«Abbiamo appena ricevuto una notizia sconvolgente, completamente inattesa, Sky Italia ha deciso di cancellare Current». L’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore – fondatore del canale televisivo di informazione indipendente – apre così il suo intervento. Nella piccola sala del lussuoso Hotel De Russie di Roma ci sono una ventina di giornalisti. «Dal 31 luglio – ripete – il canale tv smetterà di trasmettere in Italia».
Più che una conferenza stampa, sembra una riunione carbonara. La misteriosa convocazione prometteva non meglio specificate «informazioni su importanti accadimenti recenti che coinvolgono il nostro Paese». In sala non si possono fare fotografie né riprese. «Altrimenti saremo costretti a sequestrare tutto il materiale» ammonisce una hostess poco prima dell’arrivo di Gore. Il motivo di tanta discrezione è presto detto. Dietro alla decisione di cancellare Current, ci sarebbe una delicata questione politica. Una censura tesa a mettere il bavaglio «all’unica televisione di informazione libera in Italia», spiega con un pizzico di immodestia il premio Nobel.
La guerra di potere che Gore racconta si combatte tutta Oltreoceano. Protagonista della vicenda il gruppo News Corporation, la società di Rupert Murdoch che controlla, tra gli altri, Wall Street Journal, New York Post e il canale televisivo Usa Fox. Il magnate australiano avrebbe deciso di non rinnovare il contratto tra Sky Italia (di cui è proprietario) e Current per punire il network di Al Gore. Colpevole di avere appena messo sotto contratto negli Stati Uniti il noto conduttore Keith Olbermann, tra i principali critici di Murdoch. «Keith chi?» mormora qualcuno in sala. Il «Santoro americano» ripete più volte Gore, che probabilmente ha preparato l’intervento con i suoi collaboratori italiani e che stasera sarà ospite di AnnoZero.
La notizia girava già da qualche giorno. Complici i mediocri risultati in termini di ascolto, Sky era pronta a chiudere le trasmissioni di Current. A sentire Gore, però, l’audience non c’entra. «Un abbonato di Sky su tre – spiega – guarda Current almeno una volta a settimana. Il 20 per cento di loro è pronto a disdire l’abbonamento qualora il canale venisse soppresso. E poi su Sky ci sono almeno 14 canali che hanno costi più elevati e successi più contenuti dei nostri».
Gore non può provare le accuse che lancia a Murdoch. «Però – spiega – abbiamo parlato in privato con alcuni dirigenti di Sky Italia. Ci hanno chiesto di non rivelare la loro identità, hanno paura di perdere il lavoro. E ci hanno confermato che l’ordine di chiudere Current è venuto direttamente dall’alto. Da News Corp». In ballo ci sarebbe molto di più del palinsesto della televisione satellitare. «Questa vicenda – spiega ancora Gore – rischia di avere serie ripercussioni sulla qualità della democrazia in Italia. Gli italiani meritano di avere accesso a una informazione indipendente».
Per l’incontro di oggi, Gore ha chiesto ai suoi collaboratori di convocare solo giornalisti del web. Né tv né carta stampata. La motivazione è quasi messianica: «Rivelo a voi la verità – dice a un certo punto – perché siete l’avanguardia della nuova era del giornalismo». E ancora: «A voi, comunità di blogger, il compito di comunicare queste notizie agli italiani».
Guerre di potere, libertà di stampa, democrazia a rischio. Il presidente del Consiglio italiano non poteva rimanerne fuori. «Onestamente non so se Silvio Berlusconi c’entri qualcosa» ammette Gore rispondendo a una precisa domanda. «Però – spiega – Sky Italia e News Corp stanno cercando di entrare nel business del digitale terrestre. Per riuscirci devono ottenere il parere favorevole di Governo. È evidente che da questo punto di vista non gli conviene più avere un canale indipendente come il nostro».
Gli italiani rischiano davvero di dover sacrificare la propria libertà? Non proprio. Almeno secondo la replica che Sky Italia pubblica un’ora dopo la conferenza stampa di Gore. Altro che politica. Dietro alla decisione di tagliare Current ci sarebbero banalissimi motivi economici. Stando al comunicato, la tv di informazione indipendente avrebbe in media tremila spettatori al giorno. Da qui la decisione di sostituire l’attuale contratto – giunto alla sua scadenza naturale – con un nuovo accordo che «preveda una diminuzione del corrispettivo pagato al canale dalla piattaforma visto il contesto di crisi e i risultato d’ascolto pessimi». Offerta cui «il management di Current ha ritenuto di non rispondere».