Default greco, in Europa qualcuno parla chiaro

Default greco, in Europa qualcuno parla chiaro

Mentre i grandi investitori internazionali sono passati a occuparsi d’altro (cioè dell’Italia), la tragedia greca va verso il suo compimento. La neo direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale,  Christine Lagarde, ha detto che gli sforzi di Atene «non sono sufficienti». I dati provvisori di bilancio del Paese non promettono bene: il deficit del governo centrale, per il periodo gennaio-giugno 2011, ha toccato i 12,781 miliardi di euro contro i 10,374 previsti e i 9,997 miliardi di euro dello stesso periodo del 2010. La recessione, più severa del previsto, ha ridotto gli introiti fiscali dell’8,3% rispetto al corrispondente periodo del 2010, mentre secondo gli obiettivi prefissati avrebbero dovuto aumentare del 5,4 per cento. Il ruolo del grillo parlante è toccato al ministro delle Finanze olandese Jan Kees de Jager:  «L’opzione di un default selettivo per la Grecia non è più esclusa». Jager ha detto che continuare a chiedere il coinvolgimento dei privati e negare il default selettivo è«un’affermazione contraddittoria», ha detto il politico olandese al suo arrivo stamattina a Bruxelles per la riunione dell’Ecofin.  La notizia qui non è che la Grecia farà  default selettivo (cioè su alcune emissioni, mentre sulle altre continuerà a pagare regolarmente) ma che in Europa i politici hanno deciso di cominciare a parlar chiaro. Con buona pace della Bce che dovrà rassegnarsi a mettere in bilancio un po’ di perdite.

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