Da “papa dello skateboarding”, come lo chiamano in Germania, a docente dell’università di Herat in Afghanistan, dove formerà futuri insegnanti di educazione fisica sulla base dei principi di uno degli sport più trendy fra i giovani alternativi. A raccontare la storia di Titus Dittman, 63 anni, fondatore della Titus Spa, produttrice di attrezzatura da skate, ci pensa in questi giorni un film appena uscito nelle sale cinematografiche tedesche. Si chiama Brett vorm Kopp ed è opera dei registi berlinesi Ali Eckert e Monica Nancy Wick, colonna sonora del gruppo hip hop Beatsteaks.
Il lungometraggio racconta il legame lungo una vita di Dittman con lo skate, che l’ex sportivo ha imparato a conoscere frequentando la Westfälischen Wilhelms-Universität (WWU) di Münster. Quello che fino a quel momento era considerato un gioco per bambini, per Dittman divenne una fonte inesauribile di insegnamenti di vita, al punto da sceglierlo prima come oggetto della sua tesi di laurea, dal titolo Lo skate
come materia d’insegnamento?, e poi come sua specialiazzazione sia dal punto di vista commerciale che formativo.
Già nel 1978 aprì un negozio specializzato, uno dei primi in Europa a livello professionale. Fin da allora Dittman si riforniva costantemente grazie a numerosi viaggi in California, dove lo skate era già diventato un fenomeno di tendenza. La sua attività, che prese il nome di “Titus Srl”, crebbe in modo esponenziale e andò incontro a un vero e proprio boom, mano a mano che anche in Europa si diffondeva la passione per la tavola. Nel 2002 la Titus, divenuta nel frattempo una Spa, contava 30 negozi nella sola Germania, impiegava 500 dipendenti e raggiungeva un fatturato annuo di 75 milioni di euro. Da convinto precursore dei tempi, nel 1980 Dittman creò – sempre a Münster – uno dei primi skatepark all’aperto, e due anni dopo organizzò in un parcheggio cittadino un torneo di halfpipe (la discesa dalla rampa semicircolare).
Quello che all’inizio si chiamava Münster Monster Mastership era destinato a diventare, nel 1989, il campionato mondiale ufficiale di skate. Lo sbarco della Titus e dello skate in televisione e, quindi, fra il grande pubblico, avvenne con Titus Tv, una trasmissione monografica con interviste e reportage sui contest di tutta Europa. La serie ha visto la luce nel 2005. La Titus Mailorder che la produceva aveva scelto un format che ha poi spopolato sui canali a grande diffusione come Mtv, grazie alla musica tipicamente skate (hip-hop o hard-core melodico) e al focus esclusivo sulle tecniche di professionisti e appassionati. Nel corso degli anni l’attività di Dittman continuò a essere mossa da un solo credo: «Lo skate per i giovani non è solo un attrezzo sportivo, bensì uno strumento di espressione». L’esperenza dell’insegnamento iniziò per Dittman nell’ambito di uno show televisivo per il canale RTL-II. Nel 2006 partecipa infatti alla serie “L’esperimento” e diventa per 30 giorni docente in un istituto tecnico di Karlsruhe.
La vera carriera di insegnante di Dittman cominciò invece nel 2011, quando viene assunto come docente all’Istituto di educazione fisica dell’università di Münster per insegnare lo skate. A fianco dell’attività imprenditoriale e sportiva Dittman ha dato vita anche a una fondazione caritatevole, la Titus Dittman Stiftung, nota come “skate-aid” appoggiata fra gli altri da Tony Hawk, il professionista statunitense dello skate che ha dato il nome a una serie di decine di videogames per consolle a lui ispirati (Tony Hawk Pro Skater). Alla fondazione Dittman si dedica completamente dal 2009, quando si è ritirato dall’attività imprenditorale che ha lasciato nelle mani del figlio.
In Afghanistan “skate-aid” ha aperto nel settembre 2009 la prima struttura sportiva e da skate, capace di ospitare gli allenamenti di 7mila giovani. Il centro si trova a Karukh nella provincia di Herat nell’Afghanistan occidentale. A novembre di quest’anno Dittman cominerà anche qui un corso analogo a quello tenuto all’Università di Münster. Servirà a formare i futuri docenti di educazione fisica sulla base dei principi dello skate, trasmettendo il «senso e la forza identitaria dello skateboarding» nel lavoro pedagogico con bambini e giovani.