Letizia, un colpo basso che la tua Milano non capirà

Letizia, un colpo basso che la tua Milano non capirà

“L’appellante va pertanto assolto per non aver commesso il fatto”. L’appellante in questione si chiama Giuliano Pisapia, il candidato sindaco di Milano del centrosinistra, e il fatto che non ha commesso è il furto di cui Letizia Moratti l’ha accusato, citando una sentenza di primo grado. La sindaco ha squadernato quello che pensava essere il colpo del ko sfruttando per di più l’ultima parola che le spettava, e contando così di chiudere una partita che, stando ai sondaggisti, la vedeva in crescita.

E invece, invece Letizia Moratti ha pestato una buccia di banana enorme e scivolosissima, che rischia di farle male a pochi metri dal traguardo, in una città che perdona tante cose, ma – per fortuna – ancora fatica a digerire colpi bassi e scarsa intelligenza della realtà. Così, colpisce davvero che a poche settimana dalla vicenda Lassini, la Moratti abbia impugnato una sentenza – che poi si rivelò un errore giudiziario, e come tale fu riconosciuto in secondo grado – per attaccare il suo avversario.

Lassini, vittima a sua volta di un errore giudiziario e candidato nel Pdl che sostiene la sindaco uscente, ha riempito la città di manifesti che equiparavano i pm alle Br.  Oggi la Moratti usa un errore giudiziario per attaccare i suoi avversari: e al diavolo il garantismo e la correttezza.

A poche ore dal misfatto viene convocata una conferenza stampa, organizzata in fretta e furia dal sindaco, per “uscire dalle secche giudiziarie” in cui la vicenda va arenandosi, spiegano dal suo quartier generale, visto che la Moratti “intendeva solo mostrare le cattive frequentazioni di Pisapia negli anni 70”. Che trent’anni fa Pisapia fosse vicino alla sinistra extraparlamentare, a Milano, lo sapevano anche i muri. E dire che, siccome si era a fine trasmissione non c’è stato tempo di spiegarsi fa sorridere, visto che se voleva parlarne il sindaco averebbe potuto brandire la sentenza all’inizio, invece di cercare il colpaccio in “zona Cesarini”.

Le giustificazioni che abbiamo sentito e sentiremo sembrano, con tutto il rispetto, bugie puerili dette con le mani sporche di marmellata. Di quelle bugie alle quali – lo impariamo da bambini – nessuno crede.

La sentenza pubblicata sul sito di Giuliano Pisapia