Inizia il derby Draghi-Tremonti per il nuovo governatore

Inizia il derby Draghi-Tremonti per il nuovo governatore

Chiusa la partita per la Banca centrale europea, inizia quella per la Banca d’Italia. La partenza di Mario Draghi verso Francoforte apre la lunga corsa per il nuovo inquilino di Palazzo Koch. Tutti parlano di Lorenzo Bini Smaghi, attuale membro italiano del comitato esecutivo della Bce, che sembra avere tutte le carte in regola per prendere il ruolo di Draghi. «Ho un lavoro fino al 2013, quindi i miei progetti sono qui», ha detto il banchiere centrale fiorentino a Dow Jones. Eppure, a livello informale sia Parigi sia Berlino apprezzerebbero un soggetto uscente dall’Eurotower.

La partita per Palazzo Koch passa per forza dall’Eurotower di Francoforte. Ma la nomina del nuovo governatore della Banca d’Italia non è una passeggiata. Tutta la disciplina è normata dall’articolo 19 della Legge 262 del 28 dicembre 2005. Il comma 8 di questo punto delle Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari infatti spiega in che modo In primis arriva il parere del Consiglio superiore di Via Nazionale, che indica il suo candidato dopo una serie di consultazioni interne. Poi il nome viene discusso dal Consiglio dei ministri, che decide se procedere con la delibera o rimandare indietro l’indicazione. Se il prescelto è considerato adatto, il presidente del Consiglio dei ministri avvia il processo di proposta al presidente della Repubblica. Alla fine è quest’ultimo infatti che è l’ultimo soggetto capace di istituire il nuovo governatore, tramite decreto. E il Quirinale è sempre l’unica istituzione che può rimuovere dal proprio incarico il numero uno di Palazzo Koch.

Il più forte candidato per ora rimane Bini Smaghi. L’economista nato a Firenze nel 1956, membro del board esecutivo della Bce dal giugno 2005, è considerato il più autorevole pretendente a Palazzo Koch. Nel suo background ci sono esperienze di rilievo nelle istituzioni economico-finanziarie che contano. Per lui l’arrivo alla poltrona più alta della Banca d’Italia sarebbe un ritorno alle origini. La storia di Bini Smaghi infatti inizia nel 1983 quando entra come economista del ramo internazionale del Servizio studi di Via Nazionale. Economista rigoroso e tenace nella lotta all’inflazione e agli squilibri finanziari, è stato uno dei primi a parlare di Piano B per la crisi dei debiti sovrani. Sebbene il suo mandato a Francoforte scada nel 2013, non sarebbe un problema per Bini Smaghi abbandonare Francoforte. Il tutto anche perché, con l’arrivo di Draghi nel prossimo novembre, sarebbero due i membri italiani all’interno del comitato esecutivo della Bce. Il banchiere fiorentino quindi lascerebbe il proprio incarico, probabilmente in virtù di un francese.

Oltre a Bini Smaghi, ci sono in lizza anche Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, e Fabrizio Saccomanni, stesso ruolo di Grilli in Banca d’Italia. Il primo è il candidato forte del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il secondo, invece, è il nome che arriva da Draghi. La scelta di Saccomanni rappresenterebbe una continuità di pensiero con quella odierna, ma non sembra essere quella prevalente, nonostante negli ambienti romani sia il nome che circola maggiormente.

Il prossimo numero uno di Banca d’Italia dovrà affrontare diverse situazioni spinose. La prima è la gestione dell’introduzione degli standard di Basilea III. Le banche italiane stanno iniziando in queste settimane ad aumentare la forza del proprio capitale di base, anche in vista degli adeguamenti patrimoniali previsti dal Comitato di Basilea. La seconda criticità è dettata dalla crisi europea dei debiti sovrani. Con un contagio ormai esteso della situazione ellenica, irlandese e portoghese, il rischio è possa scatenarsi la furia dell’incertezza finanziaria anche nei confronti dell’Italia. Terzo, ma non ultimo, problema è quello delle esigenze di rifinanziamento. I bond in scadenza nei prossimi anni non sono pochi e la pressione intorno a essi continua ad aumentare. Da qualunque lato lo si guardi, il mandato del prossimo governatore di Palazzo Koch non sarà affatto semplice.  

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