Scatta la fase due di Italia Futura: trasformarsi da think tank a movimento politico. Luca Cordero di Montezemolo ha dato ordine di accelerare i tempi per arrivare, entro metà luglio, ad avere un movimento pronto al battesimo della politica. Italia Futura sa che ha bisogno di una forte macchina organizzativa per la campagna elettorale del 2013.
Il primo passo per essere pronti all’annuncio di metà luglio sarà a fine mese: entro il 30 giugno Italia Futura si è posta l’obiettivo di inaugurare decine di associazioni territoriali così da completate la propria rete. Un forte impegno per cui si sta spendendo in prima persona il coordinatore nazionale Federico Vecchioni, 45enne, che da molti era stato indicato come possibile ministro dell’agricoltura del governo Monti. Vecchioni, nominato coordinatore nazionale il 14 dicembre 2011, in pochi mesi ha fatto aumentare il numero di adesioni all’associazione passate da 30 mila a 55 mila. Poi c’è tutto un lavoro locale che emergerà sulle cronache nazionali a luglio ma di cui già ora si può percepire qualcosa. Montezemolo e i suoi stanno lavorando nell’ombra intercettando sul territorio personalità già vicine alla politica o comunque fortemente interessate in grado di attivarsi per promuovere una campagna elettorale di grande impatto.
«Ci rivolgiamo all’elettorato moderato». Vanno ripetendo questo gli esponenti nazionali di Italia Futura nelle varie presentazioni che stanno tenendo in mezza Italia. Qual è l’elettorato dunque di riferimento? Esplicitamente non fanno mai riferimento all’esperienza del primo Berlusconi, quello dell’annuncio in tv del 1994. Ma è evidente, sentendoli parlare, che è quello il retroterra culturale a cui fanno riferimento. Ed è per questo che attuano una strategia opposta a Beppe Grillo: lui ha bisogno di rivolgersi direttamente al proprio elettorato; Italia Futura lo fa a livello locale proponendo un modello vagamente “verticistico” a cui è abituato il proprio elettorato di riferimento.
Assemblea o congresso? L’appuntamento di luglio in cui tutti si aspettano l’annuncio di Luca Cordero di Montezemolo dovrebbe svolgersi nel weekend del 14-15 luglio concentrando nella domenica l’annuncio importante affidato ad un discorso del presidente della Ferrari. Non sarà un’assemblea pubblica ma riservata a 4500 delegati provenienti da tutte le realtà locali di Italia Futura. Sarà chiamata assemblea per mantenersi sempre sulla linea di confine tra associazionismo e politica; ma in scena ci sarà un vero e proprio congresso. Il primo congresso di Italia Futura. In cui verrà dettata l’agenda del movimento politico.
Il programma: Cantiere Italia 2013. Esistono già le linee guida della proposta politica di Italia Futura. Un documento che è più di un manifesto e meno di un programma. Cantiere Italia 2013 è stato elaborato da tre uomini di Montezemolo: Carlo Calenda, manager con un passato in Ferrari e Sky, Nicola Rossi, senatore e professore di economia politica a Tor Vergata, e da Andrea Romano, direttore di Italia Futura e professore di storia contemporanea a Tor Vergata.
Tre i punti principali del programma di Italia Futura: tasse, welfare e bilancio dello stato. Per la tassazione gli uomini di Italia Futura hanno cognato uno slogan:”Un euro in meno di incentivi contro un euro in meno di tasse”. Che tradotto vuol dire riprendere la battaglia per la riduzione delle tasse attraverso un abbassamento delle tasse su chi produce e lavora per guardare “alla creazione della ricchezza piuttosto che alla conservazione del benessere accumulato”.
Un programma fortemente indirizzato sui temi cari all’area moderata del paese e degli imprenditori. Principi che si ritrovano anche nel programma per il welfare in cui si chiede di destinare le risorse “alla creazione di nuove opportunità, piuttosto che alla difesa, comunque limitata nel tempo, di posti di lavoro in aziende fallite o impianti chiusi”. Cantiere Italia 2013 ripropone l’idea dello stato leggero in cui si pensano “i cittadini come azionisti dello Stato a cui occorre render conto dettagliatamente sull’utilizzo delle tasse pagate”.
Infine sulla politica estera si torna a parlare con fiducia della globalizzazione delle imprese italiane:”un investimento che dopo anni di sacrifici comincia a pagare, se guardiamo ai risultati delle aziende che esportano e che può vedere l’Italia in prima fila tra i paesi che possono ricavare maggior beneficio dal passaggio delle economie dei paesi emergenti dalla produzione al consumo”.
Italia Futura si presenterà così ai cittadini nei prossimi mesi. Ciò potrebbe non bastare per intercettare l’elettorato che fino a pochi mesi fa era del centro destra, in cui molti elettori si sentono delusi e traditi dalla politica stessa. Ecco allora che Italia Futura sta parallelamente lavorando ad “seconda via” da utilizzare in caso di necessità: una lista civica nazionale sotto la propria regia. In questa direzione va l’accordo trovato con Italia Civica, un aggregato di liste civiche che conta già 50 liste e 250 eletti.