Non è una novità, solo che adesso ci sono anche i dati Ocse a testimoniarlo con cifre e statistiche: nello sviluppo di internet a banda larga l’Italia è rimasta indietro. Anche se nelle classifiche stilate dall’organizzazione internazionale non siamo fanalini di coda, restiamo comunque lontani anni luce dai paesi del nord Europa.
Al dicembre 2010 gli abbonati broadband erano ancora 22 ogni 100 abitanti. Per fare un paragone con un paese popolato quasi come il nostro, la Francia è già riuscita a connettere al web di prima classe 33 abitanti ogni 100. Almeno cresciamo: dal 2009 al 2010 il tasso di penetrazione è aumentato di quasi 9 punti percentuali, anche se la Polonia nello stesso arco di tempo ha avuto una prestazione tre volte superiore. E persino la Grecia, pur in un periodo drammatico, ha viaggiato a velocità doppia.
Ma i numeri più deprimenti sono quelli che fotografano lo stato delle nostre infrastrutture di rete. Per banda larga in Italia si intende, ad oggi, una velocità massima (pubblicizzata) di 20.000 kbit per secondo. Venti paesi europei fanno meglio di noi. In Portogallo e in Finlandia gli operatori possono vendere pacchetti di abbonamento a velocità 10 volte superiori. La fibra ottica non va molto meglio. Solo 2 abbonati su 100 possono godere di questa connessione privilegiata.