Qualche domanda gli italiani che si sono imbattuti nella sua foto e nella sua faccia in queste ore se la saranno pur fatta. Per anni, decenni, è stato quello di cui oggi tutti diciamo, scriviamo. Per anni, per decenni, però, il suo nome veniva al massimo bisbigliato in giro per le redazioni. Le proposte che lo lambivano – rarissime e poi inesistenti – venivano archiviati nel silenzio. Insomma, era uno dei pochi veri intoccabili del paese.
Poi, un bel giorno, arriva la procura, prima lo indaga e poi addirittura lo arresta. E allora tutti diciamo quel che in molti sapevano e nessuno scriveva e i giornali e i siti si riempiono di ricostruzioni, inchieste, ritratti. Fossimo negli italiani, di fronte a questo semi-sconosciuto di cui di colpo scopriamo solo oggi la perdurante influenza, qualche domanda ce la faremmo: sul nostro paese, sul potere italiano e la sua capacità di difendersi, sull’informazione italiana e il suo scarso coraggio.
E sia chiaro: questo non è un j’accuse, ma un mea culpa.