“Forza Blu”, il drink per sanare i bilanci della Marina

“Forza Blu”, il drink per sanare i bilanci della Marina

Forza Blu è un energy drink a base di taurina, caffeina, vitamine e un ingrediente speciale: la sponsorizzazione della Marina Militare Italiana. Questo lo rende del tutto diverso dagli altri beveroni in commercio. Infatti non si rivolge ad adolescenti che si vogliono “sballare” in discoteca, mescolando gli effetti performanti della taurina con quelli disinibenti dell’alcol. Il suo pubblico sono «Le donne e le persone comuni a cui serve energia per fare il loro lavoro o delle opere buone». Questo sostiene Christoph Reden, presidente dell’agenzia White, Red & Green che ha ideato e pianificato la campagna di comunicazione.

Forza Blu sarà pubblicizzata soprattutto su internet e nelle manifestazioni della marina e della nautica in generale. «Il mondo di riferimento è quello della Marina: un universo positivo che si contrappone ai mondi negativi degli altri energy drink», prosegue Reden. Insomma, grazie all’ingrediente speciale Forza Blu non verrà mescolato con la vodka o con lo Jaegermeister. Anzi, servirà a «Trasmettere positività nel fare qualcosa di buono e utile, condividendo i valori di serietà, passione e professionalità» dei nostri marinai, si legge sul sito della Marina Militare.

«I problemi finanziari che coinvolgono le forze armate sono sempre più pressanti» spiega realisticamente Roberto Camerini, Contrammiraglio e capo ufficio per la comunicazione. Quindi ben vengano le sponsorizzazioni. Del resto già da anni la Marina appone il suo simbolo su una linea di abbigliamento, e la portaerei Cavour è stata “prestata” nel 2009 a Fiat per lanciare la nuova “Punto Evo”. Ora gli energy drink, su cui le forze armate navali avranno il 6% di royalties.

La bevanda è stata presentata il 17 aprile in conferenza stampa e sarà immessa nel mercato a maggio, con un prezzo che potrà variare da 1,10 a 1,30 euro. “Positive energy for positive people” è il motto pubblicitario, testimonial i marinai: dal personale di coperta delle navi al pilota dell’AV8, dal sommergibilista ai subacquei. Sull’assenza di rischi e controindicazioni ha garantito l’Università La Sapienza di Roma, che ha condotto gli studi del caso.

Per un Paese che spende lo 0,84% del Pil nel settore della Difesa (metà della media europea e molto meno del 2% che richiederebbe la Nato) qualsiasi fonte di reddito può essere utile. Ma ovviamente le sponsorizzazioni non bastano, bisogna anche riqualificare la spesa. Il governo in carica, in un’opera di razionalizzazione delle forze armate volto ad aumentare gli investimenti e a ridurre il personale, ha promosso tagli significativi alle forze armate. Nel prossimo decennio verranno eliminati 33mila militari e 10mila civili, e si ridurrà la percentuale di ufficiali anziani in servizio.

In ogni caso il ricorso alle sponsorizzazioni continuerà, con buona pace di chi vorrebbe mantenere l’austerità delle istituzioni militari e lamenta una svendita della loro dignità. Se l’esperimento di Forza Blu dovesse funzionare, si sta già pensando di commercializzare barrette energetiche e acqua minerale col logo della Marina Militare.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter