Il decreto di rifinanziamento delle missioni all’estero arriva al Senato. Domani, a partire dalle 16.30, Palazzo Madama voterà il disegno di legge di conversione. Nel testo ci sono gli stanziamenti per i nostri militari impegnati all’estero, ma non solo. A cercare tra gli articoli del documento si trova di tutto. È il caso del “regalo” di due unità navali della Capitaneria di porto (valore 17 milioni e 400mila euro) alla Repubblica di Panama. Oppure dello stanziamento di 200mila euro per prorogare il Commissariato generale per l’Esposizione Universale di Shanghai. Manifestazione, è bene ricordare, terminata il 31 ottobre dello scorso anno. Leggermente inferiore è il fondo messo a disposizione di “Villa Vigoni”, l’associazione che promuove le relazioni culturali tra Italia e Germania. Solo 60mila euro. Ma anche in questo caso il nesso con il rifinanziamento delle missioni di pace rimane un mistero.
La vicenda più curiosa è quella delle unità navali donate a Panama. L’ultimo comma dell’articolo 4 (Missioni internazionali delle Forze armate e di polizia) autorizza il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti «a cedere, a titolo gratuito, al Governo della Repubblica di Panama le unità navali denominate CP902 “Diciotti” e CP903 “Dattilo” in dotazione al corpo della capitanerie di porto». Una cortesia tutt’altro che inedita. Nel precedente decreto di rifinanziamento delle missioni all’estero il Governo aveva già “donato” allo Stato centroamericano quattro unità navali “classe 200/s”.
Entrambi i regali fanno seguito al Memorandum d’intesa firmato dal premier Silvio Berlusconi e dal presidente panamense Ricardo Martinelli il 30 giugno 2010. In cambio della «collaborazione tecnica della Repubblica italiana con la finalità di creare un sistema integrato di sicurezza per il territorio panamense», il presidente Martinelli riconosceva «l’eccellenza delle forniture in materia di sicurezza effettuate dalle aziende italiane». Il risultato? Poche settimane dopo la firma dell’accordo tre aziende di Finmeccanica – Selex Sistemi integrati, AugustaWestland e Telespazio – hanno ottenuto dal governo panamense una commessa da 180 milioni di euro.
Quanto costa il nuovo omaggio al Governo di Panama? 17 milioni e 400mila euro. È questo il valore delle due unità – 52,8 metri di lunghezza e 29 persone di equipaggio – pronte a salpare per il Centroamerica. La cifra è stata stabilita un anno fa dalla stessa Capitaneria di porto. «Nel maggio del 2010 – racconta oggi l’ufficiale di Marina che si è occupato della vicenda – non c’erano fondi sufficienti per l’acquisto di nuove navi. Così nel bando di gara per la costruzione di due imbarcazioni è stata valutata l’opportunità di dare in permuta, a parziale pagamento della commessa, due unità della classe “Diciotti” il cui valore era stato quantificato in 17 milioni di euro circa (le stesse che oggi regaliamo a Panama, ndr)». Ma a Fincantieri – l’azienda che si è aggiudicata il bando – le due navi in permuta non arriveranno mai. Il Governo ha deciso di modificare l’accordo e di donare la “Diciotti” e la “Dattilo” alla Guardia Costiera della Repubblica panamense. A coprire le spese dell’operazione saranno le casse pubbliche.
Il comma 17 dell’articolo 3 (Regime degli interventi) proroga al 31 ottobre 2011 il termine di scadenza del Commissariato generale del Governo per l’Esposizione universale di Shanghai. «Per le finalità del presente comma – si legge – è autorizzata la spesa di 200.000 euro per l’anno 2011». Niente di male. Se non fosse che l’Esposizione universale di Shanghai è terminata il 31 ottobre dello scorso anno. «Dall’inizio di questa legislatura il decreto di rifinanziamento delle missioni all’estero è diventato un omnibus – spiega il senatore dei Radicali Marco Perduca – Tutto quello che non entra nella manovra viene inserito qui. È un’offesa nei confronti dei nostri militari impegnati all’estero. Nel decreto dovrebbero esserci norme per garantire la loro sicurezza, non misure di sviluppo economico».
Ancora l’articolo 3, comma 18. Stavolta il Governo incrementa di 60mila euro il contributo a favore dell’Associazione culturale “Villa Vigoni”. Un’associazione nata nel 1983 – come spiega il dossier del servizio studi del Senato – per promuovere «le relazioni italo-tedesche nei campi della scienza, dell’educazione e della cultura». La modifica si è resa necessaria per integrare il contributo di 310mila euro che lo Stato destina alla “Villa Vigoni”, ma che gli ultimi tagli in bilancio avevano ridotto a 250mila. A farne le spese probabilmente saranno le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Come spiega il dossier di Palazzo Madama, infatti, per coprire l’incremento di spesa sarano ridotti i fondi dedicati alla convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione.