Prendete le ricchezze degli ultimi otto presidenti americani, da Richard Nixon a Barack Obama, e moltiplicatele per due e comincerete ad avvicinarvi all’entita’ del patrimonio personale di Mitt Romney, candidato alle primarie repubblicane per la corsa alla Casa Bianca del prossimo novembre e probabile avversario dell’attuale presidente. Se eletto, come rivela un’indagine di “USA Today”, Romney, con il suo patrimonio di circa 200 milioni di dollari, potrebbe, quindi, diventare uno dei presidenti americani piu’ ricchi di tutti i tempi. Roba da far impallidire il “povero” Obama che aveva saldato il suo debito con l’universita’ solo un paio d’anni prima di diventare “commander in chief” e ci era riuscito grazie alle vendite del suo libro “I sogni di mio padre”. Secondo il quotidiano americano, Romney si posizionerebbe nell’olimpo dei “presidenti Paperoni”, a poca distanza dal mai eguagliato George Washington che, con i suoi 60 mila acri di terra e piu’ di trecento schiavi, e’ il vero Bill Gates della Casa Bianca.
Sembra, fra l’altro, che il nome dell’ex governatore del Massachusetts sia legato, per una ragione o per l’altra, al colore verde dei soldi. Soldi che per lui, scorrono in maniera inarrestabile dai grattacieli di Wall Street. La finanza, quella che conta, e che e’ parte del famoso 1%, ha recentemente rotto ogni indugio e mostrato, apertamente, di aver scelto il proprio candidato, cioe’ Mitt Romney. Mai come in questi ultimi mesi, infatti, la distanza fra la Casa Bianca e Wall Street e’ diventata incolmabile e la “sbandata” per Obama, un ricordo irreversibilmente sbiadito. Secondo il Center for Responsive Politic di Washington, che monitora i contributi finanziari della campagna elettorale, Romney, durante il 2011 ha ricevuto lauti contributi da tutti i gruppi piu’ importanti della finanza: Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Morgan Stanley, Credit Suisse, Citigroup e Banca d’America. I numeri uno di queste compagnie hanno gia’ arricchito le casse dell’ex governatore con 1 miliardo e 800 milioni di dollari.
Fra i venti maggiori finanziatori della campagna di Obama per il 2011 compare, invece, solo Goldman e Sachs con un assegno di 64mila dollari: briciole se paragonati ai quasi 500 mila dollari regalati a Romney. Il fatto che Wall Street appoggi un candidato repubblicano non e’ certo una novita’ assoluta anzi, apparve ben piu’ originale l’appoggio dato ad Obama nel 2008; resta, tuttavia, il fatto che la finanza stia gia’ puntando su un candidato preciso quando i giochi delle primarie non sono ancora chiusi del tutto e Newt Gingrich non sembra disposto a passare il testimone facilmente. Le cifre che arrivano da Wall Street, inoltre, in questa tornata elettorale possono assumere forme e numeri diversi (e impressionanti) a seguito della decisione della Corte Suprema del 2010 che ha abolito il limite delle donazioni individuali e societarie che esisteva fino a quel momento. I finanziamenti, ora, arrivano ai candidati attraverso i cosiddetti “superPac”, dove PAC sta per Political Action Committee, che possono raccogliere e spendere qualsiasi somma di denaro a favore di un candidato.
Il superPac legato a Romney, ad esempio, e di cui fa parte anche Restore Our Future, l’organizzazione dei milionari fratelli Koch, ha messo insieme oltre 5 milioni di dollari in una sola volta, la cifra cioe’ che Obama, attraverso il superPac “Priority USA” ha raccolto lungo un intero anno di attivita’. I fratelli Koch, delle omonime industrie, specializzate, in particolare, nella raffinazione del petrolio, sono nemici giurati di Obama che hanno piu’ volte dichiarato di voler distruggere a tutti i costi. Il loro tradizionale impegno elettorale a favore dei Repubblicani, dal 2008 e’ diventato percio’ una vera e propria ossessione con un’incessante organizzazione di eventi per raccogliere fondi a favore dei candidati del GOP e del Tea Party in particolare. Se da un lato, i fiumi di dollari possono fare la “fortuna politica” di Romney, dall’altro, pero’, potrebbero causargli qualche intoppo difficile da aggirare. Come, ad esempio, la “scoperta” di quel conto in Svizzera, intestato a sua moglie Ann. Una cifra piccola, considerato il patrimonio dell’ex governatore, che sembra non andare oltre i tre milioni di dollari ma che ha gia’ causato molti malumori e dato occasione ai suoi rivali di attaccarlo duramente.