NAPOLI – Un napoletano su due si è astenuto. E su tre che sono andati a votare, due hanno scelto De Magistris, uno Lettieri. Il ballottaggio napoletano è finito con un plebiscito. Percentuali che ricordano il trionfo del secondo mandato bassoliniano. Allora, era il 1997, il sindaco fu riconfermato col 72% dei voti. Ma i napoletani non gli consegnarono una cambiale in bianco, premiarono quattro anni di amministrazione che segnarono una rottura netta col decennio del pentapartito.
Stavolta è diverso. All’ex pm i napoletani hanno dato fiducia senza averlo ancora visto all’opera. Ha vinto col 65% dei voti validi e con 120mila voti di vantaggio (262mila contro 140mila). E dire che ne doveva recuperare cinquantamila. Non c’è stata partita. In quindici giorni la città si è progressivamente e inesorabilmente schierata con l’uomo nuovo, con chi ha fatto della lotta alla partitocrazia la sua bandiera. Via via sul suo carro del trionfatore sono saliti tutti: dal Pd, mortificato da un no all’apparentamento, agli industriali (compreso Antonio D’Amato, il più berlusconiano dei presidenti di Confindustria), al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis (che pure al primo turno aveva fatto endorsement per Lettieri).
In quindici giorni è cambiato tutto. Napoli ha percepito l’odore del sangue e ha attaccato la preda. Che per i napoletani era un mostro a due teste (da un lato il Pdl, dall’altro il Pd). Non a caso qui i tifosi del Napoli idolatrano un calciatore fuori dagli schemi, Ezequiel Lavezzi. Uno che prende palla al piede e parte solo contro tutti. Napoli stravede per lui, in tanti vorrebbero mettergli sulle spalle la numero dieci che fu di Maradona. Poco importa che fuori da Napoli il Pocho (questo il suo soprannome) sia poco considerato e che non segni quasi mai. Qui è re. Come Luigi De Magistris. È partito palla al piede da solo contro tutti, sostenuto solo dall’Italia dei Valori (dove comunque i suoi rapporti con Di Pietro non sono idilliaci), dalla Federazione della sinistra e da una lista civica (il Pd e Sel avevano scelto Morcone). Ed è arrivato in porta, sorretto dai napoletani. Che stanno addirittura dando vita a improvvisato caroselli automobilistici a colpi di clacson. La pizzeria Sorbillo gli ha fatto recapitare una pizza in suo onore.
Luigi De Magistris nuovo sindaco di Napoli. È sceso da via Belvedere, cuore del Vomero, a due passi dalla Floridiana (ex polmone verde del quartiere bene), per arrivare nel suo quartier generale sul Lungomare, Hotel Royal Continental, di fronte al mare e a Castel dell’Ovo. Un’aggressione ai danni di alcuni suoi supporter è grave ma non rovina il clima di festa. Napoli è ai suoi piedi, spara fuochi d’artificio in suo onore. La festa sarà in piazza Municipio.