Mi consentoElsa Fornero non è un ministro, è una rivoluzione culturale

Elsa Fornero non è un ministro, è una rivoluzione culturale

Non ci capiterà più di avere un ministro così. Non ci capiterà più di avere un uomo, ops una donna, di governo che dica le cose pane al pane e vino al vino. Che non si rifugi nel politichese, nella tattica politica, nei mezzucci di servirsi della stampa o di nascondersi dietro qualche padrinato politico. Elsa Fornero di San Carlo Canavese è una donna di 64 anni, anche molto affascinante a parere di chi scrive. Seria, sguardo fiero, una lavoratrice, il simbolo di un’Italia che sta inesorabilmente sparendo. Chi è interessato alla sua biografia, può leggere qui, oppure qui e documentarsi un po’ in rete. Troverà anche che da piccola vinse anche una borsa di studio per la sua pagella modello.

Insomma la ministra Elsa è una signora con la schiena dritta che ha interpretato la sua missione con lo spirito di un civil servant. E ovviamente in Italia non è stata apprezzata. È riuscita nell’intento di far dire le stesse cose ai lettori di Libero e a quelli dell’Unità. Belpietro e gli antiberluscones sono fermi come un sol uomo nel difendere il signor Inps Mastrapaqsua messo lì da Gianni Letta e dalla lottizzazione all’italiana dagli attacchi della “potente” Fornero. Perché gli italiani tra Gianni Letta ed Elsa Fornero stanno con Gianni Letta. 

Perché in Italia, si sa, funziona così: quando qualcuno prende il coraggio a due mani, si alza e dice quel che tutti pensano, il Paese volta le spalle come se nulla fosse mai accaduto, come se nulla avesse ascoltato. Le donne, poi. Dove sono finite le femministe di “Se non ora, quando…”? Brave, bravissime a scendere in piazza indignate quando c’era da attaccare ministre giunte al governo secondo loro per altri meriti. Ma quando al Governo siede una donna che ha il coraggio di imporre temi scomodi, loro dove sono?

E quando la troveranno più una donna al Governo che dica chiaro e tondo che un dirigente dello Stato che fornisce dati col compito di destabilizzare andrebbe licenziato. Sì, LI-CEN-ZIA-TO.

Quando la troveranno più una ministra che dica: «I nostri giovani sanno troppo poco. Non conoscono le lingue, italiano compreso, e neanche i rudimenti della matematica, non sanno fare i conti. Se andiamo a guardare la qualità della nostra istruzione si vede che i ragazzi sanno troppo poco. È un mondo abbastanza sconsolante. Troppo poco si è affrontato il confronto con le aziende per migliorare la corrispondenza tra domanda e offerta».

Quando la troveranno più una ministra madre che ricordi come a 29 anni sei pronto per un contratto e non puoi stare più a casa di mamma e papà. 

Quando la troveranno più una ministra che va in fabbrica, in fabbrica, a confrontarsi con gli operai su una riforma del lavoro da loro  contestata.  

Quando la troveranno più una ministra che incontra i giovani e non batte ciglio di fronte a un ventenne scostumato che nemmeno si alza per parlare con lei e spiega che lui, pur avendo un diploma alberghiero, la sera non può lavorare perché deve uscire con gli amici. “Capisco”, rispose lei.  

Questo è Elsa Fornero, una donna così poco italiana. Così lontana da un’altra donna, Susanna Camusso, che tutela i diritti di chi un lavoro ce l’ha già o è in pensione e dimentica quelli che un lavoro vorebbero conquistarselo. Oggi Èlsa Fornero ha abbattuto l’ennesimo tabù. Al Wall Street Journal ha consegnato l’ennesima rottura, l’ennesimo tassello di una rivoluzione culturale che porta il suo nome: «il lavoro non è un diritto, ma va conquistato e conquistato con sacrifici». Applausi, applausi a scena aperta. In piedi in ogni luogo. Bisognerebbe scendere in piazza per lei tutti i giorni. Bisognerebbe portarla d’imperio a Palazzo Chigi. 

E invece gli italiani non la sopportano, non vedono l’ora che vada via. Vogliono tornare a lamentarsi di quei politici che nulla dicono e nulla fanno. Altrimenti si scopre il gioco e tutti potrebbero verificare che quei politici sono lo specchio perfetto del nostro Paese. Un Paese che vive a casa di mammà, che parla alle spalle, che raccoglie le firme contro la casta ma poi la protegge. Al fianco di coloro i quali fino a ieri erano i nemici da abbattere. Gli italiani stanno con Gianni Letta, Mastrapasqua e tutti i dirigenti lottizzati che da anni controllano indisturbati questo Paese. Questo si meritano gli italiani. Sacconi ministro del Welfare, oppure Cesare Damiano. Stiano con loro gli italiani. A qualcosa di più non possono ambire. Figuriamoci ad Elsa Fornero.  

Viva Elsa Fornero, una rivoluzione culturale.  

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