Il miglior regalo per il suo 150mo compleanno è una seria riforma strutturale. È quanto scrive il Financial Times, che in un commento uscito oggi sull’edizione online specifica che «la situazione del Paese è più simile alla Spagna che alla Grecia. Come sostiene Barclays, è nella lunga lista di Paesi che attualmente godono di liquidità ma sono vulnerabili agli umori del mercato».
Il bersaglio degli strali del principale quotidiano finanziario della City sono in primis i politici italiani, «incontestabilmente scoraggianti», nonostante il rischio più grande per Roma sia la stagnazione, non il caos (come Atene). Le elites finanziarie italiane, continua il Ft, sono ben consapevoli dei rischi che comporta «nascondere l’indebitamento». L’economia italiana è la maggiore minaccia alla stabilità del suo debito, chiosa il Ft. Nel primo trimestre 2011, il Pil è cresciuto un misero 0,1%, un livello definito «assurdo».
Con consueta ironia anglosassone, il foglio londinese non dimentica che, proprio in occasione dell’anniversario della fondazione della Repubblica, sono arrivati due “avvisi” negativi sui propri conti pubblici, da parte di Standard & Poor’s e di Moody’s, dopo rispettivamente cinque e nove anni con il massimo dei voti o quasi. Non è la prima volta che capita. Tanto che la minaccia di un declassamento viene definita «una bazzecola» dal Financial Times, alla luce dell’indebitamento perenne del Paese, ora a quota 119% del Pil, che però non ha mai impattato sulla sua capacità di essere un buon creditore. Tuttavia, l’Italia dovrebbe essere una diga contro il rischio contagio in Eurozona, e non un canale di diffusione. Moody’s, venerdì scorso, ha puntato il dito contro il mix di bassa crescita, insicurezza politica – vedi l’esito referendario su acqua e nucleare – e una spirale crescente degli interessi da pagare sulle obbligazioni, che rendono estremamente difficoltoso riuscire a ridurre il debito in tempi brevi.
Tremonti è avvisato: il tempo è scaduto. Più che la manovra da 40 miliardi di euro per azzerare il deficit entro il 2014, è necessaria la riforma fiscale per spingere la crescita. È questo il regalo che si attende il Financial Times per il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia.