuno mi ha fatto capire che al prossimo giro ci potrebbe essere un incarico anche per me».
Per la seconda puntata del rimpasto, porte aperte anche alla Lega Nord. Sono almeno due i posti in quota Carroccio. Il primo quasi certamente spetterà a Matteo Brigandì, l’ex parlamentare del Senatùr fresco dimissionario dal Csm. Secondo incarico riservato al capogruppo Marco Reguzzoni. Spetterà a lui scegliere tra un ruolo di governo e la presidenza dei deputati leghisti.
Tra le papabili nuove sottosegretarie, a Montecitorio giravano con insistenza i nomi di Anna Maria Bernini e Barbara Saltamartini. Eppure, stando alle ultime indiscrezioni, sembra che non otterranno l’agognata poltrona nemmeno stavolta. Taglia corto un fedelissimo del Cavaliere: «Mi spiace per loro, ma credo che stavolta il Pdl resterà a bocca asciutta».
Resta il mistero su quali incarichi saranno affidati. In ballo c’è ancora un posto da ministro, quello alle Politiche Europee lasciato vacante dal finiano Andrea Ronchi (Claudio Scajola ci avrebbe fatto un pensierino). Con ogni probabilità ci sarà spazio per un nuovo sottosegretario all’Ambiente. Giustizia e Difesa restano i dicasteri più ambiti. Due ministeri “pesanti” che – dato l’organico attuale – potrebbero aprire le porte ad almeno una nuova nomina ciascuno. Nel turbinio di poltrone i candidati non si formalizzano. Nessuno sembra troppo preoccupato dalla destinazione finale. Con un’eccezione. «Personalmente – chiarisce Soglia – posso mettere le mie capacità al servizio dell’Esecutivo in un ministero economico. Magari proprio a via XX settembre. Ma se mi venisse affidato un incarico in un settore che non conosco bene, farei un passo indietro senza troppi problemi».