Mirabello, la roccaforte di sinistra che piace tanto a destra

Mirabello, la roccaforte di sinistra che piace tanto a destra

«Vuole sapere la cosa più divertente? A Mirabello in cinquant’anni di storia non abbiamo avuto neppure un’amministrazione di centrodestra». Il vicesindaco del Pd Paolo Canella racconta divertito il paradosso del piccolo comune ferrarese. Una roccaforte rossa che ogni anno, per pochi giorni, diventa la capitale della destra italiana. Da almeno tre decenni. Prima il Movimento sociale, poi Alleanza nazionale, hanno sempre organizzato qui la Festa Tricolore, lo storico incontro estivo per i militanti. Un appuntamento mica da ridire. A Mirabello si è scritta la storia del partito: nel 1987 Giorgio Almirante scelse proprio il palco di piazza primo maggio per annunciare il passaggio di testimone a Gianfranco Fini.

Poi, un anno fa, la scissione della destra. Da una parte l’ex delfino di Almirante con i transfughi di Futuro e Libertà, dall’altra i colonnelli rimasti fedeli a Silvio Berlusconi. «Mi hanno raccontato che il presidente della Camera è molto legato alla città – racconta Canella – perché sua mamma era nata qui. Chissà se è vero». Legami familiari a parte, lo scorso settembre Fini ha ufficializzato la rottura con il Cavaliere proprio durante la tre giorni emiliana. Una decisione che agli ex An rimasti nel Pdl non è andata giù. Quest’anno torneranno a Mirabello anche loro. E per la prima volta dal 1982, la città ospiterà due diversi appuntamenti politici. A partire da oggi la festa del Pdl, a settembre quella di Fli.

I 3.500 abitanti del paese non ne fanno un dramma. «Ma sì, ormai siamo abituati» conferma il vicesindaco Canella. «Certo, in Italia la vicenda di Mirabello fa scalpore. È una storia curiosa, se ne parla. Ma che vuole che le dica? Se vogliono organizzare qui le loro feste non possiamo mica dire di no, fa parte della democrazia».

Per riappropriarsi della città simbolo, gli ex An hanno organizzato le cose in grande. Nei giorni scorsi centinaia di volontari hanno allestito le strutture della festa. Un ristorante da 850 posti, il grande spazio per i dibattiti, la sala stampa e un maxischermo. Ci sarà anche un’area riservata al Secolo d’Italia, il quotidiano di via della Scrofa da poco tornato in orbita “governativa”. Tanti, e tutti di primo piano, i politici che interverranno fino a domenica. Si comincia questo pomeriggio, con un dibattito tra il presidente lombardo Roberto Formigoni, il ministro dell’Interno Roberto Maroni e il coordinatore Pdl Sandro Bondi. 
Già stasera, uno degli appuntamenti più attesi. Un vero e proprio smacco a Futuro e Libertà. Il deputato Marcello De Angelis, direttore del Secolo, coordinerà una tavola rotonda con gli ex finiani Silvano Moffa e Pasquale Viespoli. Ospiti d’eccezione le due colombe futuriste Adolfo Urso e Andrea Ronchi, che secondo alcune indiscrezioni potrebbero approfittare dell’occasione per annunciare il ritorno nel Pdl. Domani spazio al neo segretario Pdl Angelino Alfano. Mentre sabato la giornata sarà dedicata ai big ex An: Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. La conclusione della festa è prevista domenica, con un incontro tra Altero Matteoli, Gianni Alemanno, Claudio Scajola e Paolo Bonaiuti. 

Per quattro giorni la città sarà invasa da turisti e militanti. Eppure i commercianti di Mirabello non sembrano volerne approfittare. «Lo scorso anno non c’è stata grande risposta – ammette il vicesindaco – nei giorni della festa quasi tutti gli esercizi erano chiusi». Una forma di protesta? «Questo non lo so. Ma è stata una scelta che noi della Giunta abbiamo duramente criticato». A fare incassi straordinari, così, sono stati i due bar cinesi del paese. «Loro sì che hanno spirito imprenditoriale – ammette Canella – in due giorni hanno venduto quintali di piadine».

Se le imprese locali non approfittano della vetrina, non si può dire lo stesso del Comune. Grazie alle kermesse politiche degli ex missini, negli anni Mirabello è diventata famosa. «È vero, siamo spesso sulle cronache nazionali. Pensi che l’altro giorno mi ha contattato una ditta per girare un video-clip di promozione turistica del paese. Ovviamente ho rifiutato, per quanto mi riguarda abbiamo già troppa notorietà». 

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