Il leader di Sel manda un messaggio al neosindaco di Milano dopo le polemiche sui toni usati durante il comizio di lunedì a Milano. «Caro Giuliano – dice – la nostra amicizia è nata e cresciuta anche nella comune ricerca delle parole. Abbiamo lavorato insieme a ripulire il nostro vocabolario da certe oscillazioni semantiche, dalle parole furbe e sporche dai giochetti di chi capovolge il senso delle cose. Abbiamo lavorato insieme a bonificare la nostra lingua dal linguaggio militante. Dalle sillabe innescate per colpire, per infangare, per annullare. Per questo ci tengo a dirti che solo l’emozione mi ha indotto a usare il verbo espugnare per nominare la bella vittoria di Milano. Non dovevo dire di una felicità come fosse una conquista. Ma su questo incidente lessicale si sta giocando una partita sporca». «Ma –aggiunge – per nulla al mondo sono disposto a considerare ebbre le parole di fraternità. Sono orgoglioso di aver parlato ai miei fratelli e sorelle rom e ai miei fratelli e sorelle musulmani. Senza questo punto di riferimento non ha senso cercare la buona politica». Comunque – conclude – il nostro legame intessuto nei giorni delle sconfitte non può essere intaccato in questi giorni di vittoria. Non c’è parola opaca che possa inquinare la prosa dell’amicizia»
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1 Giugno 2011