Telecom costerà a Generali altri 700 milioni

Telecom costerà a Generali altri 700 milioni

Il gioco delle partecipazioni di “sistema” costa. Per Telco, la holding che controlla il 22,45% della Telecom, Generali dovrà sborsare 180 milioni di euro e concedere credito  per altri 535 milioni. Per la compagnia triestina si fa sempre più arduo difendere la bontà dei propri investimenti dalle critiche degli azionisti forti. I soci Telco – partecipata al 46,18% Telefonica, al 30,58% Generali e all’11,62% cadauna da Mediobanca e Intesa Sanpaolo – sottoscriveranno un aumento di capitale da 600 milioni di euro, oltre a sottoscrivere – sempre pro quota – un prestito obbligazionario da 1,75 miliardi di euro. A Telco arriverà inoltre nuovo ossigeno finanziario per un altro miliardo di euro. 

Il cda di Telco ha inoltre svalutato da 1,8 a 1,5 euro il prezzo di carico delle azioni Telecom Italia, titolo che oggi ha chiuso a 0,84 euro (+2,17%), mossa che ha comportato una svalutazione di 901 milioni di euro a quota 4,5 miliardi di euro. Un prezzo comunque ottimista, stando all’attuale valutazione di mercato della partecipazione, pari a 2,4 miliardi di euro. Infine, oggi è stata approvata «un’operazione di rifinanziamento dei bond (Euro 1,3 miliardi già sottoscritti pro-quota dai soci) e dei debiti verso il sistema bancario (Euro 2,1 miliardi), entrambi in scadenza tra maggio e ottobre prossimi», come recita la nota diramata oggi. Andando nel dettaglio del maxi finanziamento da 2,1 miliardi, 1,3 sono stati erogati da UniCredit con scadenza a maggio, a giugno 600 milioni dal Monte dei Paschi, e infine, a ottobre, i 260 milioni da Ge Capital. Il rifinanziamento, invece, scadrà nell’aprile del 2013.

Oltre agli spagnoli di Telefonica e al Leone di Trieste, Mediobanca e Intesa Sanpaolo saranno chiamate a versare ciascuna rispettivamente 70 milioni e impegnarsi per 203 milioni di euro circa, tra aumento di capitale e prestito obbligazionario. Telco ha chiuso i primi nove mesi del 2011 con una perdita di un miliardo di euro, mentre la controllata Telecom, nell’ultima assemblea, ha deciso di proporre agli azionisti un dividendo di 900 milioni di euro, in calo del 23% rispetto al 2010 e lontanissimo dalle previsioni del piano industriale, che prevedeva una crescita del 15% l’anno. Ciò significa che nelle casse della holding entreranno circa 130 milioni di euro, corrispondenti a 0,043 euro per azione, che vanno moltiplicati per i circa 3 miliardi di titoli in mano a Telco. Soldi che, di fatto, se ne sono già andati in interessi pagati sul debito monstre della scatola italo-spagnola. Con un interesse medio del 3,9% (stime di mercato), stando a quanto emerso sabato scorso nel corso dell’assemblea della compagnia triestina, il totale della spesa per interessi ammonta a 124,6 milioni di euro. 

Riassumendo: Telco ha 3,3 miliardi di debiti, una partecipazione in Telecom che vale 2,4 miliardi a prezzi correnti e un rosso per un miliardo di euro. I dividendi erogati dalla controllata, inoltre, saranno completamente assorbiti dagli interessi sul debito. Per rimettere in piedi la holding, Generali dovrà mettere sul piatto circa 700 milioni di euro, Mediobanca e Intesa Sanpaolo altri 270 milioni. Non si tratta di noccioline: Generali è scesa sotto la soglia simbolica dei 10 euro per azione (9,85 euro, -1,40%) e nell’ultimo mese ha lasciato sul terreno il 15% circa del suo valore, Mediobanca e Intesa Sanpaolo il 20% circa, e Telecom il 5,4 per cento. 

«Il problema è quando si vuole fare finanza. Quando, usando i soldi dei risparmiatori che vorrebbero solo fossero ben gestiti, si comprano invece un pezzettino di Telecom e l’1% di una banca russa» ha dichiarato al Corriere della Sera Leonardo Del Vecchio, azionista del Leone al 3% uscito l’anno scorso dal consiglio di amministrazione in contrasto con il management. Sabato scorso l’a.d. delle Generali Giovanni Perissinotto si è difeso affermando che Telecom «è una società con opportunità di crescita, questo (la capitalizzaione di mercato, ndr), non è il fair value». Una convinzione che costa cara: precisamente 715 milioni di euro. 

Twitter: @antoniovanuzzo

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