Quando c’è di mezzo il calcio, è destino pentirsi di ciò che si è scritto. Abbiamo dunque valutato, qualche giorno fa, che quel benedetto scudetto 2006 va scucito da tutte le maglie, sotterrato con una modestissima cerimonia funebre, e riconsegnato idealmente ai padri fondatori di questa disciplina sportiva che lo custodiranno in eterno. Gli interisti ci hanno bastonato, credendoci milanisti o juventini. In certi momenti, qui a Linkiesta è dura far credere che facciamo solo i cronisti, ma è semplicemente così. Comunque. Ci siamo presi serenamente le bacchettate, credendo che tutto fosse finito, quando se ne esce Andrea Agnelli, il pres. juventino, che racconta che per quello scudetto tolto ci hanno rimesso un sacco di soldi. E fin qui va bene. Ma poi testuale: «Abbiamo i mezzi per muoverci anche al di fuori dalla Giustizia Sportiva. Per il momento non lo facciamo e aspettiamo: se sarà revocato lo scudetto all’Inter, per quanto riguarda la Giustizia Sportiva finisce qui. Per quella ordinaria, valuteremo».
Sappiamo che il presidente vuole recuperare tutta la dignità possibile e questo gli fa onore. Ma gli consiglieremmo di accontentarsi della revoca, sarebbe un punto di sintesi accettabile. Terrebbe insieme decoro e futuro. Minacciare sfracelli nei tribunali ordinari costringerà vari pm a ricordargli cos’hanno fatto Moggi e Giraudo.
7 Luglio 2011