A Milano è successa una cosa, si chiama “politica”. È il mestiere di rappresentare interessi, sensibilità, bisogni, e di farli diventare consenso o dissenso, attesa o sfiducia: di trasformarli insomma in voti.
A Milano è successo questo: la città in cui il berlusconismo era nato ha deciso, votando, che questo fenomeno politico è vecchio abbastanza per dover considerare seriamente l’ipotesi del pensionamento.
È già iniziato da giorni, nel centrodestra, uno scaricabarile su di chi sia la colpa: più della cattiva amministrazione della Moratti o più del crollo di immagine e sostanza di Silvio Berlusconi? Difficile dirlo, e difficile anche scindere due elementi uno generato dall’altro.
Ma una cosa è sicura, il risultato di Milano è una di quelle bocciature senza appello cui fa il paio, per definizione, una promozione a pieni voti. È una città diversa dal passato quella che ha dato fiducia a Giuliano Pisapia e a lui prima, e a tratti quasi contro, l’establishment di centrosinistra che in città perdeva da vent’anni.
È una città i cui molti giovani sono immigrati; in cui tanti ex elettori non ideologici di Berlusconi e del centrodestra hanno riconosciuto in modo lucido le promesse non mantenute; in cui una voglia di partecipazione che per tanti anni non ha trovato un posto si è sentita considerata in modo serio e vero.
In questo processo di cambiamento un posto non indifferente lo ricopre – nell’epoca della comunicazione – il radicamento di internet. A tutto vantaggio, naturalmente, di chi ha capito e preso sul serio questo nuovo mezzo. Anche in questo, Giuliano Pisapia e il suo team hanno saputo fare di necessità virtù: e i loro pochi mezzi – se confrontati con la gioiosa macchina da guerra di Berlusconi e Moratti – sono diventati una slavina incontenibile per Letizia Moratti, donna di tv che ha scoperto internet tardivamente e ha rincorso, invano.
E così, alla fine, la città è tutta sia, di Giuliano Pisapia, come canta quella che diventerà la hit della sua vittoriosa cavalcata. Non avrà un compio facile, adesso, perché le aspettative sono alte e l’elettorato che ha deciso una grande vittoria è esigente. Perchè ha affidato lui, prima che ai partiti, onori e oneri. Se li prenda tutti, Pisapia: ha battuto la Moratti e ha sconfitto Berlusconi a casa sua. Non lasci a nessuno mettere il cappello: Milano la conosce meglio di molti, a cominciare da Nichi Vendola.