A Torino il Pd vince al primo turno. Probabilmenteanche a Bologna ci va vicino. A Milano il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia sfiora l’impresa, superando il sindaco uscente Letizia Moratti.
Insomma, dire che il Pdl esce sconfitto dalle amministrative è un eufemismo. E per Silvio Berlusconi rischia di profilarsi una vera e propria Caporetto. Era stato proprio lui, del resto, nei giorni scorsi a chiamare a raccolta i suoi elettori, a trasformare il valore di queste elezioni amministrative. Aveva chiesto a gran voce un voto politico. Un impegno a sostegno dei candidati di centrodestra, certo. Ma, soprattutto, una conferma di fiducia al Governo. A Milano, unico leader di partito, si era persino candidato come capolista. E invece, proprio nel capoluogo lombardo, il Pdl tocca il fondo. Tanto che verso le 19 il segretario del Pd Pierluigi Bersani si lascia andare a un commento tutt’altro che diplomatico: «Vinciamo noi e perdono loro. La sfida lanciata da Berlusconi si è rivelata un boomerang».
Nel quartier generale del Pdl i vertici di partito prendono atto della sconfitta. «Non ci aspettavamo certo questi dati» spiega a caldo il coordinatore del Popolo della libertà Denis Verdini. «A Milano – spiega un imbarazzato Maurizio Gasparri alla notizia dei primi exit pool – ci sarà un clima molto più impegnativo e serrato di quello che si poteva prevedere».
Ma i fedelissimi del Cavaliere non ci stanno. Molti preferiscono non rispondere al telefono. Qualcuno è «troppo impegnato» per analizzare l’esito delle consultazioni. La maggior parte, però, nega la débacle, proprio come fanno quelli che negano una realtà di cui non vogliono prendere atto. Spiegazioni, giustificazioni, chiavi di lettura. A sentire loro, Berlusconi può quasi festeggiare.
Per il sottosegretario Daniela Santanchè, l’affermazione di Pisapia è la diretta conseguenza dell’alto numero di candidati a sindaco di Milano. «Certo – racconta – vincere al primo turno sarebbe stato eccezionale. Ma con la frammentazione politica attuale sarebbe stato impossibile. Nella storia recente è successo solo due volte che un candidato sindaco vincesse al primo turno». A Milano sembra che la decisione di Berlusconi di “scendere in campo” in prima persona sia stata addirittura controproducente. Per qualcuno si è trattato di un errore di approccio alla campagna elettorale. «Ma quale errore – continua la Santanchè – Silvio Berlusconi l’ha sempre fatto, ci ha sempre messo la faccia. Questa è la sua storia, il suo modo di fare politica. E ad oggi il saldo mi sembra estremamente positivo». Intanto c’è chi parla della fine di una stagione politica. «Il tramonto del berlusconismo? – attacca Daniela Santanché – Ma non mi faccia ridere. Se c’è uno sconfitto quello non è il Pdl. Non mi sembra proprio il caso che il Pd faccia trionfalismi».
Tra i parlamentari più vicini al premier qualcuno sminuisce il significato del voto. «Nessuna sconfitta del centrodestra – chiarisce il senatore Pdl Stefano De Lillo – a questa tornata elettorale va data una lettura meramente amministrativa. Ogni consultazione aveva solo un valore locale. Altrimenti come potremmo spiegare le nostre affermazioni, ad esempio, a Napoli e Latina?». Il fedelissimo del Cavaliere Giorgio Stracquadanio è d’accordo: «Il tentativo di politicizzare queste elezioni è fallito. Se analizziamo i primi risultati nelle quattro maggiori città (Napoli, Milano, Torino e Bologna, ndr), nessuna coalizione ha brillato. Né in negativo, né in positivo. Il governo resta fuori da qualsiasi valutazione».
C’è persino chi, come il senatore Domenico Gramazio, è convinto del successo della campagna elettorale del presidente del Consiglio. «Secondo me – racconta l’esponente del Pdl romano – se Berlusconi non ci avesse messo la faccia sarebbe andata persino peggio. Questo è un brutto momento per il centrodestra, senza la sua campagna elettorale avremmo raccolto molti meno voti, soprattutto a Milano».
Qualcun altro preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno. «È vero – spiega Alessandra Mussolini – a Milano non è andata bene. E secondo me in quel voto c’è molto di politico e poco di amministrativo. Ma io sono contenta per Napoli. Qui il Pd è andato malissimo, è rimasto al palo».